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Ho trovato la fedeltà stando con due donne

07/10/2005 36118 lettori
3 minuti

Radio 1 Rai: Pupo al ComuniCattivo di Igor Righetti (venerdì 7 ottobre alle 15.35)

'Ho trovato la fedeltà stando con due donne'

'La passione per l'azzardo è dentro di me, ma ho fatto del vizio per il gioco una virtù'

Domani (venerdì 7 ottobre alle 15.35 su Radio 1 Rai) Enzo Ghinazzi in arte Pupo sarà l’ospite del “Confessionale del ComuniCattivo”, laboratorio dei linguaggi della comunicazione ideato e condotto da Igor Righetti.

'Vorrei fermare il tempo a oggi', 'Ho fatto del vizio per il gioco una virtù.Era l'unico modo per tornare in auge', 'Oggi sono una persona che professionalmente si sta realizzando','La passione per l’azzardo è una cosa che ho dentro di me. Sto guarendo, sono in terapia, non nel senso che sto prendendo medicine o facendo sedute particolari ma nel senso che lo sto tenendo sotto controllo e spero che non torni più a dominarmi', 'Ho paura di me stesso', 'La fedeltà è una caratteristica che non mi appartiene. Io ho trovato la fedeltà stando con due donne, è una cosa difficile da spiegare e anche da far capire me ne rendo conto', 'Sto cercando Dio e ancora non l'ho trovato', 'I reality show non ho mai voluto farli come concorrente', 'Non uso droghe e non ho mai neanche fumato una sigaretta'.

Ecco un estratto dell'intervista.

Qual è la definizione tra quelle che ti sono state date che più ti piace?

A me hanno detto di tutto in questi trent’anni di carriera. Sono partiti dal “Re della canzone di serie B” fino a degli epiteti irriferibili. Però ultimamente mi hanno detto che riesco a portare me stesso in maniera genuina in televisione. E questa mi piace.

E quella che più ti ha ferito?

Non ho mai pensato che i giornalisti parlassero e mi criticassero in base a dei preconcetti personali quindi non mi sono mai offeso delle cose che mi hanno detto soprattutto gli addetti ai lavori. Ma le cose che mi hanno ferito di più fanno parte della mia sfera personale che riguarda la famiglia e quindi sono molto, molto private.

Che cosa è cambiato nelle tue abitudini dopo aver sostituito Bonolis sulla rete ammiraglia Rai?

Delle abitudini nulla tranne una permanenza più massiccia a Roma. Quindi meno paese, meno partitine al bar, meno hobby. Sto lavorando molto di più, ma sono felice perché è la prima volta che, in senso proprio completo, mi realizzo nel lavoro. Quando facevo soltanto il cantante mi realizzavo nei momenti in cui potevo esibirmi dal vivo ma c’erano delle parti come la registrazione e la costruzione delle canzoni in cui dovevo stare a dei compromessi che non mi piacevano. Quello che arrivava alla gente non era assolutamente corrispondente al cento per cento a quello che ero io. Oggi sono una persona che professionalmente si sta realizzando.

A chi devi questa svolta della tua vita?

Io devo ringraziare un sacco di situazioni e un sacco di persone, ma fondamentalmente credo che alla base ci siano la volontà e il carattere che possiedo. Sarebbe ipocrita e falsamente modesto dire che devo principalmente a qualcuno questa ritrovata popolarità. Poi ci sono intorno un po’ di persone che per gradi e gradini vari sono state importanti. La mia famiglia, la mia compagna, la gente che non mi ha abbandonato quando io non ero più nessuno, un ragazzo che nessuno conosce che si chiama Umberto. È il manager e il mio amico intimo, un esperto di comunicazione che otto anni fa ricominciò a riposizionare la mia carriera. Non è che sia stata proprio tutta una casualità.

Ci lavoravi già da tempo...

Sì. E poi qualche amico come Gianni Morandi che mi ha dato una mano anche economicamente nel momento del bisogno. Devo dire che non sono stato deluso dalla gente quando avevo bisogno. E questo è un caso raro.

