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Grande mostra su’ Astrattismo alla casa del Fascio

07/10/2017 29392 lettori
4 minuti

Un’ora di colloquio con il primo cittadino e subito alcuni paletti ben precisi per immaginare la rinascita della Como culturale.  «La prima idea riguarda la casa del Fascio oggi occupata dalla finanza invece che da un luogo di cultura. Potrebbe invece essere uno stupendo museo dell’arte astratta a livello europeo e proprio qui sarebbe grandioso allestire una grande mostra naturalmente sull’astrattismo. Un tema di respiro internazionale ben connesso con il territorio». La prima proposta emersa dal faccia a faccia tra Vittorio Sgarbi, convocato in città per rianimare la vita culturale in riva al lago, e il sindaco Mario Landriscina.

A mo’ di passatempo ho da sempre seguito lo svolgersi delle iniziative culturali, in particolar modo le «Grandi Mostre», cercando l’apprendimento ed il possibile «godimento estetico», ma anche il tentativo di sollecitare la conoscenza per far sì che l’uomo diventi «l’artefice del futuro personale e dell’umanità intera». L’idea di un’affascinante dimensione «dell’economia fondata sulla conoscenza». «La città della conoscenza»: un disegno urbano tanto rivoluzionario nella sua profonda prospettiva democratica? Se oggi i mezzi di produzione risiedono realmente nella mente dei produttori, allora assisteremo ad una maggiore diffusione dell’uguaglianza delle opportunità dal momento che chiunque potrà generare una grande idea.

L'affermazione dell'arte astratta non è altro che «la logica tappa del processo evolutivo della filosofia pittorica moderna. Dopo la ribellione nei confronti dell'arte accademica, maturata nelle correnti artistiche dell'Ottocento, evolutesi poi nella riduzione dell'oggetto all'essenzialità Geometrica di Cézanne,  nella concezione   Espressionista del quadro, favorendo l'aspetto emozionale a quello estetico, nell'eliminazione della visione prospettica del Cubismo e nella possibilità di un linguaggio di puri colori suggerita dai Fauves, cosa era rimasto da dipingere? Eliminato il soggetto e la sua rappresentazione figurativa riconoscibile, l’astrattismo vuole creare un linguaggio artistico rivoluzionario capace di migliorare la condizione umana».

L'Astrattismo è un'avanguardia artistica nata nei primi anni del XX secolo, in zone d'Europa lontane tra loro, dove si sviluppò senza intenti comuni. Il termine indica quelle opere pittoriche e plastiche che esulano dalla rappresentazione oggettiva della vita reale. L'astrattismo usa un linguaggio visuale di forme, colori e linee con lo scopo di creare una composizione che possa esistere con un grado di indipendenza dalle referenze visuali nel mondo. L'arte occidentale è stata, dal Rinascimento fino al 19° secolo, segnata dalla logica della prospettiva e dal tentativo di riprodurre un'illusione della realtà visibile. Ma l'accessibilità alle arti delle culture altre rispetto a quelle europee mostrano modi alternativi di descrivere l'esperienza visiva agli artisti. Dalla fine del 19° secolo molti artisti sentirono il bisogno di creare un nuovo tipo di arte che includa i cambiamenti fondamentali che stavano avvenendo nella tecnologia, nelle scienze e nella filosofia. Le fonti da cui gli artisti estraevano i loro argomenti teorici erano diverse, e riflettevano le ansie sociali e intellettuali in tutte le culture occidentali del tempo.

                                                                                                                                    

Fonti: Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L’approfondimento sul Corriere di Como in edicola venerdì 6 ottobre

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.