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Dai! Comunica con me

12/02/2009 35834 lettori
4 minuti

C'è un prodotto/servizio... ci sono un brand e un'informazione da "spingere".
Ci sono competitori più o meno forti che si muovono in scenari più o meno "concreti".
C'è un fruitore dell'informazione sempre più attivo e consapevole del suo "potere".

E poi ci sono quei modelli comunicativi standardizzati che teoricamente dovrebbero permettere di fare la differenza. Dico, teoricamente, perché nella pratica la teoria cozza con l'esigenza concreta di penetrare in quei contesti sociali in cui si muove il nostro ideale fruitore del messaggio.

Vero. Messo così l'argomento è talmente vasto e generalista da confondere. Ok. Circoscrivo il discorso in contesti che mi sono familiari (ma guarda un pò! :D).

Titolo. Occhiello. Quarto di testo a evidenziare la novità. Chiusura all'About. Contatti di riferimento... nella forma più classica con eventuali variazioni sul tema a seconda delle necessità.

La bozza comunicativa verrà poi "farcita" più o meno marcatamente (marca "invasività", si) di quei link che fanno tanto piacere a mr. Google ed eventualmente ci si affiancheranno uno o due tagli (notizia breve, eccetera) a seconda dei canali in cui s'intenderà muovere comunicazione aziendale.

Il comunicato stampa ufficiale dà ufficialità. Crea brand. Crea presenza. Crea contatti... sussurra il bianconiglio.

HP, IBM, FIAT, tanto per citare i primi tre marchi che mi vengono in mente ora tra i NotiNomiNoti, hanno delle esigenze di "movimento" leggermente differenti da quelle Realtà con le quali interagiamo (la maggior parte di noi). Applicare modelli che funzionano solo perché così comunica una Grande non significa nulla... o meglio significherebbe qualcosa se si limasse il discorso in un contesto più a portata d'esigenza concreta, affiancandolo a una comunicazione in grado di penetrare tessuti "neurali" ormai allenati a filtrare il comunicato/promo e a dargli un peso in funzione di Nome, Esigenza, Funzionalità, Concretezza e... Fiducia.

Tutto questo per dire: mettersi in doppio petto per muovere informazione ufficiale su un brand "debole" con l'intenzione di farlo "esplodere" porta all'indifferenza, se questo tipo di movimento nasce e muore in format (odio questa parola) mordi e fuggi che non tengano in considerazione le caratteristiche del brand. Naturalmente qui non ci si riferisce al numero di comunicati stampa da muovere, al numero di notizie collaterali da spingere, quanto a quegli elementi che sono alla base di una pianificazione comunicativa in grado di servire al meglio l'obiettivo/esigenza del brand tizio-caio-sempronio.

  • Forza del Brand, vale a dire la capacità di penetrazione del marchio, ma limitata a scenari specifici...
  • ...da cui le caratteristiche che definiscono lo scenario in cui si propone/intende proporsi il brand...
  • ... su cui è probabilissimo che si muovano Competitori diretti e indiretti che a volte scomodi sono.

Tre elementi da approcciare in prospettiva... fruitore finale del messaggio. Che per spiegarci significa: quanto più è complesso e dinamico lo scenario in cui si opera, tanto più bisogna fare i conti con il detto " a volte la via più breve non è la linea retta tra un punto e l'altro".

Il destinatario del messaggio definisce la strategia comunicativa da adottare al di là di etichette-marketing-pensiero. Funziona ciò che funziona in base alle caratteristiche del Brand e del destinatario del messaggio. Questo vale sempre. E vale ancora di più quando s'intende muovere informazione testuale che sia news, approfondimento o "semplice" comunicato stampa.

Il brand muove informazione, il cliente la setaccia, la filtra, ne rigetta l'invasività ad esempio. Cerca. Vero. Ma... non s'adegua all'informazione. "Pretende" (e come dargli torto) che l'informazione s'adegui alle sue esigenze d'essere informato in modo concreto, reale e (s)oggettivo alle proprie necessità.

Oh! Chiaro che il cliente/fruitore sei tu, sono io. Serve sottolinearlo ?

Il messaggio deve (oggi) per necessità di cose parlare la "lingua" del cliente. Perché il cliente è sveglio. Il cliente cerca di suo le informazioni. Il cliente mal sopporta imposizioni di promoNews - quei bei pubbliredazionali che funzionano, si, su ROI massicci di contatti... e non sempre - alla "vedi quanto siamo belli noi" (sottintendendo guarda come sono brutti loro). Il cliente vuole riscontri (oggi come oggi è molto affezionato al proprio portafoglio) . Il cliente chiede il parere di un amico. Fa quella chattata in più, quella chiamata in più (e non solo) che fino a dieci anni fa era impensabile... quale sfrontatezza è? questo sfruttare, fare, generare passaparola... e qui entrano in gioco quei tagli, quelle versioni, quei modi di porre (in generale) un messaggio mettendosi dalla parte di chi leggerà/ascolterà/vedrà. Chi. Persona.

Assunto: qui si scrive di quel creare coinvolgimento e interesse in modo naturale, senza spinte o forzature a monte. Certo si manda sempre un input (anche più di uno volendo) alla Persona su cui si punta, e vorrei vedere che non fosse così, ma solo per far entrare in gioco meccanismi, situazioni, movimenti naturali che fanno la differenza. Che in quel caso vuol dire che c'è un messaggio che "lavora" nella testa.

La scelta del taglio non diventa quindi più solo una questione di caratteri, di cambio di titolo e di amalgama di periodi e paragrafi. A seconda dei canali che saranno sfruttati per muovere il messaggio si svilupperanno differenti contenuti con i quali si cercherà per prima cosa di ottenere l'attenzione dell' "editore" che dovrebbe veicolarne il contenuto e, in secondo luogo, di garantire (parolone) un ritorno d'interesse da parte del fruitore dell'informazione al fine di generare quella qualità di contatti interessati che sono garanzia (qui si) per l'acquisizione di un nuovo cliente. Questo che vuol dire? Che cambierà il linguaggio (può essere), che cambieranno i contenuti (molto volentieri), che si creeranno relazioni tra diversi tagli a far rete per sviluppare un corpo di contenuti in grado di servire al meglio il fruitore dell'informazione nei contesti in cui è solito muoversi.

Il comunicato stampa ufficiale (il format originale che fa tanto piacere a miss Azienda e mr. Google) diventerà cosa? Una pagina d'atterraggio usabile ad esempio, ma non solo.