Presentati i dati della ricerca “Gli Italiani e il Fundraising”
L’iniziativa, giunta ormai alla quinta edizione, è stata organizzata dalla SDA Bocconi in collaborazione con IDMC e si è focalizzata sul concetto dell’innovazione applicato a quattro temi chiave per il mondo nonprofit: la strategia, l’organizzazione, la comunicazione e il fundraising.
Ha affermato durante l’evento, Lara Visini, Amministratore delegato di IDMC: “L’accezione di “innovazione” su cui ci vogliamo concentrare in questa edizione è il “cambiamento in continuità “ che si innesta sul passato, capitalizzando sulle esperienze acquisite per ottenere risultati nuovi e migliori. Innovare non è scoprire nuovi territori ma guardarli con occhi nuovi”.
La giornata, ricca e partecipata, ha visto l’alternarsi di diversi relatori, professionisti del mondo non profit e della comunicazione : grande interesse ha riscosso l’intervento di Vicky Gitto - Presidente e Chief Creative Officer di Y&R Italia – che ha affrontato il tema della comunicazione sociale. Per rendere il sociale oggi emotivamente rilevante - ha detto Vicky Gitto - bisogna calare i messaggi nella quotidianità delle persone, partendo da insight sempre molto precisi, lavorare sul “time to market” della campagna e provare ad andare oltre l’uso dei soli media classici.”
Le case history sul terremoto di Amatrice, presentata da ActionAid, e della neo nata associazione Amici del Pio Albergo Trivulzio, presentata dal presidente Luigi Ferrari, hanno coinvolto il pubblico in platea, che ha potuto condividere tematiche e soluzioni alle criticità . Un tema interessante è stato toccato dal professor Carlo Salvato di AIDAF (Associazione Italiana delle Aziende Familiari) con l’intervento “Il ruolo delle imprese famigliari a favore della comunità” nel quale ha ritratto la varie tipologie di imprenditori donatori e le strategie con le quali approcciarli.
In ultimo, molto seguita, la ricerca presentata Francesco Quistelli, Fundraiser, amministratore delegato Atlantis Company Srl, la ricerca “Gli Italiani e il fundraising. Come donano, cosa chiedono e quali propensioni hanno i donatori italiani oggi”.
La ricerca, realizzata da IDMC, fotografa il variegato mondo dei donatori di denaro per cause di solidarietà o umanitarie. La motivazione principale di donare (il 92% del campione) nasce dal desiderio profondo di aiutare chi ha bisogno. Il 45% aggiunge di sentire un senso di identificazione e il 24% sente il desiderio di fare qualcosa di utile.
Dato rilevante è che diminuisce il numero di ONP a cui i donatori sono soliti donare e cresce invece l’attenzione verso l’organizzazione alla quale si decide di donare, con relativo desiderio di trasparenza e di certezza che le donazioni siano destinate a qualcosa di concreto.
L’impegno dei donatori italiani – dichiara Francesco Quistelli – è indispensabile per consentire la coesione sociale, per rispondere ai problemi dei più deboli e per dare forza al cambiamento. È una grande scelta di responsabilità sia da parte di chi dona che di chi riceve, in primis le organizzazioni nonprofit.”