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Mondo blog: incontriamo Roldano De Persio, aka floflosky, autore di TheMarketer.info

11/02/2008 15697 lettori
5 minuti


 Oggi incontriamo Roldano De Persio aka floflosky, autore del blog The Marketer - http://www.themarketer.info/  

Nato a Roma quasi 42 anni fa, Roldano De Persio è laureato in Scienze Biologiche e dopo un breve periodo di ricerca nel campo della Bioinformatica decide che fosse più interessante aumentare la parte informatica e diminuire la parte bio. 
Ha così sfruttato le conoscienze acquisite nella programmazione e nella sistemistica Unix per buttarsi nella mischia. Ha iniziato a lavorare nel mondo delle aziende informatiche. Dopo alcune peregrinazioni ed esperienze nel mondo web è diventato Sales & Marketing Manager di Icemedia, una società olandese con sede ad Amsterdam, che si occupa di marketing relazionale innovativo. Lavora per la sede commerciale italiana. Attualmente sia per lavoro sia per interessi personali sta cercando di comprendere a fondo il fenomeno dei Social Media, di cui i famosi Social Network sono solo un subset. "Nel futuro prosimo vorrei far diventare la ricerca e lo studio qualcosa di più concreto...vedremo".

 

Ciao Roldano, quando ti sei avvicinato all'internet?


Ho avuto la fortuna di "incontrare" il web nei primi anni 90 quando stavo all'università. Internet è stato per la ricerca scientifica prima ancora che per il mondo del business un grande mezzo di collaborazione. In campo scientifico ha permesso di realizzare cose prima inimmaginabili.  

Perché hai deciso di aprire il blog?

Io credo che il blog debba diventare una "normale" forma di comunicazione diffusa come è attualmente l'email. L'email rappresenta una comunicazione asincrona e privata, ma non sempre è utile e pratico passare tramite questo canale. Comunicare in maniera pubblica attraverso il blog è un concetto per ora nuovo che tende anche ad evolversi in forme come il microblogging, vedi twitter o tumbler. Utilizzo anche questi ultimi. In questo momento ho  più blog - The Marketer è diciamo così l'ammiraglia - perché ritengo che un buon blog debba il più possibile essere monotematico e se ho più cose da dire devo scriverle nel blog giusto per il rispetto di chi mi legge. The Marketer fa il verso ad una testata giornalistica economica, ma il suo reale motivo di essere è quello di fornire una piattaforma dove incontrare persone e discutere insieme di temi legati al marketing e alla comunicazione. Lo scopo reale è lo spirito di servizio. Informare e confrontarsi per capire meglio insieme.
 
Quanto tempo dedichi alle tue navigazioni?

Troppo rischio di non avere più una vita sessuale. Scherzo. Parlando seriamente ti confesso che venendo dal mondo della programmazione sono ormai assuefatto all'idea di stare ore e ore davanti ad un monitor. Credo però che internet sia uno strumento che, al contrario di quanto si dice in giro, rafforza i legami sociali. Tutto ovviamente dipende da noi. Vogliamo avere rapporti superficiali o vogliamo completare il discorso virtuale con incontri live? Penso che le birre virtuali di  Facebook e quelle reali al pub siano entrambi utili. Non sono alternative ma complementari. Vado spesso a mostre fotografiche di gente conosciuta su Internet e ho ospitato più volte persone conosciute su Flickr
 
Navigare, leggere, scrivere, coesistere in uno spazio LIVE con gli altri, come pensi abbia modificato il tuo vivere quotidiano?

Il problema qui è che è talmente possente la forza di internet in tutti gli aspetti della mia vita che no ho più la percezione che sia stato modificato qualcosa. Quel prima è talmente lontano nel tempo che non riesco più a percepire la differenza con il qui e ora internettiano. Ti faccio io una domanda provocatoria. Vivere in maniera ossessiva e continuativa on line è un fenomeno patologico o l'inizio di una mutazione, una transizione verso l'uomo macchina un po' come avviene come per i cyborg di Star Trek? Ogni resistenza è e sarà sempre più inutile?
 
Di cosa ti occupi nella tua vita lavorativa?

