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BE DIFFERENT. metamorphosis

11/04/2019 13911 lettori
5 minuti

Una costruzione architettonica ardita, proprio di fronte al Castello Sforzesco ed un’intervista nel backstage con chi l’ha resa Experience. Un dialogo a caldo sull’essere all’ombra del Castello che ha visto esplodere il genio leonardesco: gli esseri umani non sono oggetti e non si identificano con gli oggetti… Suoni, odori, immagini, sensazioni per mettersi in contatto più in profondità, dalle parole di Giuseppe Mascitelli, a.d. Filmare Group

Come è nata l’idea dell’installazione del Gruppo Saviola?

Si tratta della seconda tappa di un programma triennale promosso dalla direzione Marketing del Gruppo Saviola e in particolare dall’Architetto Karin Dolinka.

Qual è stato il vostro ruolo?

Quest’anno non abbiamo utilizzato la classica location del Fuorisalone ma il Gruppo ha fatto realizzare da zero una costruzione architettonica piuttosto ardita, proprio di fronte al Castello Sforzesco. Il nostro compito era quello di infondere un soffio vitale in questo corpo molto bello, così da renderlo per l’appunto “vivo”.

In che senso vivo, l’architettura non bastava?

Gli esseri umani non sono oggetti. Non si identificano con gli oggetti, per belli che siano. Noi abbiamo una mente e qualcuno dice un’anima. Se parliamo direttamente a quell’anima si creano legami fantastici. C’è un problema. L’anima non è digitale e quindi non si fa abbindolare dai mille trucchi del mondo di oggi. Bisogna tornare a linguaggi antichi che, naturalmente, sfruttino la moderna tecnologia.

In pratica?

In pratica abbiamo rieditato il nostro cavallo di battaglia, la Filmare Experience®, un percorso nell’anima dell’azienda che per una strana osmosi analogica diventa un percorso molto intimo che il visitatore fa dentro se stesso. Non manipoliamo nessuno e non possiamo sapere alla fine cosa provi ogni persona. Di sicuro, anche se in questo caso il percorso è molto breve, solo tre tappe, ognuno fa un viaggio dentro di sé, cosa che di questi tempi spesso ci è negata. Nello stesso tempo ognuno ha la possibilità di capire cosa vuol dire concedere alle cose (e dunque agli uomini?) una seconda possibilità. La sostenibilità che non parte dalle chiacchiere ma da piccoli gesti quotidiani. Oggi chi compra un oggetto di design realizzato con un pannello del Gruppo Saviola sa che oltre al bello ha curato anche il giusto.

E riguardo alla grande area digitale che ha preso parte della nostra vita?

Siamo talmente arretrati in Italia sul digitale che gli attribuiamo un’allure magica.  È solo uno strumento in più dei mille inventati dall’uomo sapiens. Non facciamoci ingannare.