La benedizione di Desmund Tutu al Festival Mondiale delle Relazioni Pubbliche a Trieste
Il messaggio augurale di Desmond Tutu, premio Nobel per
Con questo importante augurio vediamo riconosciuti non solo l’estrema attualità e valore culturale del concetto di diversità, ma anche il ruolo centrale svolto dalla comunicazione «in un mondo sempre più polarizzato in cui è assai difficile rendersi consapevoli di quel che ci separa e ci rende diversi», come afferma l’arcivescovo Tutu. In un sistema di relazioni in cui dall’omologazione si è passati a marcare consapevolmente i propri tratti distintivi dalla massa, la comunicazione nella e con la diversità assume un ruolo decisivo e l’obiettivo diventa quello di promuovere il valore della diversità.
La consapevolezza del valore e l’efficacia della comunicazione e delle relazioni pubbliche ha avuto uno sviluppo propulsivo nel continente africano. Citando una constatazione di Toni Muzi Falconi, organizzatore del Festival: «Anche in Africa è stato sviluppato uno specifico modello di relazioni pubbliche basato sul principio generale che tutte le organizzazioni che operano in quel continente necessitano disperatamente di credibilità e di legittimità sociale, proprio nel momento in cui si sforzano di ottenere quella coesione sociale che è stata impedita dalla tradizionale cultura coloniale del “divide-et-impera” e che ha così drammaticamente caratterizzato anche i governi post-coloniali negli ultimi cinquant’anni». Con il modello africano registriamo oggi una chiara alternativa al tradizionale modello americano di pratica delle Relazioni Pubbliche, finora non solo predominante ma unico.
A raccontare la strategia di comunicazione della “nazione arcobaleno” di cui Desmund Tutu è considerato padre, a Trieste ci saranno Chris Skinner e Gary Mersham che valuteranno i risultati dell’impatto comunicativo a dieci anni dall’avvento della democrazia in Sudafrica. In primo piano le dinamiche del processo di integrazione, favorite soprattutto dagli investimenti economici regionali, con occhio di riguardo alla situazione dei giovani sudafricani. Ecco che affrontare il tema della diversità, sia questa culturale, economica, sociale e politica, ha ancora più senso nel momento in cui raccontiamo la storia e l’evoluzione del Sudafrica, in passato terra della discriminazione razziale e della demonizzazione della diversità, ma che ora può vantare di essere nominata “il miracolo della riconciliazione” (C. Skinner, G. Mersham).
NON SOLO OCCIDENTE…
Tra i protagonisti del Festival Mondiale delle Relazioni Pubbliche, si annovera una presenza massiccia di professionisti e studiosi provenienti dal continente africano. «Per la prima volta a Trieste, non saranno allora soltanto gli etnocentrici (di origine anglosassone ed europea) a fare il bello e il cattivo tempo, ma dovranno vedersela con africani e asiatici assai agguerriti: le nuove tecnologie infatti consentono oggi di sviluppare nuovi ambienti virtuali di relazione in cui le organizzazioni possono comunicare con gli stakeholder. A questo si aggiunga che la comunicazione con gli altri è sempre stata più efficace di quella agli altri», come sottolinea infatti Toni Muzi Falconi, organizzatore del Festival.
CHI E’ DESMOND TUTU
Desmond Tutu, premio Nobel per la pace 1984, arcivescovo di Città del Capo fino al 1996, presidente della Commissione per