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Sin City

30/06/2005 7636 lettori
5 minuti

“L’inferno è risvegliarsi ogni dannato giorno che Dio ci ha dato e non sapere nemmeno perché sei qui. E’ non sapere neanche perché respiri”. Marv.

Il 1° giugno è uscito nelle sale Sin City, diretto da Robert Rodriguez, Quentin Tarantino e Frank Miller, che è l'autore dei fumetti a cui il film è ispirato. Con un cast di prim'ordine e una fotografia eccezionale, gli autori traspongono su video il fumetto che ha riscritto il genere noir, dando al suo autore una immensa popolarità e un’importanza paragonabile a quella di altri Grandi Maestri come Will Eisner, Alan Moore, Art Spiegelman.

Sin City è la fedele trasposizione di tre episodi della fortunata graphic novel: Sin City, Abbuffata di Morte e Quel Bastardo Giallo, con gli stessi dialoghi, lo stesso spirito, la stessa atmosfera di bianchi e neri netti. Le riprese sono state fatte interamente in digitale. Le inquadrature e la fotografia sono curatissime ed il risultato è un film estremo e godibilissimo.

Uno sfigurato Mickey Rourke è Marv nel primo episodio, in cui è presente con un cameo anche Frank Miller nel ruolo del prete; Clive Owen interpreta nel secondo episodio Dwight, che dovrà aiutare la splendida bomba sexy Gail (Rosario Dawson) e le ragazze della Città Vecchia a fronteggiare il violento Jackie (Benicio del Toro). Infine nel terzo episodio un grande Bruce Willis veste i panni di John Hartigan, un vecchio poliziotto malato di cuore che nell’ultimo giorno di servizio prima della pensione rischierà la sua vita per salvare Nancy.

I racconti di Sin City.

La saga di Sin City nasce nell’aprile 1991 quando sulla rivista Dark Horse Presents, della Dark Horse Comics, esce il primo di una serie di tredici episodi, che si concluderanno nell’aprile 1992, con il titolo di Sin City, in cui si racconta la storia di Marv, un energumeno mentalmente disturbato deciso a vendicare la morte di una prostituta, misteriosamente uccisa dopo una notte passata con lui. Seguiranno altre storie autoconclusive, raccolte in volumi pubblicati in Italia dalla Magic Press, di cui si elenca la bibliografia completa, con i titoli originali delle edizioni americane tra parentesi e l’anno di uscita: - Vol. 1: Sin City (The Hard Goodbye), 1991; - Vol. 2: Una donna per cui uccidere (A Dame To Kill For), 1993; - Vol. 3: Un’abbuffata di morte (The Big Fat Kill), 1994; - Vol. 4: Quel bastardo giallo (That Yellow Bastard), 1996; - Vol. 5: Affari di famiglia (Family Values), 1997; - Vol. 6: Alcool, pupe & pallottole (Booze, Broads & Bullets), 1998; - Vol. 7: All’Inferno e ritorno (Hell and Back (A Sin City Love Story)), 1999; - L’arte di Sin CityTutti gli episodi si caratterizzano per atmosfere cupe e violente, nonché per un raffinato e romantico stile noir.

Lo stile grafico è quello di bianchi e neri netti, ognuno ritirato nei propri domini, insieme a un disegno sporco ed espressionista, intenzionalmente non troppo rispettoso delle anatomie, ma di grande impatto drammatico, anche grazie all’uso di essenziali splash page. E’ uno stile che ha fatto scuola ispirando un’intera generazione di disegnatori a venire. L'amorale della città del vizio. Negli Stati Uniti il fumetto è nato, è cresciuto, è morto, talvolta risorge, spesso si ripete e imita sé stesso riproponendo una sghemba parabola simile alle vite degli individui che ne popolano le storie; già, perché è sempre di storie individuali che si tratta, in una società che pone al centro di tutto l’autorealizzazione di sé. Forse proprio per questo motivo quando ciò non avviene, quando il sogno non si realizza, non rimane che la strada per un altro genere di individualismo, di cui il crimine è l’espressione più visibile ed anche la più logica in una società fondata sull’egoismo, arrivando ad essere contemporaneamente una rivolta contro di essa, come qualcuno ha scritto. E questo diventa ancor più vero se si pensa che oggi le forme di ribellione collettiva sono morte: rimane quindi solo la ribellione individuale, che spesso sfocia nel crimine e nella vendetta. Sin City è la città del vizio che così ha mutato il suo nome originale di Basin City, è il luogo dove si incontrano le vite di bestioni disturbati come Marv, poliziotti in liquidazione come Hartigan, puttane generose come Goldie, ex-ergastolani come Dwight, e per contro di sadici come Junior Roark, uomini potenti come suo padre, il senatore Roark, o suo zio il cardinale Patrick Roark, o ancora il misterioso Kevin. I primi sanno esattamente ciò che devono fare, perché devono farlo e il prezzo che dovranno pagare; sono sbagliati perché la società ha deciso che sono sbagliati; sono a volte criminali ma anche innocenti perché non traggono vantaggi personali dai loro atti, che anzi in qualche modo li redimono. I secondi fanno ciò che vogliono e sanno il prezzo che altri pagheranno per loro, perchè loro sono la Società, o meglio coloro che ne governano le leggi, le autorità, la polizia, i media, sono coloro che decidono chi vive e chi muore. E’ un mondo nettamente diviso tra bianco e nero, tra bene e male, senza sfumature, da testi cupi e taglienti e soprattutto da un disegno drammatico e senza compromessi. Uniche eccezioni sono la pioggia che si sovrappone e confonde (le idee, le storie, le persone) e le dolorose tracce di ambiguità (la mamma di Marv, la repulsione di Hartigan per i suoi sentimenti, la comprensione di una puttana) che l’autore dissemina nascostamente nelle sue trame.