lo scomunicatore..
Parliamo della comunicazione e di chi pratica questa professione ”appestata”: il comunicatore.
Circa un mese fà fu fatto un convegno dove si discuteva proprio di questo argomento.
Bene, avrei voglia di dire la mia e ricordare a chi ha la memoria corta che per comunicare bisogna parlare e far parlare.
Torniamo a noi.Al tema del convegno (il comunicatore si fa male) direi che si fa male sì.. da solo. Sì, perché il comunicatore, in quanto tale, dovrebbe essere sempre in grado di affrontare determinate minacce e lo fa per professione. Un comunicatore, come tutti gli esseri umani, può sbagliare (senza dubbio), sono convinto, ma il problema si verifica quando un comunicatore non fa il comunicatore… Mi spiego meglio. Se un comunicatore sbagliasse nel dare un consiglio (sarebbe meglio usare consulenza) non sarebbe comunicatore ma un presunto tale. Si potrebbe verificare una situazione ambigua quando tra il comunicatore e il cliente non ci sia stata l’informazione esatta e completa.
Non dico che il comunicatore è un dio ma soltanto che la comunicazione si fa in base alla quantità di informazione fornita dal cliente e quindi, come diceva G. Falconi: “la soluzione di un problema sta nel problema stesso […]” perciò, se il comunicatore interpreta male l’informazione si può parlare solo di presunto comunicatore.
Bisogna studiare bene l’informazione; in primis spremere il cliente all’osso per avere più informazioni possibili. Normale e naturale che il cliente che riceve un servizio scarso dica: “Ok, il comunicatore costa tanto e mi offre un consiglio per il quale non è all’altezza; un qualunque grafico costa meno e fa quello che voglio io…”
Vi lascio immaginare il passaparola, quindi il comunicatore (presunto tale) soffre, i ruoli si invertono e il grafico diventa comunicatore e qui entra in ballo il solito amico cane che si morde la coda.
La domanda nasce spontanea e non solo a me.. Chi è un comunicatore?
Il comunicatore è colui che riesce a elaborare e trasformare l’informazione tale da suscitare sentimenti, opinioni, etc. ma sempre rimanendo imparziale, magari basandosi sui fatti oggettivi non oltrepassando il confine della trasgressività del messaggio. Trasgressività, perché la creatività è trasgressione e non in senso di trash o quant’altro ma nel senso di scavalcare i binari del banale e dello scontato, usando la trasversalità del pensiero.
Vi invito a riflettere su un esempio: “ Qual è il contrario d’amare?.... Dolci”. Molti avrebbero detto odiare, ho sentito di tutto, come erama, ad esempio, che è una buona soluzione a livello semiotico ma non è esatto.
Direi che il comunicatore è come un codificatore di informazioni, si guarda in giro, magari prende la metropolitana, gli autobus, va a piedi per la città per studiare i caratteri delle persone, il paesaggio, tutto ciò che lo circonda e che lo impressiona; poi lo elabora e decodifica in comunicazione.
Il comunicatore scrive, scrive ciò che gli passa per la mente; canta, stona, prende anche un singolo rumore urbano per creare un jingle, balla, prova e sperimenta.
Il comunicatore è il vigile unurban della comunicazione, è una banca dati di concetti e caratteri. Quindi, quando si presenta un tizio che vuole fare un lavoro di qualsiasi genere e chiede di poter fare il director della situazione portando bozze, pensieri già elaborati, come è successo fra le mie esperienze, non può altro che mettersi a ridere… per non piangere.
Il cliente si trasforma in comunicatore. E perché non si fa la comunicazione da solo? Gli costa di meno, risparmia tempo e tante altre cose… Forse perché vuole spendere meno? Ma la buona comunicazione si paga come pago un buon costruttore per edificare la mia casa, come un buon ristorante che serve bene…. Come una buona comunicazione, appunto, eccita le papille gustative.
Sempre convinto che una piccola informazione può sconvolgere la comunicazione, a mio parere, bisogna stare attenti e magari tornare a trovare le risposte anche se si è certi di ciò che si dice.
Il dubbio comunque deve esistere proprio perché non siamo degli dei.
Buona comunicazione allora!La comunicazione è alle porte… Chi le apre?