Intervista al Presidente di GSA Italia
Oggi ho incontrato Roberto Bonin,
presidente di GSAItalia
per chiacchierare sulla comunicazione
e per farci descrivere il progetto
dell'Associazione di Giornalisti Specializzati.
Roberto, cosa è GSA?
GSA, per esteso Giornalisti Specializzati Associati, è una nuova Associazione di categoria nata allo scopo di radunare a sé tutti gli operatori dell’informazione e della comunicazione operanti in quei settori come l’economia, la finanza, l’information technology, l’industria e l’artigianato non ancora rappresentati da alcuna organizzazione.
La nostra nuova iniziativa, comunque, segue di pari passo le indicazioni e lo spirito dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti e della Federazione Nazionale della Stampa Italiana che sono – e saranno sempre – per noi il nostro principale punto di riferimento.
Giornalisti Specializzati Associati. Quali sono gli obiettivi dell'Associazione?
Nel nostro Paese, pur rappresentano quasi i ¾ dell’intero panorama editoriale, i giornalisti del comparto tecnico-specializzato vengono spesso considerati dei “giornalisti di serie B”; ebbene, la giusta valorizzazione di questa nuova figura, sarà per noi uno dei nostri obiettivi principali.
Le nostre principali attività, comunque, saranno per lo più dedicate all’assistenza legale e fiscale, all’organizzazione di eventi culturali e conviviali per lo scambio di informazioni tra i nostri associati (e non solo) e alla formazione e all’orientamento di giovani e studenti.
In Italia esistono già numerose valide e prestigiose Associazioni di categoria affini alla nostra, come ad esempio l’Unione dei Giornalisti Italiani Scientifici o l’Associazione Nazionale Giornalisti di Enogastronomia e Agriturismo, con le quali vorremmo stabilire un rapporto di reciproca e proficua collaborazione; noi tutti abbiamo un sogno: la “Federazione Italiana dei Giornalisti Specializzati” che racchiuda al suo interno tutte le singole Associazioni di categoria… per adesso è solo un sogno, ma in futuro, chissà….
Perché unire giornalisti e comunicatori in una sola Associazione?
Perché crediamo che i colleghi degli uffici stampa e delle agenzie di comunicazione sono, da sempre, i più stretti collaboratori dei giornalisti tecnico-specializzati. E poi, d’altro canto il nuovo indirizzo fornito dalla Legge 150 sembra abbastanza chiaro: l’addetto stampa deve essere considerato a tutti gli effetti un giornalista.
Personalmente credo che un giornalista deve necessariamente essere un buon comunicatore e un comunicatore deve essere anche un po’ giornalista; non dimentichiamoci, difatti, la grande quantità di comunicati stampa che l’addetto stampa è chiamato quotidianamente a scrivere.
Comunque, è sempre meglio e doveroso – sia sotto il profilo prettamente deontologico che professionale – mantenere ben distinte le due categorie.
Avete una struttura radicata e strutturata per ogni Regione. Perché questa scelta strategica?
Fondamentalmente per due motivi: il primo per venire incontro a tutti gli associati d’Italia, specialmente quelli del sud e delle zone più periferiche, e il secondo – più futule e banale - per venire incontro agli impegni professionali e privati degli stessi membri del Consiglio Direttivo (per tutti noi GSA rappresenta una seconda attività che, necessariamente, deve avere un ruolo di secondo piano rispetto alla propria attività lavorativa e ai propri affetti famigliari!).
Devo comunque dire che avere dei responsabili per ogni regione italiana mi rende personalmente orgoglioso e fiero di essere il Presidente di GSA: mi sembra quasi di essere presente in ogni parte d’Italia e “stringere idealmente la mano” ai colleghi di tutte le regioni italiane.
Quali sono secondo te le necessità del mercato dell'informazione oggi, e quali le pecche da parte dei giornalisti?
Purtroppo, in un momento di crisi generale come questo, la nostra professione risulta essere una delle più colpite!
Sicuramente la disoccupazione e la precaria situazione dei freelance sono due aspetti della professione giornalistica che devono essere affrontati con priorità e decisione.