Attualmente sono Sales & Marketing Manager di Icemedia, una società olandese con sede ad Amsterdam, che si occupa di marketing relazionale innovativo. Io lavoro per la sede commerciale italiana. Icemedia vuole di introdurre in Italia concetti e strumenti nuovi nel mondo del marketing. In sintesi Icemedia cerca di mettere in contatto la aziende con una particolare gruppo di clienti attraverso specifici strumenti di comunicazione. Spesso i marchi e i prodotti rappresentano per alcune persone qualcosa che va al di la del semplice prodotto.  Si instaura così un legame quasi affettivo che li porta a sperimentare  per primi tutto quello che viene lanciato sul mercato dalla loro azienda preferita. Noi di Icemedia abbiamo come obbiettivo quello di far comunicare le aziende con questi loro fan. Queste persone, non dico consumatori perché mi fa pensare ai bruchi, sono brand ambassadors e tramite il meccanismo del word of mouth faranno conoscere ai loro amici o colleghi le novità più interessanti. La mia attività è quella di aiutare le aziende a capire che bisogna conversare con i propri clienti. La comunicazione tra azienda e questo tipo di clienti avviene ad esempio tramite le icecards, che possiamo definire, semplificando molto, biglietti da visita personalizzati. Il mercato italiano è ancora un terreno ancora vergine e poco maturo rispetto a quanto registrato dai nostri colleghi in Germania, Olanda e Gran Bretagna. Speriamo di far diventare l'Italia un po' più europea anche nel marketing.

 
Come scegli gli argomenti di cui parlare ogni giorno?


Una delle cose che cerco di fare è quello di non postare ogni giorno.  Alcuni blogger  americani ribadiscono l'importanza di postare spesso, io credo invece che The Marketer  debba essere invece un luogo dove riportare informazioni utili e difficili da trovare in giro. La line editoriale, se così possiamo dire, ruota su alcuni argomenti principali: social media e nel prossimo futuro i media emergenti; la responsabilità sociale delle aziende (CSR), i nuovi mercati dell'est, in particolare la Russia.

Lasciami dire una cosa cui tengo molto, cerco sempre di dare dei titoli ai post che siano il più possibile fantasiosi o che ricordino film famosi.

I blogger che scrivono libri, poi ci sono quelli che si danno alla politica, quelli che fanno denuncia... ci racconti dal tuo punto di vista il mondo dei blogger, la tipologia di blogger che esistono e se li hai mai classificati?


Il blogger non è un organismo geneticamente modificato è un uomo come tutti gli altri solo che scrive sul blog. Inoltre spero e penso che il blog diverrà una forma di comunicazione diffusa come l'email. Molti, se non tutti, alla fine comunicheranno bloggando o video bloggando. L'email o la video email rimarrà solo per le comunicazioni private.

Guardando la blogosfera attuale, quella più in vista, mi sento di dire che bisognerebbe fare molto autocritica. Vedo troppa autoreferenzialità non suffragata da elementi consistenti. Abbiamo bisogno anche di teste pensanti che producono pensiero orginale e comunità di blogger che portino avanti queste idee.

L'internet sta ampliando le platee delle singole persone, i contatti e le relazioni personali. C'è bisogno di una maggiore intelligenza sociale e interpersonale per gestire così tanti rapporti e sopratutto il tempo...

Le macchine, oserei dire giustamente, hanno preso il sopravvento. Non siamo ancora preparati a gestire così tante informazioni e tutti noi reagiamo in maniera disordinata, in ordine sparso. Spesso reagiamo in maniera emotiva perché non abbiamo strumenti migliori per poter decidere e ci autoconvinciamo di aver fatto la scelta migliore. Troppa informazione, facciamo fatica.
 
I rapporti che instauri con gli altri nella rete, come li reputi? superflui e superficiali come la sociologia ha tentato di descriverli negli anni precedenti, oppure reali e tanginbili?

Cosa significa superficiale? I rapporti con i colleghi di lavoro sono veramente così profondi? Quanti conoscienti nella realtà reale spacciamo per amici? Non credo alla contrapposizione internet mondo reale. Credo che sia un falso problema. Io frequento persone nei due mondi, li conosco nella realtà e poi li frequento su internet e viceversa.  Internet è il telefono e non ho mai pensato che le persone che frequento al telefono siano meno amici di quelli che vedo poi al pub.
 
Quali sono le strade che il marketing dovrebbe percorrere oggi?


Tutte quelle che ancora non sono state battute. I vincenti frequentano il futuro e gli altri seguono a ruota. Google docet, ma anche Canon nel campo delle fotografia digitale.
 
Io credo che nel prossimo futuro, quasi presente, i social media saranno un fattore determinante per il futuro di molte aziende.
Questo perché il cliente cercherà sempre più di informarsi conversando, scambiando video, commentando foto con i suoi amici e/o colleghi.

Se, ad esempio, devo comprare una macchina fotografica chiederò consiglio al mio amico super esperto che mi farà vedere le foto del modello xy sul suo blog. Oppure se voglio organizzarmi una settimana bianca, il mio collega mi invierà un link ad un video delle sue ultime vacanze in Trentino pubblicato su YouTube. Se vedo che un mio amico  si iscrive alla fan page su Facebook di un  particolare prodotto gli chiederò perché è così tanto entusiasta. Questo genererà un conversazione e magari mi convince che quel prodotto  è particolarmente buono e conveniente.