Ti emoziona di più esibirti come cantante o come presentatore televisivo?

Emotivamente scrivere una canzone e cantarla ancora oggi è una cosa che mi emoziona parecchio, ma “Affari tuoi” è un programma che mi emoziona molto perché è azzardo puro. E la passione per l’azzardo è una cosa che ho dentro di me.

A proposito di azzardo. Al di là dei tuoi successi come cantautore, di te è nota la tua febbre per il gioco che ti ha portato in passato a non poche difficoltà. E ora, sei sfebbrato?

Sto guarendo, sono in terapia, non nel senso che sto prendendo medicine o facendo sedute particolari ma nel senso che lo sto tenendo sotto controllo e spero che non torni più a dominarmi.

Conoscendo la tua passione per il gioco si ha l’impressione che con “Il malloppo” ti sia stata data un’opportunità legata alle emozioni che tu meglio conosci. E il pensiero va a Emilio Fede che fu allontanato dalla Rai per le sue cattive abitudini di giocatore. Tu invece sei stato premiato. Perché?

I tempi sono molto cambiati, la morale si sta facendo un pochino meno ipocrita. Però credo che il fatto che io abbia cercato di combattere questo vizio sia un bel messaggio. Il fatto che io non giochi più da qualche anno, ormai, può essere per la gente un esempio che ci si può riuscire a prescindere da me. Constatare che RaiUno nell’orario di più grande ascolto dia voce a quest’esempio, che sono io ma poteva anche essere un altro, è molto importante.

Anche nella tua vita privata non fai mistero di vivere contro le regole. Che cos’è l’azzardo?

L’azzardo è un modo di vivere. È credere in qualcosa che non sia quella cosa prestabilita da una morale religiosa, che ti appartiene o non ti appartiene, fino a quando tu non riesci a essere cosciente e a prendere una tua strada. Io sono una persona che non vive fuori delle regole, anzi io ho delle regole nella mia vita, ne ho più io di qualche altro. Vivendo più emozioni e una vita sentimentale particolare da sedici anni devo avere delle regole molto più ferree.

Di che cosa hai paura?

Ti risponderei di me stesso perché la paura più grande che ho oggi è questa.

Perché?

Perché conosco le mie reazioni che non guardano in faccia a nulla nel momento in cui venissi ferito in qualcosa, forse per qualcuno stupidamente, ma che non appartiene a quello che io penso di me. Ho delle reazioni ancora molto forti di fronte alle provocazioni che potrebbero essere quelle di gente che non mi rispetta, che non capisce che nella mia pazzia, comunque, ho avuto una coerenza.

Chi sono i tuoi nemici?

Beh, fisicamente non vedo nemici importanti intorno a me. Poi non ho memoria, quando qualcuno parla male di me, soprattutto professionalmente, non penso mai che lo faccia perché ha qualcosa contro di me. Io so che la merce che mettiamo sul piatto è noi stessi quindi se facessi delle sedie criticherebbero le mie sedie. Poi le cattiverie esistono nel mondo. Qualche cattiveria forte l’ho subita, ma non nel lavoro. Ho avuto a che fare con gli strozzini, gente moralmente poco per bene. Ma questa è stata colpa mia. Sono abituato a sentirmi responsabile dei miei errori e questo a volte mi frega.

Hai dichiarato che in passato sei arrivato a stare anche con quindici donne contemporaneamente. La fedeltà è un limite all’amore?

Queste sono dichiarazioni che si fanno anche in maniera divertita. Non ne amavo neanche una però, questo è quello che volevo dire. La fedeltà è una caratteristica che non mi appartiene. Io ho trovato la fedeltà stando con due donne, è una cosa difficile da spiegare e anche da far capire me ne rendo conto.

Adesso stai con due donne. Tua moglie e Patricia, la tua assistente.

Era partita come mia segretaria ed è diventata la mia compagna di vita.

E che cosa ne pensano loro?

Sono molto complici, si rispettano, si stimano. Certamente non si amano.

