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il ComuniCattivo intervista il suo alter ego Igor Righetti

31/07/2006 37064 lettori
4 minuti

Radio 1 Rai “Il confessionale”: il ComuniCattivo intervista il suo alter ego Igor Righetti (venerdì 28 luglio alle 15.35)

“I pregiudizi? Cavalli di Troia che non dovremmo mai far entrare” “Poserei nudo per un calendario soltanto nei mesi estivi. Sono molto freddoloso”

Domani (venerdì 28 luglio alle 15.35 su Radio 1 Rai), ultima puntata della quarta edizione del ComuniCattivo, l'alter ego di Igor Righetti sarà l’ospite del programma.

Il programma riprenderà a metà settembre.

Ecco un estratto dell'intervista.

Chi è Igor Righetti?

Per alcuni un autore e un conduttore radiotelevisivo, per altri un docente universitario, per altri ancora un manager di multinazionali, un saggista, un giornalista, un massmediologo, un attore e ora anche un cantante. Insomma uno sperimentatore di tutti i mezzi di comunicazione, uno che si diverte nel fare ciò che fa. A volte mi faccio paura. Tutte queste cose in un solo essere umano, anche se parlare di essere umano mi sembra un filino forzato nel mio caso. Mi piacerebbe fare l'impiegato, il commerciante, l'avvocato, il notaio, il medico ma non so se mi basterà una vita. Chiederò una raccomandazione dall'alto.

Igor da bambino che cosa voleva fare da grande?

Quello che sto facendo ora, l'anchorman.

Sei soddisfatto di te stesso?

Un perfezionista non è mai soddisfatto né di se stesso né degli altri.

Che rapporto hai con il tuo passato?

Il mio passato? Che sugo!

Il coraggio premia?

Sì. Ma alcune volte è soltanto un premio alla memoria.

Che cosa pensi della politica italiana?

Molte parole di uomini, ma pochi uomini di parola.

Qual è la definizione di te che meglio ti descrive?

ComuniCattivo.

Che cosa sono i pregiudizi?

Sono dei cavalli di Troia che non dovremmo mai far entrare.

Come docente universitario, quali sono le difficoltà e le speranze più diffuse tra i giovani?

La società hi-tech con la sua globalizzazione ha comportato un profondo cambiamento nelle attese e nel vissuto dei giovani. Arrivano all’università ma la loro preparazione culturale e la loro esperienza di vita è molto limitata. Il buonismo imperante che parte dalla famiglia e arriva alla scuola, dettato più dall’indifferenza, dalla mancanza di tempo e dalla voglia di non esporsi evita i conflitti ma evita anche il dialogo e anziché aiutare i giovani a trovare la loro strada confrontandosi con se stessi e con gli altri crea tanti illusi e tanti ignoranti.

Il ComuniCattivo è un laboratorio sperimentale sui linguaggi della comunicazione che ha portato sette giovani di varie università italiane a fare altrettante tesi di laurea sul programma. Che cosa pensi che possa fare l’università per migliorare le capacità linguistiche degli studenti?

L’università potrebbe fare molto in realtà fa poco, perfino nelle facoltà umanistiche non si fa tutto quello che si dovrebbe fare. Una spinta a potenziare queste attività dovrebbe venire dalla scuola stessa se ci fosse quel collegamento scuola-università che, invece, stenta a decollare.

Qual è la tua idea di libertà?

Comune a molti uguale a nessuno.

Che cosa hanno scritto che ti ha mandato su tutte le furie?

Di solito non mi dà fastidio che cosa viene scritto ma il modo in cui viene fatto.

A che cosa non potresti mai rinunciare?

Agli omogeneizzati vitaminizzati, li adoro, sono migliori di una qualunque crema anti età e quando vado a trovare amici che hanno bambini spero sempre di trovare questi miracolosi vasetti nel frigorifero. Non posso rinunciare neppure alle mie otto agende, alla ventiquattr’ore in cui tengo dallo spazzolino da denti al computer portatile in quanto anche i pc hanno bisogno di igiene orale e ad alcuni dei tanti detti di mia nonna Maria: “Se fai del bene scordati, se fai del male pentiti” e “ Il più pulito ha la rogna”. Quanto sono veri!

Che cosa elimineresti?

Sono per aggiungere, mai per togliere per questo indosso due cravatte! Però ora che mi ci fai pensare due chili vorrei perderli… Credo che ora il momento sia... 'prepuzio'.

Che cosa ti ha fatto soffrire di più?

I miei tanti traslochi.

Che cosa auguri al tuo peggior nemico?

Di traslocare tante volte nella sua vita.

Inferno, purgatorio o paradiso?

