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Information Retrieval e Motori di Ricerca

A L
By A L
16/09/2007 57771 lettori
3 minuti

Come riusciamo ad estrarre, dalla nostra mente, le informazioni che ci servono per risolvere un determinato problema? Quali sono i meccanismi che regolano il recupero delle informazioni immagazzinate nella nostra memoria? Come fanno gli esseri umani ad estrarre, con tale straordinaria abilità, una certa informazione solo nel momento in cui essa diviene rilevante per la risoluzione di un determinato compito cognitivo? Il tentativo di rispondere a quesiti di questo tipo segnò, verso la fine degli anni ‘40, la nascita, in campo psicologico, di una nuova area di ricerca che prese il nome di Information Retrieval (il termine fu coniato da Calvin Mooers).

In anni più recenti, con l’avvento della rivoluzione tecnologica determinata dalla diffusione dell’informatica e di internet (e, soprattutto, con l’aumento esponenziale della mole di informazioni immagazzinate su documenti in formato digitale) i temi di ricerca dell’Information Retrieval hanno trovato nuova linfa, e nuova dimensione applicativa, nel campo dell’informatica.

Mentre prima, infatti, (agli albori della disciplina) gli studi del settore si concentravano soprattutto sul come, nella mente umana, avvenisse la fase di "retrieval" (recupero) informativo, oggi quando si parla di "Information Retrieval" ci si riferisce in modo abbastanza inequivoco a quell’ambito di ricerca che si occupa di studiare "l’insieme delle tecniche utilizzate per il recupero dell’informazione in formato elettronico" (Wikipedia).

Un esempio concreto, e con il quale ci cimentiamo quotidianamente, di applicativi frutto degli studi di IR sono i motori di ricerca.

Oggi una delle principali sfide che questi sistemi artificiali si trovano ad affrontare è data dalla necessità di recuperare, da una enorme massa di dati e documenti web, quella che viene comunemente definita "the relevant information". Per evitare, cioè, delle situazioni di information overload (o come direbbe il grande filosofo Jean Baudrillard, per evitare che "l’inflazione delle informazioni produca deflazione di senso") diventa sempre più importante, per gli attuali motori, riuscire a soddisfare con facilità e, soprattutto, senza perdite di tempo le queries di coloro che cercano informazioni attraverso il web.

La realizzazzione concreta di un web  effettivamente "intelligente" (in cui gli agenti informatici, cioè i motori di ricerca, siano in grado di riconoscere semanticamente il contenuto del testo e di dare in risposta solo quei documenti che, sulla base delle richieste effettuate, risultino essere effettivamente rilevanti per colui che ha effettuato la ricerca) rimane, però, ad oggi, un obiettivo ancora lontano da venire. Non ne siete convinti? Provate a digitare, allora, su un qualsiasi motore di ricerca, una frase del tipo: "quale è l’indirizzo della casa londinese di Dylan Dog?" Dubito che troverete, tra i primi risultati, un bel "Craven Road numero 7".

 

A L
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