Sono gelose?

Credo di sì, però cercano di non dimostrarlo. Non è stato facile. Siamo arrivati a un equilibrio che è passato anche attraverso momenti molti duri e oggi hanno organizzato insieme una meravigliosa festa per i miei cinquant'anni e io non potrò mai dimenticarlo. Sono state bravissime.

Si sono coalizzate?

Beh, questo potrebbe essere pericoloso.

Cene a tre?

Qualche volta, ma non ostentate. Soltanto quando sono obbligatorie.

Com’è il tuo rapporto con la spiritualità?

Molto stressante. Sto cercando Dio e ancora non l'ho trovato.

E il tuo rapporto con il tempo che passa e ti fa essere sempre meno 'pupo'?

Il tempo che passa non mi fa paura. Lo reputo un vantaggio. Se il tempo passa e siamo ancora qui vuol dire che siamo fortunati. Non mi farei, almeno oggi con questo tipo di testa, un intervento estetico. Mi sono dovuto accontentare del mio fisico, l'ho saputo anche amare. È un rapporto abbastanza sereno, mi dà l'opportunità di pensare che è un giorno in più che è passato ma con qualcosa di bello che è accaduto. Io vado a letto molto presto e la mattina quando mi alzo sono sempre molto felice e positivo.

Hai mai fatto uso di droghe?

Mai, non ho neanche mai fumato una sigaretta.

Dal gioco in tv hai in preparazione uno spettacolo teatrale dove racconterai il tuo vissuto e poi ancora un libro, 'Banco solo. Il diario di un giocatore chiamato Pupo', edito da Gremese. Hai fatto del tuo vizio per il gioco una virtù?

Necessariamente. Era l'unico modo per tornare in auge forse. Che dici sono stato furbo?

Direi proprio di sì visto il tuo successo. Che cosa ti auguri per il tuo futuro?

Vorrei fermare il tempo a oggi. So che non è possibile, mi auguro che le cose rimangano così.

Igor Righetti
Igor Righetti

Igor Righetti è nato a Grosseto il 25 giugno 1969. Cancro ascendente vergine di cui ha preso tutti i difetti ma anche qualche pregio, è parente diretto di Alberto Sordi da parte di padre. E' massmediologo, giornalista professionista, saggista, docente di Giornalismo, Linguaggi radiotelevisivi e Infotainment in numerose università pubbliche e private, attore, autore e conduttore radiotelevisivo. Ha frequentato il laboratorio teatrale di Mario Fraschetti e la scuola Agimus di musica e canto diretta dal professor Bogi.



Ha cominciato il suo percorso professionale di giornalista al quotidiano “La Nazione” e ha proseguito a “La Stampa” (dove dal 1991 al 1993 è stato responsabile della pagina “Cultura e tradizioni locali” dell’edizione della Valle d’Aosta) e all’Indipendente.



Nel 2003 ha sdoganato la “comunicattiveria” attraverso il progetto crossmediale (radio, tv, Internet, editoria, musica e carta stampata) denominato “Il ComuniCattivo”. Sono 7 gli universitari che hanno fatto tesi di laurea sul programma, sul suo linguaggio, sulla sua creatività e sul suo modo di fare infotainment (informazione e intrattenimento).

Il suo stile di conduzione ricorda gli anchormen anglosassoni; Righetti, infatti, per questo suo modo di comunicare viene definito il “David Letterman italiano”.

Ha scritto i libri “Prove tecniche di comunicazione” e “Il ComuniCattivo e la sua vena creativa” (Guerini e Associati editore). Con Baldini Castoldi Dalai ha pubblicato “Come ammazzare il tempo senza farlo soffrire” giunto alla seconda edizione. Su Raiuno, all'interno di Tg1 libri, è autore e conduttore dell'”Aforisma del ComuniCattivo”. Su Raidue è stato autore e inviato delle due edizioni del programma “Futura city”. Ha ideato e condotto il format del primo radio reality “In radio veritas, la parola alla parola” andato in onda in diretta su Radio 1 Rai.

