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Amen

15/10/2002 4989 lettori
4 minuti
Nella nostra Europa paurosamente e sottilmente percorsa da venti di xenofobia ed intolleranza il film di Costa Gravas appare effettivamente come atto di coraggio, basti per tutto pensare alla decisione della casa produttrice, la Mikado che ha ritirato dalle piazze italiane i manifesti choc firmati Oliviero Toscani. Gravas propone una scottante riflessione sui fatti dell'Olocausto e, soprattutto, sui vigliacchi silenzi del papa Pio XII; tratta dalla pièce di Rolf Hochhuth "Il vicario" è la storia di Kurt Gerstein, ufficiale delle SS, abile chimico, fornitore del terribile Kyklon B ai campi di concentramento e della figura , inventata, del prete gesuita Riccardo Fontana. Quest'ultimo è abilmente delineato dall'attore Mathieu Kassovitz nei suoi tentativi disperati di esercitare pressioni, prese di coscienza all'interno del Vaticano. Entrambi sono inermi spettatori del massacro, della follia nazista anche se tenteranno da soli di penetrare il silenzio, l'indifferenza degli ambienti clericali; la figura di Pio XII appare quindi una sorta di macchietta, con gesti e pretese da monarca, come anche nella versione di Pasolini in "L'enigma di Pio XII" è stato tratteggiato: "Sono un papa politico e perciò enigmatico. La carità in me è sepolta dal mio comportamento. E', forse, divenuta flatus vocis, anche lamentoso…." In realtà la preoccupazione preponderante di Pio XII era il comunismo dilagante di Stalin e la minaccia nazista poteva addirittura rappresentare un prezioso appoggio strategico; è questa la cruda realtà denunciata da Gravas che non mostra mai esplicitamente le camere a gas, lo sterminio anche fisico. Si intuisce semplicemente l'orrore dalle immagini dei treni sprangati e poi vuoti per l'ennesimo carico umano, inoltre è da uno spioncino che Gerstein scopre le torture dei campi di sterminio. Complessivamente il film convince, si pone come forte atto di denuncia ma è pervaso da una sensazione di sospensione, di incompiutezza, avrebbe potuto essere memorabile se avesse sottolineato con più decisione alcuni aspetti della vicenda oppure la personalità, la psicologia del papa Pio XII. Forse il forte tema trattato, forse la complessa sceneggiatura hanno smarrito, reso poco omogeneo il film anche se la forza del messaggio rimane intatta, in ogni caso non possiamo non fornire una votazione generosa: 75%
Francesca Lagomarsini
Francesca Lagomarsini

Francesca Lagomarsini : sono nata a Genova il 2/12/71, vivo a Genova in una zona di campagna, scrivo poesie e racconti, amo in particolare la poesia al “femminile” di E. Dickinson e Alda Merini.
Scrivo da quando sono bambina, ho partecipato a diversi concorsi, pubblico su “Liberodiscrivere” e “Scritturafresca” in Internet. Ho pubblicato a mie spese la mia prima raccolta dal titolo “Libellule”; il mio secondo amore è il cinema, in particolare stimo molto i registi inglesi e francesi, adoro i vecchi film italiani del neorealismo (De Sica, Rossellini, ecc).
Il mio sogno è pubblicare una raccolta di poesie e fiabe illustrata dai miei disegni e anche quello di viaggiare intorno al mondo facendo la giornalista letteraria…