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La qualità. Semplici e costanti

22/02/2006 212909 lettori
5 minuti

La qualità. Semplici e costanti

Sommario:
Tony Siino intervista Mario Pagliaro in occasione della pubblicazione della nuova edizione di Scenario: Qualità.

Tony Siino intervista Mario Pagliaro in occasione della pubblicazione della nuova edizione del libro di management Scenario: Qualità. Trentasei anni, Pagliaro dirige al Cnr le attività di uno dei più importanti Gruppi di ricerca chimica italiani. Nel 1998 ha fondato il Quality College del Cnr e con la P m/a conduce attività di formazione e consulenza manageriale personalizzate. Siino, ventinove anni, siciliano, conduce un dottorato in sociologia all'Università di Palermo. Cultore appassionato delle tecnologie dell'informazione è, fra le altre cose, il fondatore di Rosalio, il blog di Palermo.

Qual è il problema più grave della nostra economia. Perché siamo fermi?

Per due motivi. Il primo problema è l'inazionedelle imprese, che poi riflette bene lo stato d'animo delle persone. Tutti capiscono che il sistema sta saltando, ma invece di darsi da fare, esitano e non fanno nulla. Abbiamo avuto 5 anni con un costo del denaro irrisorio; nelle banche italiane è conservato un risparmio mostruoso, qualcosa come 8 volte il prodotto interno lordo. Ma le banche invece di finanziare nuove idee e di promuovere la ristrutturazione delle imprese esigendo il cambiamento della proprietà e del management di chi ha creato una crisi di questa portata, hanno finanziato soltanto l'acquisto di inutili case ed altri immobili il cui destino è di restare sfitti e inutilizzati.

Il secondo motivo è legato al primo ed è la qualità inadeguata della classe dirigente italiana, e in particolare dei manager italiani. Quelli cosiddetti al "top" che vengono celebrati dalla stampa posseduta dalle loro società, sono in realtà dei bucanieri alla testa di vascelli con le vele stracciate il cui destino -- di cui leggono terrorizzati sui loro giornali -- è di finire nelle stive dei veri pirati, gli eredi di Sir Francis Drake e di Willem Oranje ormai sbarcati in forze in Italia con un preciso obiettivo: quel tesoro pari a 8 volte il Pil di cui sopra.

Quelli intermedi, di manager, sono delle brave persone che pagano il fatto che nel nostro Paese, come ci ha raccontato Giuseppe De Rita, i professori universitari di diritto continuano ad impedire la creazione di una scuola nazionale di management. Noi ci abbiamo i manager fatti in casa, i manager ruspanti, che imparano l'inglese in cassetta e il management in edicola in 11 volumi offerti dal Sole 24 Ore; oppure gli altri formati da una delle due università private di economia che -- del tutto in linea con quelle pubbliche -- sono sistematicamente agli ultimi posti di qualsiasi valutazione internazionale.

Col risultato che gli altri Paesi, che invece le scuole serie ce le hanno, ci stanno facendo saltare.

Senti, io e tu siamo stati fra i primi a comparire sulla sezione italiana del sito di MoQ.org dedicato alla filosofia di Robert Pirsig. Qual'è il ruolo della metafisica della qualità nel tuo libro?

E' un ruolo cruciale. Per migliorare la qualità delle loro imprese, i manager devono gestirla. Ma cosa sia questa qualità che sono chiamati a gestire, questo non lo dice nessuno. Consulenti, ingegneri e società varie addirittura vogliono "certificarla". Ma non dicono cosa sia, a meno che " l'insieme delle caratteristiche di un'entità che ne determinano la capacità di soddisfare esigenze implicite ed esplicite" ti sembri qualcosa di comprensibile.

L'idea della qualità come evento; come elemento di unione fra l'uomo che lavora ed il suo lavoro; e quindi come origine e fine di tutte le cose data da Pirsig, invece, è rivoluzionaria ed è anche di grande utilità pratica proprio nella conduzione di un'impresa. Mi è stato sufficiente integrarvi la lezione di Phil Crosby -- un manager americano di formazione medica -- identificando la sua comprensione della qualità come " conformità alla specificazione del lavoro" con la qualità statica di Pirsig, per ridare un ruolo centrale al quality management come autentica attività quotidiana dei manager di qualsiasi organizzazione: causare e sostenere la qualità, ogni giorno.