Decisamente l’inferno, secondo me ci sono persone più divertenti. Il purgatorio no, non sopporto l’attesa e il paradiso mi puzza di reality show, troppo finto.

Che cos’è per te il pudore?

Un freno che impedisce di dare il meglio di sé. Sfrenatevi!

Che opinione hai della televisione di oggi?

È una domanda trabocchetto vero?

Poseresti nudo per un calendario?

Soltanto nei mesi estivi. Sono molto freddoloso.

Quale caratteristica deve avere una persona per affascinarti?

L'autoironia. il carisma e non deve prendersi troppo sul serio. In bagno ci andiamo tutti e in orizzontale, prima o poi, ci finiremo tutti.

Tra i personaggi che hai conosciuto quale rammenti con più piacere e quale ti ha deluso?

Con estremo piacere tutti coloro che hanno creduto nel mio delirio creativo, quelli che non mi hanno neppure risposto li ho dimenticati e rimossi. Non esistono più. Puff!

Di che cosa hai paura?

Di me stesso la mattina quando vado in bagno per lavarmi il viso. Dei furbi che si credono intelligenti e degli stupidi che si credono furbi. Ma ho paura anche della violenza, dell’invidia e dei cosiddetti “rosiconi”. L’Italia è un Paese che ti perdona tutto, ma proprio tutto, tranne il successo. E quando hai successo i “rosiconi” ti scaricano addosso la loro energia negativa. Quando sono più debole e l’energia accumulata è tanta riesce a raggiungermi.

Che cos’è per te il ridicolo?

Il tutto, il niente, ma soprattutto il troppo.

Ti riconosci dei limiti?

Soltanto quando li ho già superati.

Quando scrivi ti isoli dal mondo?

Vivo già in un mio mondo, ma apro le finestre tutti i giorni per far cambiare aria e lasciarmi contaminare dall'esterno.

Quale compagnia ti piace di più?

Quella che ti fa volare il tempo. E poi quella di mio fratello e di mia madre, i miei pochi, veri amici e la mia collezione di sculture di rane, mi fanno molta compagnia e sono sempre d’accordo con me.

Preferisci ascoltare o parlare?

Ho ascoltato tanto e continuo a farlo. Non si può parlare senza vedere e ascoltare. Ma mi piace anche tanto parlare. Facendo radio da tanti anni ti abitui alla tua voce che senti amplificata nelle cuffie.

Del tuo quotidiano che cosa ti dà più piacere?
L'intimità nel leggerlo.

Che cosa collezioni?

Di tutto, le collezioni mantengono vivi i ricordi. Colleziono sabbie che ho raccolto nei miei tanti viaggi, biglietti da visita originali e bizzarri (ne ho oltre 2 mila), cravatte (ne possiedo un migliaio che rinnovo ogni cinque-sei mesi donandole in beneficenza).

Hai portafortuna o amuleti?

Una benedizione messa per iscritto dall’esorcista don Gabriele Amorth e un portachiavi d’argento che mi ha regalato Patrizia De Blanck con tanti oggetti antisfiga come la scopa, la lisca del pesce, l’elefante, la mano che fa le corna, il quadrifoglio, il numero 13 e il classico cornetto.

Chi e che cosa proprio non sopporti?

Gli spigoli, cerco sempre di smussarli, le spigole di allevamento (sono senza sapore) e l’alito pesante, quello uccide anche le piante grasse. Non sopporto neppure i buonisti intesi come ipocriti, arroganti, voltagabbana, faziosi, falsi, leccaculo, chi non ha il coraggio di mettersi in discussione, di osare e chi aspetta che qualcuno lo chiami. Inoltre non sopporto il conformismo, la volgarità, quelli che dicono “lei non sa chi sono io”, chi maltratta gli animali, la violenza, il terrorismo, la bietola surgelata a cubetti e il soffritto surgelato. In generale, comunque, non sopporto il lieto fine buonista, quello che fa fare la lacrimuccia di coccodrillo e mi irritano i disidratati.

Rimpianti?

Non aver potuto apprendere damio padre Alessandro tutto quello che avrebbe potuto insegnarmi. Un grande artista che mi ha insegnato a contare sempre sulle mie forze e a non cedere ai compromessi e ai ricatti anche se la strada sarebbe stata più lunga e tortuosa. Aveva ragione.

Del tuo passato che cosa non rifaresti?

Rifarei tutto, ogni volta che faccio qualcosa ci credo e metto sempre tutto me stesso.

Hai mai avuto raccomandazioni?

