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“La rivoluzione dei Nirvana. Smells Like Teen Spirit raccontata da Federico Guglielmi ed Elena Raugei”

06/04/2005 9440 lettori
5 minuti

Se sei in grado di scrivere un libricino di 80 pagine parlando di una sola canzone, le cose sono due: o sei uno scrittore prolisso o la canzone che stai trattando è un autentico pezzo di storia del rock, ricco di connotazioni non solo musicali, ma anche socio-culturali. Leggendo “La rivoluzione dei Nirvana – Smells Like Teen Spirit raccontata da Federico Guglielmi ed Elena Raugei” si ha l’impressione che valga la seconda ipotesi. “Smells like teen spirit” dei Nirvana, infatti, ha rappresentato – e rappresenta tuttora – una pietra miliare per la generazione che nei testi di Kurt Cobain si rivedeva appieno.

“Smells like teen spirit” costituisce indubbiamente l’inno del grunge, sintetizzando il mondo espressivo del miglior Cobain e tracciando, come dice lo stesso libro, “una netta linea di demarcazione tra il prima e il dopo, influenzando in modo determinante non solo il suono ma anche il costume e la cultura del suo tempo”. Il volumetto, edito da Elleu, si apre con “Un ragazzo”, che racconta brevemente la storia di Kurt dalla nascita fino all’incontro con Chris Novoselic e Dave Grohl, per poi proseguire con “Il pop sotterraneo”, in cui si parla della Sub Pop, la piccola etichetta che divenne l’elemento catalizzatore di tutto il fenomeno musicale ruotante attorno a Seattle e diede alle stampe “Bleach”, il primo album dei Nirvana. Con “Comunque, nonimporta” si entra nel vivo, narrando la gestazione di “Nevermind”, il secondo disco della band che ospita, appunto, “Smells like teen spirit” e che fu campione di vendite. Nel capitolo successivo, “Odore di spirito adolescenziale”, si abbozza la prima reale analisi del pezzo, sostenendo che “suggerisce vari messaggi e stuzzicanti chiavi di lettura. Il nocciolo della questione potrebbe essere la necessità di sfogo catartico di un’intera generazione cresciuta e vissuta in solitudine e nella tristezza, tesi in qualche modo sostenuta dall’interesse con il quale Cobain seguiva teorie filosofico-politiche […] che predicavano una sorta di rivoluzione degli adolescenti e la “necessità” di trasferire ai ragazzi con meno di vent’anni il controllo dei principali meccanismi della società, sottraendolo a classi dirigenti adulte il cui potere era viziato da indifferenza e corruzione”. Dopo un’ampia, ed esauriente, disamina delle ragioni e dei significati intrinseci di questa hit, gli autori non mancano di trattare anche gli altri dischi realizzati dai Nirvana prima del drammatico suicidio di Cobain, spirito perennemente inquieto, nonché gli ultimi momenti di vita della rockstar, il successo anche postumo avuto da Kurt e la band, e i progetti – mai realizzati – che Cobain aveva in mente.

La chiusura è affidata ad una riflessione sulle riletture e gli omaggi che altri artisti hanno tributato a Cobain e “Smells like teen spirit”, ad ulteriore testimonianza della sua forza e del suo valore. In coda, un’esauriente sezione dedicata alla discografia, con album, singoli ed Ep.   

Massimo Giuliano
Massimo Giuliano

Ho collaborato con varie testate cartacee, tra cui Il Tempo e Intercity. La musica è il mio interesse principale: ho recensito cd e concerti per vari siti Internet (NotizieNazionali.net, L'isola che non c'era, Musicalnews.com) mentre oggi sono redattore di IlPescara.it, gruppo editoriale Citynews-Today. Mi sono occupato per anni anche di uffici stampa e comunicazione, collaborando inoltre da esterno con agenzie ed emittenti tv per realizzare servizi ad hoc.