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La percezione di empatia «doct.» e la compassione.

16/08/2018 40571 lettori
4 minuti

La stretta di mano è un gesto con valenze perlopiù di saluto ma che può essere utilizzato anche per indicare ringraziamento, accordo, congratulazioni. Si effettua tra due persone che si porgono e afferrano reciprocamente la mano (di norma la destra), effettuando spesso con le mani così unite un movimento più o meno marcato in su e in giù. «Per un vero scrittore ogni libro dovrebbe essere un nuovo inizio nel quale cercare ancora una volta qualcosa che è impossibile raggiungere. Egli dovrebbe sempre cercare cose che non sono mai state fatte». Ed è vero che ho divagato, ma ho visto che è capitato ancora, lasciate che mi riconduca al proposito di rileggere un brano che trovo interessane e in un certo qual modo pertinente. L’onda delle parole. (…) Le parole escono veloci, sembrano imprimersi da soli sulla carta, e in poche settimane Il vecchio e il mare è finito.

È un «vero modello di racconto puro» (come lo definisce Eugenio Montale sulle pagine del “Corriere della Sera”), disarmante nella sua trasparenza, talmente semplice e perfetto, nella forma e nei contenuti, da dare l’idea di una maggiore sfuggente complessità. È la lotta di un uomo contro la natura, o meglio contro i suoi stessi limiti; una lotta talmente profonda e accanita che trasforma i nemici in amici, in un’unione universale dominata, finalmente, da un grande senso di pietà. In ambito sanitario, dove gli incontri del paziente comunemente iniziano e finiscono con una stretta di mano, la stretta di mano ha dimostrato di avere la capacità di migliorare la percezione di empatia del medico e la compassione. Strette di mano tra operatori sanitari e dei loro pazienti hanno un valore utile per confortare e calmare.

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.