Ho avuto la possibilità, proponendomi in modo sfacciato, di lavorare sodo con grandi personaggi alcuni dei quali mi hanno riconosciuto delle qualità. Li ho sempre presi per sfinimento: o mi rispondevano o si suicidavano. Sono sempre entrato dall'uscita di sicurezza che qualcuno aveva lasciato socchiusa.

In quale occasione ti senti fuori luogo?

Nei contesti troppo formali. Detesto la muffa e non vorrei fare la fine della mummia del Similaun.

Quali sono i difetti che ti rimproveri?

Perché ne ho?

Per allontanare i momenti di tristezza che cosa fai?

Sono triste, piango, mi dispero e intanto mi guardo allo specchio per vedere quali espressioni assumo in quelle situazioni. Appena mi sono sfogato torno subito allegro.

Il tuo motto?

Chiedere è lecito, rispondere è cortesia. Anche se siamo in una società di cafoni, non bisogna mai demordere.

Qual è il tuo primo pensiero quando ti svegli la mattina?

Devo fare colazione o svengo!

Che cos’è che reprimi di più?

La golosità. Ma qualche volta perdo.

Il tuo rapporto con la spiritualità?

Adoro le persone spiritose... e la frutta sotto spirito. Scherzi a parte: siamo amanti.

Il tuo rapporto con il tempo?

Finché non hai le rughe in faccia in questo Paese in cui la vige la gerontocrazia non hai nessuna credibilità. Da giovanissimo avrei voluto fare un intervento di chirurgia plastica al contrario vale a dire a 16 anni, quando cominciai a fare televisione su Videomusic, la prima tv italiana musicale, avrei voluto dimostrarne 40. Inventai diversi programmi innovativi ma i direttori di rete nemmeno mi ricevevano. Li sto realizzando adesso.

Di chi diffidi?

Di chi non ha mai dubbi e non conosce l’ironia.

Che cosa pensi degli adulatori?

Li adoro, aumentano il mio ego, mi fanno stare bene, non potrei vivere senza di loro. Faccio finta di crederci perché mi danno la carica per affrontare nuove sfide. Aiutano la mia incoscienza di sperimentatore e innovatore.

La tua suoneria del cellulare?

“Grande grande grande” di Mina.

In quale luogo ti dedichi alla lettura?

Nel bagno così ottimizzo il tempo.

Megalomane, egocentrico, presuntoso o saccente?

Compro una vocale.

Di che cosa hai nostalgia?

Dei primi piatti di mia madre. Da single, quando sono a casa, mangio soltanto cibiprecotti, surgelati e liofilizzati. Impazzisco per il riso liofilizzato ai gamberetti. Vederli gonfiarsi al contatto con l’acqua mi affascina e mi inquieta allo stesso tempo.

A chi devi dire grazie?

Ai fiori di Nilla Pizzi!

Al momento di spegnere la luce a che cosa pensi?

A nulla, spero di dormire.

Che cosa vorresti trovare dietro l’angolo?

Nessuno, altrimenti ci scontreremmo!

Progetti?

Unaudiolibro realizzato come un programma radiofonico con interventi ironici alternati a brani musicali che uscirà a metà settembre, cinema, televisione, sto scrivendo il mio quarto libro, continuerò a insegnare all’università perché lì imparo tanto in quanto mi permette di restare ancorato alla realtà, di capire i giovani e le evoluzioni dei linguaggi e delle tendenze e naturalmente continuerò a fare la mia amata radio!

Igor Righetti
Igor Righetti

Igor Righetti è nato a Grosseto il 25 giugno 1969. Cancro ascendente vergine di cui ha preso tutti i difetti ma anche qualche pregio, è parente diretto di Alberto Sordi da parte di padre. E' massmediologo, giornalista professionista, saggista, docente di Giornalismo, Linguaggi radiotelevisivi e Infotainment in numerose università pubbliche e private, attore, autore e conduttore radiotelevisivo. Ha frequentato il laboratorio teatrale di Mario Fraschetti e la scuola Agimus di musica e canto diretta dal professor Bogi.



Ha cominciato il suo percorso professionale di giornalista al quotidiano “La Nazione” e ha proseguito a “La Stampa” (dove dal 1991 al 1993 è stato responsabile della pagina “Cultura e tradizioni locali” dell’edizione della Valle d’Aosta) e all’Indipendente.



Nel 2003 ha sdoganato la “comunicattiveria” attraverso il progetto crossmediale (radio, tv, Internet, editoria, musica e carta stampata) denominato “Il ComuniCattivo”. Sono 7 gli universitari che hanno fatto tesi di laurea sul programma, sul suo linguaggio, sulla sua creatività e sul suo modo di fare infotainment (informazione e intrattenimento).

Il suo stile di conduzione ricorda gli anchormen anglosassoni; Righetti, infatti, per questo suo modo di comunicare viene definito il “David Letterman italiano”.

