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L'informazione del 2002

29/11/2002 10182 lettori
5 minuti
Avete mai provato a starvene un giorno intero senza uscire di casa e lasciare il vostro istinto di informarsi come meglio crede? Proviamoci insieme.

Buongiorno. Mi sono appena alzato e avrei voglia di sapere cosa è successo nel mondo. Non in maniera approfondita. Veloce, rapida. Un escursione nelle notizie del giorno prima e della notte. Sono le 6,00 a.m. e RaiUno ci propone "Euronews" contemporaneamente a Canale5 che ci fa godere con "TG 5 Prima Pagina".
E da qui la produzione dei TG continuerà ciclicamente, come un rito per tutta la mattinata. Basta cambiare emittente e troveremo un nuovo TG. Alle 8, ad esempio, c'è "TG LA7 Mattina". E ci saranno le televisioni locali che riprodurranno i Tg della Sera o si faranno avanti con produzioni nuove.

Si avvicina l'ora dell'aperitivo. Cosa hanno combinato i nostri dirigenti nelle prime ore del giorno? Avranno lavorato, spero. Cosa hanno prodotto?
ore 11,30 e TG4 apre la carmesse che non si chiuderà più, passando dai TG di rete ai programmi culturali.

E nel pomeriggio sono proprio i programmi culturali che voglio guardare, ma non di politica. Possibilmente la cronaca, nera o rosa che sia.
E a chiusura di giornata voglio proprio vedere cosa hanno prodotto i nostri dirigenti... Intorno alle 19 si aprono le redazioni serali. Ed ecco i TG di rete, TG4, TG3 e via! a ruota libera per proseguire con le trasmissioni di approfondimento e i talkshow. Naturale! dopo un bel film ci sta l'approfondimento sulla politica. Non solo la cronaca. Ma la politica, qualche bel reportage sull'Italia che lavora e non può lavorare... Ecco l'informazione in Italia, raccontata in due righe.

Ma la qualità? Come comunicano questi eminenti giornalisti? Beh, sanno utilizzare il medium a loro disposizione, quasi tutti. Chi a scopo politico, chi educativo... ma l'informazione? come ci viene proposta, l'informazione.

Per noi comunicatori di professione (anche se solo futuri alcuni), i tg sembrano sempre vuoti. Hanno delle lacune che ci spingono sempre di più ad acquistare giornali, settimanali e riviste di approfondimento. Oggi mancava la notizie di un arresto importante. Ieri hanno omesso un discorso importantissimo di Tizio e nessuno parla del convegno di Caio. Ma questo è solo la superficie del pianeta "informazione-che-non-va". Sicuramente i TG sono indirizzati al mercato, quindi le notizie vengono scelte in base a ciò che la gente vuole sentirsi raccontare e cosa non vuole. Ormai, ad esempio, è assodato che una guerra a due passi dell'Italia fa molto più audience della guerra trentennale dell'Africa; così come un terremoto che colpisce una cinquantina di bambini fa più rumore di un terremoto che scuote tutta la Sicilia. E i telegiornali? cosa fanno? ci raccontano esattamente queste cose. Si comportano perfettamente come l'utente-cliente vuole. Ed è così che recepiamo un servizio del quale decidiamo la qualità. In effetti un servizio non è un prodotto che viene messo sul mercato in attesa che arrivi il cliente, ma viene consumato nello stesso momento della sua produzione. Quindi il TG ci offre il servizio di informare e noi ne usufruiamo al momento stesso.

Parlare di valutazione di questo tipo di servizio lo lascio fare a chi, di mestiere fa il valutatore. A me interesse semplicemente discutere della qualità che ci viene offerta che, è questo è il mio pensiero, è quella richiesta.

Poche sono le volte in cui i nostri desideri vengono ignorati dalle televisioni e, certamente, la Rai è la tv che lo fa meglio. Un esempio? Biagi, considerato da tutti tra i padri del giornalismo italiano. Non possiamo più godere delle sue interviste, dei suoi approfondimenti. Un altro esempio? Santoro, come sia naturale a questo punto del discorso. Non potremmo più stare ad ascoltare le sue provocazioni e domande scottanti, ci toccherà bere il brodo d'informazione prodotto da Socci e soci.

In conclusione, a parer mio, il giornalismo in Italia produce ciò che noi gli chiediamo e quando va contro i nostri desideri ci sono delle motivazioni che non riesco a cogliere se non ponendolo in un emisfero a me sconosciuto. L'informazione in Italia, spesso ci dicono, va riformata, rivista... Ma forse il pubblico è contento di questo tipo di informazione. Forse la gente è questo quello che vuole, soprattutto perché è questo quello che guarda. Questo modo di procedere nell'analisi potrà, forse, sembrare sciocco o poco analitico. Ma credo sia lo stesso criteri che usino i direttori di testata. «Quale è la notizia che fa più rumore? in prima pagina e approfonditela in terza» Non è forse questa la frase che dicono più spesso?

E allora se veramente vogliamo che il modo e i tempi di fare informazione, in Italia, subiscano una svolta, è giunta l'ora di renderci conto che la televisione è un mezzo democratico e il telecomando è il nostro scettro del potere. Basta cambiar canale o spegnere il televisore quando una trasmissione non ci piace che il nostro messaggio verrà recepito da chi di competenze... tranne in RArI casi.

Luca Oliverio
Luca Oliverio

Luca Oliverio è il founder e editor in chief di comunitazione.it, community online nata nel 2002 con l'obiettivo di condividere il sapere e la conoscenza sui temi della strategia di marketing e di comunicazione.

Partner e Head of digital della Cernuto Pizzigoni & Partner.

Studia l'evoluzione sociale dei media e l'evoluzione mediale della società.