Se non ho amici o conoscenti esperti andrò su un forum specializzato. L'ultima cosa che farò è guardare brochure o pubblicità in televisione.

Credo che il modo migliore per rappresentare l'internet sia un albero, non solo per il tronco, i rami e le foglie, ma quanto sopratutto per l'evoluzione biologica che la rete sta seguendo. Visto che sei un laureato in Scienze Biologiche ne approfitto volentieri: ci spieghi quali sono le assonanze, se tu le vedi, tra lo sviluppo delle rete e lo sviluppo canonico biologico degli esseri viventi?

Wow che domanda! Per rispondere in maniera completa ci potrei scrivere un trattato. Le similitudini con il mondo biologico sono molte e si possono riscontrare su più piani.

La cosa senza dubbio più evidente nella similitudine tra le due realtà è il fatto che abbiamo a che fare con masse di individui. Questo fa pensare alle colonie marine, alle termiti e alle formiche. Individui in posizione paritetica che interagiscono in maniera dinamica tra loro facendo emergere fenomeni e strutture che hanno un valore molto superiore rispetto alla semplice somma delle caratteristiche dei singoli individui.

Pensa ai branchi di pesci o ai giganteschi stormi di uccelli che si vedono spesso nel cielo di Roma. Il loro movimento è elegante e cooordinato quasi che fossero cellule di un solo organismo. Ecco nella rete spesso si possono incontrare fenomeni simili. La prima cosa che mi viene in mente è la diffusione virale, altro concetto biologico, dei memi tra i blogger o i video virali su YouTube. In pochissimo tempo i blogger diventano parte di una struttura dinamica più grande. Gli aggregatori registrano spesso queste tempeste memiche.

Altro parallelismo forte può essere quello con il sistema nervoso. Se consideriamo gli individui, i nodi, che interagiscono nella rete come cellule nervose tra loro interconnesse, osserviamo che il risultato finale di questa interazione è un intelligenza collettiva, che può in pochissimo tempo ottenere risultati incredibili. Nuovi sistemi operativi, vedi Linux, o linguaggi di programmazione come il php o ruby devono la loro nascita e sopravvivenza proprio questo sistema nervoso virtuale.
 
Credi che l'approccio all'internet come fenomeno biologico possa dare delle buone risposte sopratutto  alla domanda: come sarà l'internet tra qualche anno? i marketer e gli advertiser? e i comunicatori?

Gli esseri umani utilizzano i diversi sensi per interagire in maniera complessa con il mondo circostante. Attualmente la rete ha una componente testuale predominante e questo stato di cose probabilmente cambierà nei prossimi anni.

Penso, ad esempio, che fra dieci anni fenomeni come Second Life, che esaltano la percezione visiva e soggettiva, saranno difussissimi. Ora questi mondi 3D funzionano e hanno successo solo con i videogiochi. Pensa solo a World of Warcraft. Second Life, che è ancora vivo e vegeto, non è così diffuso come i videogiochi online perché ci si dimentica che la componente ludica è sempre un fattore di traino: se voglio giocare sono disposto a spendere molto per "carrozzare" il mio PC, con tutta la RAM disponibile e le schede grafiche più potenti, se voglio fare compere no. Credo che l'aumento della potenza dei PC e della diffusione della rete renderanno i fenomeni Second Life meno difficili da usare. Il fenomeno dei videogiochi online, inoltre, non va sottovalutato dal punto di vista dell'advertising, gia oggi, infatti, abbiamo un' espansione di Sims con dentro i negozi d'abbigliamento della moda H&M. La componente ludica la ritroviamo anche nei social network come Facebook, che continuando i parallelismi con la biologia, è un organismo in continua evoluzione, soggetto a continue mutazioni. Basta solo pensare allo scopo per cui era nato e pensare cosa è diventato ora. Non mi meraviglierei di vedere Facebook espandersi ed inglobare Second Life fino a divenire un organismo unico. Un unico mondo infestato di zombie e vampiri che ci spingono a comprare l'ultimo modello della Toyota virtuale.
Luca Oliverio
Luca Oliverio

Luca Oliverio è il founder e editor in chief di comunitazione.it, community online nata nel 2002 con l'obiettivo di condividere il sapere e la conoscenza sui temi della strategia di marketing e di comunicazione.

Partner e Head of digital della Cernuto Pizzigoni & Partner.

Studia l'evoluzione sociale dei media e l'evoluzione mediale della società.