Questioni di ordinaria (pubblica) amministrazione
Come annunciato dal premier Berlusconi l’amministrazione pubblica italiana dovrebbe andare incontro ad una progressiva de-materializzazioni dei propri documenti cartacei. Si tratterebbe, in pratica, di una digitalizzazione della macchina burocratica che dovrebbe permettere allo Stato di risparmiare svariati milioni di euro.
Nella puntata di Ballarò del 5 aprile (che probabilmente passerà alla storia della comunicazione politica per il ritorno al dibattito televisivo del Cavaliere) si è fatto cenno al fatto che presto gli addetti all’amministrazione pubblica saranno anche dotati di una propria casella e-mail. Attualmente la sua diffusione tra tale categoria di lavoratori graviterebbe intorno al 30%.
Certo il futuro dell’informatizzazione della burocrazia italiana non può certo fermarsi all’uso delle e-mail. Un eventuale digitalizzazione della documentazione della pubblica amministrazione potrebbe rappresentare, in primo luogo, un’occasione per rendere più permeabile il rapporto tra cittadino e pubblica amministrazione.
Gli ultimi dati del rapporto Nielsen/netratings confermano il trend di crescita della diffusione di Internet sul territorio nazionale.
Alcune agenzie pubbliche, come l’Inps, hanno da tempo avviato dei programmi per permettere ai propri iscritti di accedere ad informazioni che un tempo avrebbero richiesto tanta carta da bollo.
Ci si augura che un progetto di ammodernamento tenga conto anche dei limiti culturali attuali. Non basta mettere del materiale in Rete e sperare che i cittadini siano in grado di sfruttare tali risorse. Occorre una maggiore sensibilità e consapevolezza circa le difficoltà d’impatto di un nuovo mondo, potenzialmente straordinario, come quello della burocrazia elettronica.
Facilità d’uso, ma anche supporto e capacità di feedback dovrebbero in tal senso caratterizzare una nuova architettura web-oriented della pubblica amministrazione.
Si auspica, soprattutto, che si tengano in dovuta considerazione i tanti laureati e studenti di Scienze della Comunicazione che, nella creazione di interfacce dotate di web-usability e nelle gestione delle tipologie di problematiche riscontrate dall’utenza, potrebbero dimostrare di possedere un adeguato bagaglio culturale e un’efficace capacità formativa.
Data la carenza di posti di lavoro, ciò potrebbe rappresentare un non trascurabile sbocco professionale e un’opportunità per dare vita a nuove figure a tutti i livelli, centrali e locali, della P.A.
Forse quella del Cavaliere era solo una boutade. Forse i nostri progetti e la nostra voglia di fare superano di gran lunga la concreta complessità di una riforma di ammodernamento della burocrazia davvero allineato con gli strumenti del nostro tempo.
Probabilmente noi siamo già nel futuro. Non ci resta che pazientare e aspettare che, non troppo tardi magari, gli altri, i politici per intenderci, ci raggiungano.