Il bilancio dell'intangibile
Il Capitale Intellettuale di un’azienda è l’insieme degli asset intangibili che essa possiede.
Il termine asset intangibile o asset soft, nasce in opposizione a quello di asset tangibile, con il quale si indicano le risorse fisiche a disposizione dell’azienda e del processo produttivo. E’ opportuno sottolineare che la maggior parte degli asset soft sono legati alla conoscenza; essi sono essenzialmente: talento, abilità, know-how, know-what e relazioni che possono essere usate per creare ricchezza.
Secondo l’Accounting Standards Board gli asset intangibili sono beni non monetari, che non possiedono consistenza fisica, ma sono identificabili e controllati mediante custodia o diritti legali.
L’Ias[1] aggiunge che tali risorse sono utilizzate nella produzione di beni o servizi, per essere affittati a terzi, o per scopi amministrativi. Lo IAS 38 ha fissato nel 1998, i criteri per poter riconoscere e rilevare le risorse immateriali tra le attività dello Stato Patrimoniale delle imprese, in particolare i criteri che vengono definiti sono: identificabilità del bene, separabilità (autonoma trasferibilità o scambiabilità sul mercato), misurabilità, controllo della risorsa da parte dell’impresa, esistenza di probabili benefici futuri.
In realtà, risulta molto difficile definire nella pratica il concetto di intangibles, dato il loro carattere spesso aleatorio e poco definito, e proprio per questo spesso gli intangibles vengono semplicemente definiti come: “Quei beni che, non costituiti da beni in natura, sono in grado di produrre benefici economici futuri difendibili”.
D’Egidio individua 4 componenti del capitale intellettuale:
1. Il capitale umano: le competenze delle persone che operano nel core business dell’azienda;
2. il capitale strutturale: la conoscenza trattenuta e contenuta dall’azienda. Il capitale strutturale si compone di diritti legali di proprietà, sapere scientifico avanzato, strategia, cultura, strutture e sistemi, pressi e procedure organizzative;
3. il capitale relazionale: il valore dei rapporti di un’organizzazione con le persone con cui fa affari.
4. il capitale di relazioni sociali, ossia l’insieme delle relazioni interne all’azienda che i singoli individui mettono in atto per raggiungere quel effetto moltiplicatore che permette ad ogni organizzazione di conseguire prestazioni di ordine superiore.
E’ da questo tipo di capitale che discende la cultura del gruppo, alla base di qualsiasi organizzazione.
Per gestire, in un ottica di sviluppo, tale elementi intangibili, è utile predisporre un bilancio del capitale intellettuale, che non è altro che un report che ha lo scopo di indicare gli elementi intangibili dell’impresa, affiancandoli ai valori contabili e alle transazioni presenti nel bilancio tradizionale che rappresentano gli elementi tangibili.
Tali bilanci, fornendo una descrizione esaustiva degli elementi immateriali dell’azienda, del loro sviluppo nel tempo e della loro relazione con il business d’impresa, sono sia degli ottimi strumenti manageriale di valutazione, sia ottimi strumenti esterni di comunicazione.
Il vantaggio principale sotteso alla necessità di misurare tale IC riguarda il monitoraggio della performance dell’organizzazione, in un’ottica di controllo dei risultati da parte del management. Una seconda motivazione concerne l’acquisizione o la vendita di un’attività, e riguarda le modalità di valutazione del valore di vendita dell’organizzazione. La terza riguarda la comunicazione con gli stakeholder e, più in generale, la public relation e la comunicazione esterna dell’organizzazione. Una quarta motivazione riguarda le decisioni di investimento. Un’ultima motivazione non ancora oggetto di verifica di alcuna metodologia è quella dell’apprendimento, ossia del bisogno dell’organizzazione di scoprire le proprie radici nascoste di creazione di valore.
Sono 5, invece, i rischi legati all’attuale sistema di misurazione degli intangibles così come è oggi, cioè caratterizzato da scarsa affidabilità:
- Rischio di insider trading. Una persona al di fuor dell’azienda difficilmente potrà capire il reale valore di un’azienda, se vengono tenuti segreti alcuni aspetti che la valorizzerebbero;
- Maggior costo del capitale. I finanziatori tendono a preferire le imprese con assets tangibili;
- Una sopravvalutazione degli intangibles può portare ad un’allocazione sbagliata dei capitali; Con un’informazione non regolamentata su questi aspetti, l’azienda può facilmente manipolare la percezione del suo valore distraendo risorse da altri settori;
- Bassi incentivi per imprenditori e lavoratori della conoscenza.
- Alta volatilità. Senza informazione si crea incertezza sul mercato dei capitali.
Alcuni riferimenti bibliografici:
§ Sveiby K-E - The invisibile balance sheet - www.sveiby.com, 1989.
§ Stewart T.A. - Capitale Intellettuale. La nuova ricchezza –Ponte delle Grazie, Milano, 1999.
§ Cravera A., Maglione M., Ruggeri R. - La valutazione del capitale intellettuale. Creare valore attraverso la misurazione e la gestione degli asset intangibili - Il Sole 24 Ore Libri, Milano, 2001.
§ Stewart T.A. - La nuova ricchezza del sapere –Ponte delle Grazie, Milano, 2002.
§ D’Egidio Franco - La nuova bussola del manager. Il valore del capitale intellettuale e la competitività dell'impresa – Etas, Firenze, 2003.
[1] International Accounting Standards Committee (1998)