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Alex Raymond, padre della Graphic Novel! Flash Gordon... come “Dante e Beatrice”

14/03/2011 14900 lettori
5 minuti

Dante Alighieri, il sommo poeta di nobili natali fiorentini, non si sarebbe mai immaginato che la propria fatica letteraria, scritta con dovizia dettata in sonetti, poteva essere, un giorno di qualche secolo più in là nei tempi, assorbita da un fenomeno più popolare e fanciullesco, ma di indiscutibile valore  artistico, visto quali abili ed esperte mani di neo-artisti potevano cimentarsi in analoghi processi “culturali”... in quel culto definito dall’espressionismo ribattezzato fumetto. Consensi forse meno elogiati nelle frettolose e iniziali critiche di un giudizio adulto che facilmente sorrideva a quel valore lasciato come epilogo dei quotidiani del tempo, nelle strisce domenicali che dovevano risollevare le drammaticità immutabili riportate dalla stampa. I primi Supereroi ebbero tale battesimo, ma il fenomeno dato da ciò che oggi è il vero alfiere dell’arte illustrativa è indubbiamente siglato dal processo definito dalla sancita Graphic Novel, il cui padre fondatore lo si può ritrovare in Alex Raymond. Non possiamo rievocare lo scettro di primo autore negli oneri di Edgar Rice Burroughs, padre indiscusso del romanzo d’elite, iniziato con A Princess of Mars (Sotto le lune di Marte) del 1912, seguito dal più celebre personaggio di Tarzan delle scimmie, creato nel 1914 e sotto l’ala putativa del romanzo di Rudyard Kipling e del suo protagonista, Mowgli (il figlio dei lupi) nei due best-seller Libri della Jungla. Ebbene sì, il primo autentico fumettista di successo è lo statunitense Raymond, nato a New Rochelle il 2 ottobre 1909 (muore a Westport il 6 settembre 1956), di formazione artistica e allevato professionalmente nello studio dei fratelli Young (pocopiù che ventenne), autori di Cino e Franco. Ma la fortuna del disegnatore-autore arriva con Flash Gordon, illustrato come supplemento domenicale nelle tavole a colori e autentico capostipite della Graphic Novel di prestigio (suoi sono anche Jungle Jim e Agent x-9), dove la storia originale nasce dall’estro fumettistico del disegnatore, unico responsabile artistico di un patrimonio che non pesa più dall’abilità dello scrittore, come facilmente succedeva per processo di creazione, forse più furbescamente facile nel riscontro di pubblico pronosticato. Quella caparbietà capace di rigenerare mondi in bilico tra realtà e finzione, madre della fantascienza più a buon mercato, ma di felici riscontri nel pubblico adolescenziale, per una formula che persevera nelle doti contemporanee di Frank Miller, arrivato a dirigere una propria “opera a fumetti” nel suo Sin City, opera grafica originale del 1995, senza tralasciare il vero culto diretto da Zack Snyder, 300 e uscito “a strisce” nel 1998. Se V per Vendetta poteva ammiccare all’ Orwell 1984, le prodezze di Gordon, terrestre trasportato nel mondo onirico e dantesco di Mongo, possono ancora farci sognare di nostalgia, rivalutando le trasposizioni televisive e cinematografiche (Buster Crabbe e Sam J. Jones gli ufficiali interpreti ed eredi) che sembrano aver fatto pace con il diritto di autenticità e valore affidato alle nuove leve artistiche del fumetto mondiale.                  

Paolo Arfelli
Paolo Arfelli

Nato a Ravenna; ho avuto il piacere di aver frequentato un corso di grafica pubblicitaria tenuto da Umberto Giovannini, presso la T. Minardi di Faenza, dopo il quale intendo affrontare un discorso editoriale che possa completare il cammino professionale che voglio realizzare.

E' da qualche anno che ho il piacere di legare la mia capacità a Comunitàzione, in una collaborazione di testi e argomenti che valorizzano la serietà riposta da Luca Oliverio e il contesto in cui questo portale opera, tra pubblicità, marketing, informazione e tanto altro.

Ho in preparazione alcuni cortometraggi e la realizzazione di un magazine (DC DIRECTOR'S CUT) all'interno di Alphabet&Type®.