Ha scritto i libri “Prove tecniche di comunicazione” e “Il ComuniCattivo e la sua vena creativa” (Guerini e Associati editore). Con Baldini Castoldi Dalai ha pubblicato “Come ammazzare il tempo senza farlo soffrire” giunto alla seconda edizione. Su Raiuno, all'interno di Tg1 libri, è autore e conduttore dell'”Aforisma del ComuniCattivo”. Su Raidue è stato autore e inviato delle due edizioni del programma “Futura city”. Ha ideato e condotto il format del primo radio reality “In radio veritas, la parola alla parola” andato in onda in diretta su Radio 1 Rai.

Per il suo linguaggio innovativo Righetti nel 2005 ha ricevuto il premio nazionale “Penna d'oro” promosso dall'Associazione di cultura nel giornalismo. Nel 2006 ha ricevuto il “Grand Prix Corallo Città di Alghero” per aver ideato un linguaggio moderno dove l'informazione e la cultura vanno di pari passo con l'ironia e l'intrattenimento. Il 6 novembre 2007, come esempio originale di programma di infotainment, gli è stato assegnato il premio internazionale Euromediterraneo destinato ai migliori progetti nazionali e internazionali di comunicazione per lo sviluppo nell'area del Mediterraneo che da sette anni viene consegnato a Bologna in occasione del Com.P.A., il salone

europeo della comunicazione pubblica.



Il 17 novembre 2007 è stato premiato alla 61ª edizione del Festival internazionale del cinema di Salerno come attore rivelazione dell’anno per la sua interpretazione di Carlo Ponte, corrotto assistente universitario di Estetica nella fiction tv “Distretto di Polizia 7”.





La sua attività è rivolta al mondo della comunicazione nella sua globalità. Tiene corsi, master e seminari di giornalismo, linguaggi radiotelevisivi, multimedialità, infotainment, comunicazione pubblica e d’impresa in numerosi enti pubblici, privati e istituti universitari (facoltà di Scienze della comunicazione dell'Università La Sapienza di Roma, Scuola di specializzazione in giornalismo Luiss, Università Iulm, Istituto Europeo di Design, Scuola superiore della pubblica amministrazione della Presidenza del Consiglio dei ministri, Università degli studi di Palermo, Quality college del Consiglio nazionale delle ricerche - Cnr, Business school Il Sole24Ore, Campus Mediaset, Istituto di formazione per la pubblica amministrazione – Formez – Roma). Per l’Università degli studi di Udine ha ideato il primo corso italiano sull’“Informazione radiotelevisiva nell’era crossmediale attraverso l’infotainment”.





Collabora con numerosi quotidiani e periodici nazionali.

Ha diretto Lettere – il mensile dell'Italia che scrive , primo periodico italiano dedicato alle varie forme di scrittura.

E' stato responsabile ufficio stampa dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato , direttore comunicazione e capo ufficio stampa di Nazareno Gabrielli e Pineider 1774, dirigente nella funzione di capo ufficio stampa e web content manager di Ericsson Telecomunicazioni. Ha inoltre curato le relazioni con i media di Sony-Ericsson.

Come autore e conduttore televisivo ha realizzato numerosi programmi d'informazione, multimedialità, nuove tendenze e cultura.

Su Videomusic, la prima tv musicale d’Europa, dal 1986 al 1989 ha partecipato come autore e conduttore al programma “Crazy Time” di Clive Malcolm Griffiths e Rick Hutton.

Su Raitre dal 1992 al 1993 è stato autore e conduttore di trasmissioni storico-artistiche e culturali.

Su Raidue dal 2001 al 2003, assieme a Mariolina Sattanino, è stato autore dello speciale in diretta delle Giornate internazionali di studio promosse dalla Fondazione Pio Manzù.

Su Canale 5 nel 2003 ha partecipato come protagonista al programma di Maurizio Costanzo “Isolando”.

Su Stream, nel 2001, ha partecipato a 10 puntate della sitcom “An ice family” con Clive Malcolm Griffiths interpretando ogni volta un personaggio diverso.



Sempre come attore ha preso parte alle fiction tv “Distretto di Polizia 7” e “Ris 4- Delitti imperfetti” e, al cinema, al film di Pupi Avati “Il papà di Giovanna”.



A dicembre 2006 ha ideato e interpretato l’audiolibro “MusiCattiva, la comunicazione fatta a pezzi” (Media Records) in cui ha duettato con Donatella Rettore.

In qualità di massmediologo, autore e conduttore radiotelevisivo è commentatore di programmi Rai, Mediaset, La7 e Sky.