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Carl Schmitt e il processo di Norimberga

06/02/2007 24816 lettori
5 minuti

PREMESSA

Questo elaborato ha lo scopo di descrivere il “caso Schmitt”; illustra dunque il motivo per cui il giurista Carl Schmitt fu arrestato ed imprigionato durante il processo di Norimberga e il suo periodo di detenzione nel carcere militare.

Dopo aver inquadrato il periodo storico in cui si svolsero i processi, abbiamo posto l’attenzione su uno dei cosiddetti “processi secondari”. Questo processo vide come imputato Carl Schmitt, giurista, politologo e filosofo del diritto, che fu uno dei maggiori pensatori e sostenitori del regime nazista. Abbiamo, quindi, descritto brevemente la sua vita e le sue teorie politiche presenti all’interno delle sue opere maggiori, tracciando così l’iter del suo pensiero.

Nel secondo capitolo abbiamo evidenziato le motivazioni dei suoi tre arresti, puntando prevalentemente su ciò che spinse gli americani a condurlo nel penitenziario di Norimberga. Successivamente abbiamo analizzato le parti, che abbiamo ritenuto più rilevanti, degli interrogatori rivolti da Robert M. W. Kempner (delegato degli Stati Uniti al Consiglio del Tribunale Internazionale) a Schmitt, mettendo in evidenza come questi furono organizzati non per indagare sull’imputato, bensì per ottenere i suoi “pareri” di esperto giurista per uno dei processi maggiori: il processo “Wilhelmstrasse”.

Nel terzo capitolo abbiamo, invece, condotto in parallelo due indagini: abbiamo confrontato, sul piano teorico, i punti chiave del pensiero politico di Schmitt ed il totalitarismo del suo Fürer, riscontrando ovviamente molte analogie ma anche alcune differenze. Mentre sul piano concreto, abbiamo riscontrato le giustificazioni giuridiche conformi alla sua teoria, che hanno consentito a Hitler di diventare il “capo carismatico indiscusso” della Germania.