Per il suo linguaggio innovativo Righetti nel 2005 ha ricevuto il premio nazionale “Penna d'oro” promosso dall'Associazione di cultura nel giornalismo. Nel 2006 ha ricevuto il “Grand Prix Corallo Città di Alghero” per aver ideato un linguaggio moderno dove l'informazione e la cultura vanno di pari passo con l'ironia e l'intrattenimento. Il 6 novembre 2007, come esempio originale di programma di infotainment, gli è stato assegnato il premio internazionale Euromediterraneo destinato ai migliori progetti nazionali e internazionali di comunicazione per lo sviluppo nell'area del Mediterraneo che da sette anni viene consegnato a Bologna in occasione del Com.P.A., il salone

europeo della comunicazione pubblica.



Il 17 novembre 2007 è stato premiato alla 61ª edizione del Festival internazionale del cinema di Salerno come attore rivelazione dell’anno per la sua interpretazione di Carlo Ponte, corrotto assistente universitario di Estetica nella fiction tv “Distretto di Polizia 7”.





La sua attività è rivolta al mondo della comunicazione nella sua globalità. Tiene corsi, master e seminari di giornalismo, linguaggi radiotelevisivi, multimedialità, infotainment, comunicazione pubblica e d’impresa in numerosi enti pubblici, privati e istituti universitari (facoltà di Scienze della comunicazione dell'Università La Sapienza di Roma, Scuola di specializzazione in giornalismo Luiss, Università Iulm, Istituto Europeo di Design, Scuola superiore della pubblica amministrazione della Presidenza del Consiglio dei ministri, Università degli studi di Palermo, Quality college del Consiglio nazionale delle ricerche - Cnr, Business school Il Sole24Ore, Campus Mediaset, Istituto di formazione per la pubblica amministrazione – Formez – Roma). Per l’Università degli studi di Udine ha ideato il primo corso italiano sull’“Informazione radiotelevisiva nell’era crossmediale attraverso l’infotainment”.





Collabora con numerosi quotidiani e periodici nazionali.

Ha diretto Lettere – il mensile dell'Italia che scrive , primo periodico italiano dedicato alle varie forme di scrittura.

E' stato responsabile ufficio stampa dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato , direttore comunicazione e capo ufficio stampa di Nazareno Gabrielli e Pineider 1774, dirigente nella funzione di capo ufficio stampa e web content manager di Ericsson Telecomunicazioni. Ha inoltre curato le relazioni con i media di Sony-Ericsson.

Come autore e conduttore televisivo ha realizzato numerosi programmi d'informazione, multimedialità, nuove tendenze e cultura.

Su Videomusic, la prima tv musicale d’Europa, dal 1986 al 1989 ha partecipato come autore e conduttore al programma “Crazy Time” di Clive Malcolm Griffiths e Rick Hutton.

Su Raitre dal 1992 al 1993 è stato autore e conduttore di trasmissioni storico-artistiche e culturali.

Su Raidue dal 2001 al 2003, assieme a Mariolina Sattanino, è stato autore dello speciale in diretta delle Giornate internazionali di studio promosse dalla Fondazione Pio Manzù.

Su Canale 5 nel 2003 ha partecipato come protagonista al programma di Maurizio Costanzo “Isolando”.

Su Stream, nel 2001, ha partecipato a 10 puntate della sitcom “An ice family” con Clive Malcolm Griffiths interpretando ogni volta un personaggio diverso.



Sempre come attore ha preso parte alle fiction tv “Distretto di Polizia 7” e “Ris 4- Delitti imperfetti” e, al cinema, al film di Pupi Avati “Il papà di Giovanna”.



A dicembre 2006 ha ideato e interpretato l’audiolibro “MusiCattiva, la comunicazione fatta a pezzi” (Media Records) in cui ha duettato con Donatella Rettore.

In qualità di massmediologo, autore e conduttore radiotelevisivo è commentatore di programmi Rai, Mediaset, La7 e Sky.