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La lettura è propedeutica alla scrittura.

30/07/2018 47774 lettori
4 minuti

Il web è un mezzo di comunicazione in continua evoluzione: è obbligatorio tenersi aggiornati. Il modo più semplice e più economico ricorrere ai libri. La lettura è infatti «propedeutica alla scrittura: prima si impara come scrivono gli autori bravi, e solo poi ci si mette alla prova». La lettura di testi e di blog di settore è utile per essere aggiornati. Leggere molto perché, per scrivere bene, bisogna aver letto e continuare a leggere, parecchio. A seguire una pagina: Zibaldone dei pensieri. È bellissima nelle scritture un’apparenza di trascuratezza, di sprezzatura, un abbandono, una quasi noncuranza; ciò, però, declina in senso musicologico un'accezione comportamentale del termine, che descrive una condotta di estremo rigore e autocontrollo, al limite del sussiego.     

 

«È ben difficile scrivere in fretta con chiarezza e semplicità; più difficile che con efficacia veemenza, copia, ed anche con magnificenza di stile. Nondimeno la fretta può stare colla diligenza. La semplicità e chiarezza se può star colla fretta, non può certo star colla negligenza. È bellissima nelle scritture un’apparenza di trascuratezza, di sprezzatura, un abbandono, una quasi noncuranza. [3051] Questa è una delle specie della semplicità. Anzi la semplicità più o meno è sempre un’apparenza di sprezzatura (benché per le diverse qualità ch’ella può avere, non sempre ella produca nel lettore il sentimento di questa sprezzatura come principale e caratteristico) perocch’ella sempre consiste nel nascondere affatto l’arte, la fatica, e la ricercatezza. Ma la detta apparenza non nasce mai dalla vera trascuratezza, anzi per lo contrario da moltissima e continua cura e artifizio e studio. Quando la negligenza è vera, il senso che si prova nel legger lo scritto, è quello dello stento, della fatica, dell’arte, della ricercatezza, della difficoltà. Perocché la facilità che si dee sentir nelle scritture è la qualità più difficile ad esser loro comunicata. Né senza stento grandissimo si consegue né l’abito né l’atto di comunicarla loro».

 

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.