Molti accusano i giornalisti tecnici di essere dei “marchettari” al soldo delle industrie inserzioniste: ebbene, credo invece che proprio l’industria debba sostenere con maggior forza e vigore l’editoria specializzata, che rappresenta uno degli assi portanti dell’informazione e della cultura italiana.
D’altra parte, gli investimenti pubblicitari rappresentano la principale fonte di sostentamento dell’editoria specializzata e non utilizzarla significherebbe far morire un settore di fondamentale importanza nella vita sociale e lavorativa del nostro Paese.
Altro grande errore, credo sia quello di destinare minori risorse alla comunicazione durante i periodi di crisi dei mercati: al contrario, deve essere invece un settore sempre alimentato e sostenuto, soprattutto nei momenti di difficoltà.
Beh, ma oltre al presidente di questa Associazione hai anche una professione da svolgere. Come ti riesce di conciliare gli impegni?
Per dire la verità, non avrei mai voluto ricoprire la carica di Presidente, poiché di fronte a personalità come David Messina e Domenico Fiordelisi (da sempre miei modelli nella vita e nel lavoro) mi sento decisamente “troppo giovane”.
Ho assunto questo incarico perché in questo particolare momento di start-up, credo che ci vogliano persone giovani e volenterose per avviare un grande progetto: diciamo, in un certo senso, che GSA mi ha chiamato ed io ho risposto.
GSA, comunque, rappresenta per me un’autentica sfida e come tale la sto vivendo: nulla toglie, però, che tale attività venga sempre dopo il mio normale lavoro di giornalista e di comunicatore.
Ho la fortuna di essere redattore di due prestigiosi organi d’informazione del settore trade e collaboratore esterno di altre validissime testate del settore IT (da sempre mia vera passione!), nonché consulente di una quotata agenzia di comunicazione, e quindi credo che questo meriti il massimo impegno e sacrificio.
In più, cerco di mantenere sempre aggiornato il mio sito web “Piccoli Giornalisti” che ho creato per venire incontro a tutti i giovani e gli studenti che vogliono intraprendere questa bellissima professione.
Tra l’altro, ho il grande privilegio di essere quotidianamente a contatto con validissimi professionisti (ad iniziare dal mio direttore e i miei colleghi di lavoro fino ad arrivare ai miei amici e collaboratori), sia del settore giornalistico che comunicazione, e quindi cerco di sfruttare ogni singolo istante per catturare qualsiasi consiglio o insegnamento.
E poi, come tutti, cerco di salvaguardare al meglio la mia vita privata e i miei momenti di relax, in compagnia della mia famiglia e dei miei amici. Ti sembrerà strano ma, nella vita di tutti i giorni sono molto pigro!
In finale, più che una persona “impegnata”, mi considero una persona “fortunata”!
Roberto, non sei ancora quarantenne, e già tutto questo cammino. Dove vuoi arrivare?
Credo che nella vita, non bisogna mai darsi dei punti di arrivo, ma, caso mai, dei punti di partenza.
Chi mi conosce personalmente sa benissimo che l’ambizione non fa affatto parte del mio modo di essere, ma, al contrario, l’impegno e il sacrificio hanno sempre rappresentato per me un modello di vita, dato anche dalla mia profonda fede religiosa.
Addirittura qualcuno mi accusa talvolta di essere un po’ troppo umile nei modi e negli atteggiamenti: a questi rispondo che se si vuole essere dei buoni comunicatori occorre possedere assolutamente quelle doti di umiltà, disponibilità e semplicità necessarie per il confronto e la collaborazione (Don Bosco diceva sempre che con un buon sorriso si aprono i cuori di tutte le persone).
Roberto grazie di tutto, io lascio qualche indirizzo:
allora, per visitare il sito www.gsaitalia.org
per contattarvi info@gsaitalia.org
per conoscere le cariche sociali, e quindi contattare i responsabili regionali...
http://www.gsaitalia.org/index.php?option=content&task=view&id=4&Itemid=27