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La meglio gioventù

01/02/2005 3032 lettori
4 minuti
Un affresco dai colori così squillanti e con una luminosità talmente intensa, che una volta riflesso nella nostra anima sarà difficile da cancellare:così si può definire questo film-maratona(6 ore di pellicola),che dal lontano 1966 ci ha accompagnato fino a casa nostra, il terzo millennio. Ne sono avvenute di cose in questo spaccato di vita italiana, ma non è stato necessario riprodurle una ad una sullo schermo: proprio questo, infatti, è uno dei maggiori pregi de"La Meglio Gioventù". Solo attraverso gli sguardi, le azioni, le crisi, le gioie, i pianti di una semplice famiglia italiana, ci sono passate dinanzi tutte le cose belle, e non, della nostra cara e povera Italia di fine secolo. Dall'alba al tramonto: questo è stato il percorso del lungo viaggio che ha messo a dura prova tutta la famiglia Carati, compresi i due fratelli Nicola e Matteo, che in uno scatenarsi di continue burrasche, si sono trovati in balia delle onde per più di 30 anni. Nonostante le "cattive acque", i nostri due protagonisti hanno sperato più volte di rivedere un'altra alba, un altro sole, ma purtroppo solo uno ne ha avuto la possibilità; l'altro è stato sopraffatto da un carattere troppo introverso, troppo violento, troppo sincero, troppo romantico: quello "Spirto Guerriero", che non ha saputo svegliarsi da quel lungo sonno, ha preferito levarsi quell'enorme peso dalle spalle e dal cuore. Il Dubos diceva: "Il vero scopo della pittura è quello di commuoverci": questo film ci è riuscito a pieno. Ecco perchè, tutti coloro che sentono di appartenere a quella "Meglio Gioventù" possono esserne orgogliosi; ed anche noi, giovani d'oggi, adulti di domani, figli di quella "Meglio Gioventù", possiamo esserne fieri.

Paolo Massa
maant@interfree.it