E poi migliorarla, cioè evolvere verso livelli nuovi e diversi dove ci porta la qualità dinamica; e dove dobbiamo accettare di andare a meno -- e lo vedi tutti i giorni in Italia -- di non voler essere sorpassati e percepiti come inutili, obsoleti, costosi e poco interessanti.

Un'altra questione che affronti nel libro è quella ambientale. Parli di zero-emissioni, efficienza energetica e sostenibilità. Vorreicapire beneche interesse possa avere per gli imprenditori e i manager per cui hai scritto questo libro.

Il libro l'ho scritto per loro, e anche per i giovani che si ritroveranno fra le mani questa situazione. Tutti devono capire che ridurre le emissioni legate alle attività produttive e alla vita in generale è la questione centrale dell'impresa e della società del XXI secolo. Ci sono enormi vantaggi economici: per ogni chilowattora di energia risparmiato o generato gratuitamente con le fonti rinnovabili; per ogni litro di gasolio e kerosene non consumato per mandare in giro merci e persone inutilmente; per ogni sottoprodotto recuperato e venduto per essere re-immesso nel ciclo produttivo; per ogni chilo di carta e per ogni litro di acqua risparmiato. Uno fa il conto e trova che il 20 o il 30% del proprio fatturato può essere risparmiato facendo gestione ambientale.

Quindi, se non lo facciamo è soltanto perché non sappiamo farlo. E allora, dobbiamo imparare a farlo.

E poi c'è l'aspetto umano, l'orgoglio e il divertimento di farlo, perché non si vive di solo pane. E di questa distruzione delle coste e delle colline, e di stabilimenti inguardabili, di cibi contaminati e di città e bambini soffocati dai fumi di auto paralizzate nel traffico, le persone non ne possono più.

C'è solo da essere semplici e costanti. Per cambiare tutto.

Vedo che scrivi a lungo della programmazione neurolinguistica, di cui a volte sento parlare con entusiasmo e a volte come una presa in giro. Vorrei che mi dicessi che ne pensi.

E' un'idea favolosa dalle altrettanto favolose conseguenze pratiche, degna erede della nostra migliore filosofia. E infatti fu portata in California dagli espatriati della follia nazista degli anni '30 del secolo scorso. Come gli antichi sofisti, quelli che la praticano pensano che l'uomo sia la misura di tutte le cose e che il mondo sia in larga parte una nostra rappresentazione, qualcosa di radicalmente mediato dalla mente. Invece di agire sulle cose, si agisce sulla mente che ce le rappresenta proprio come diceva un geniale conte polacco negli anni '20 di nome Korzybski insieme ai suoi amici psicologi tedeschi della Gestalt. Così oggi la Pnl la trovi usata per migliorare nel lavoro; per guidare meglio gli altri come dovrebbero fare i manager; e pure per comunicare in modo finalmente efficace: cioè con gli altri che ti ascoltano e comprendono.

Una cosa che non posso esimermi dal chiederti e che mi ha colpito leggendo il libro è l'importanza che dai ad Internet per cambiare tanto l'impresa quanto le condizioni del nostro sud. Puoi spiegarmi come dovrebbe accadere tutto questo?

E' semplice, le uniche grandi ricchezze del Meridione sono l'agricoltura, il territorio e i giovani. Tutti hanno in Internet la loro grande opportunità. I contadini invece di farsi rubare le merci dai detentori del capitale settentrionali, incluse le cooperative presunte "rosse", stanno iniziando a capire che le loro messi squisite le possono vendere via Internet imbarcandole sulle portacontainer dirette in tutto il mondo.

I territori che possono raccontare di storie, campagne, spiagge e montagne senza eguali.

E infine i giovani che hanno l'opportunità di raccontare sul web le vicende loro e delle loro terre in modo diverso da quello -- deprimente -- praticato dalla stampa locale italiana. C'è moltissima gente molto interessata, e questo lo dico a te che secondo me con Rosalio avrai molto da dire in questo senso.

Per saperne di più

M. Pagliaro, Scenario: Qualità. La pratica della qualita' nell'impresa del XXI secolo (2006). Con la prefazione di Stefano Casini e gli interventi della Medaglia Goethe Leoluca Orlando e di Francesco Giavazzi, Andrea Granelli, Antonio Tombolini, Mario Rosso, Antonello Perricone, Giacomo Silvestri, Alex Sorokin, Ettore Artioli, Igor Righetti, Romano Bonfiglioli e Piernicola De Maria.

Prossimo appuntamento

Il corso di formazione manageriale L'impresa snella, la retorica e la qualità (Palermo, 21-22 marzo).

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