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Centinaia di contatti, pochi amici.

04/07/2018 48191 lettori
3 minuti

Si è popolari su Facebook? Probabilmente si cerca coltivare le amicizie oltre lo schermo. Una nuova ricerca di psicologia sociale afferma che le persone con questo tratto caratteriale tendono ad avere più amici "virtuali" degli altri, perché collezionano contatti così come farebbero con gli oggetti. Qualora possa sembrare esagerato questi utenti passerebbero anche più tempo degli altri online, e avrebbero la propensione a confrontare la propria vita con quella degli altri. Tra le tante amicizie che si hanno su Facebook ce ne sarà qualcuno per cui valga la definizione di vero amico, su cui possiamo contare nel momento del bisogno? Non più di quattro o cinque, tanti quanti nella vita reale. È più o meno quanto già si poteva immaginare, ma Robin Dunbar, antropologo e psicologo all’università di Oxford, si è preso la briga di fare la verifica in uno studio.

Dunbar studia la struttura delle relazioni sociali online e offline. Diversi anni fa teorizzò, sulla base delle sue ricerche, che ci sia un limite alla quantità di relazioni sociali che possiamo intrattenere, sia per questioni relative alle nostre capacità cognitive, sia per ragioni di tempo necessario a gestirle. Quello che poi è diventato famoso come numero di Dunbar è cento cinquanta (che in realtà varia da cento per i più introversi a duecento per gli estroversi): il numero di persone che mediamente una persona può avere nel suo gruppo sociale, quelle che inviterebbe se dovesse fare una festa in grande stile. Fino a mille e cinquecento sarebbero invece quelli che definiamo conoscenti, con cui ci fermeremmo a scambiare due chiacchiere, o di cui almeno riconosciamo la faccia, e questo sarebbe il limite assoluto. Mentre nel circolo degli amici stretti, che solitamente non supera i quindici, solo cinque sarebbero le persone, di solito anche familiari, cui ci rivolgiamo per confidare le cose più intime e per supporto quando qualcosa va male.

Centinaia di contatti, pochi amici. Uno studio sulle relazioni sociali online conferma che Facebook, nonostante l'apparenza, non è diverso dalla vita reale: tanti conoscenti, una manciata di persone su cui contare. Tra le centinaia o migliaia di amici che abbiamo su Facebook ce ne sarà qualcuno per cui valga la definizione di vero amico, su cui possiamo contare nel momento del bisogno? Non più di quattro o cinque, tanti quanti nella vita reale. È più o meno quanto già si poteva immaginare, ma Robin Dunbar, antropologo e psicologo all’università di Oxford, si è preso la briga di fare la verifica in uno studio.

 

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.