Rai, di tutto di...qualità?
Rai, di tutto di...qualità?La RAI oggi è al centro di continue polemiche, a partire da quelle sulle tormentate vicende del suo consiglio d’amministrazione. A noi comunicatori però non interessano tanto i contrasti politici quanto i contenuti, anch'essi assai discussi, dei palinsesti delle reti pubbliche.Ebbene, pare che abbiamo delle speranze per uno sviluppo qualitativo dei programmi, almeno stando a sentire le notizie di questi giorni circa il nuovo contratto di servizio RAI.L'idea di quest’accordo è di fare un "servizio pubblico gradito", concetto capace di conciliare la natura pubblica della RAI con la sua parte commerciale, legata alla concorrenza con il privato. Il servizio dunque dovrebbe essere più libero rispetto alla logica degli ascolti (senza rinnegarne l'importanza) ed avere, al contempo, un metodo di misurazione della qualità, affiancando all'Auditel quello che Jader Jacobelli, attualmente alla guida della Consulta della Qualità Rai, ha definito Qualitel.Il Ministro Gasparri si augura di poter avere il parere, per altro non vincolante, della Commissione Parlamentare di Vigilanza entro il 22 Dicembre, in modo da deliberare poi in Consiglio dei Ministri già a Gennaio.Le idee sulle procedure di campionamento e di ricerca sulla qualità sono ancora in una fase di sviluppo, si parla di utilizzare nuovi campioni così come di coinvolgere le famiglie che già fanno parte del sistema dell'Auditel, in ogni caso nulla è stato ancora deciso. Le novità già definite invece riguardano la durata biennale dell'accordo (prima era triennale), una sede di dialogo permanente con il Ministero delle Comunicazioni ed un controllo di quest'ultimo sulla programmazione sociale (art.30), un centro d’ascolto per recepire le obiezioni del pubblico sui palinsesti.Il testo poi si articola ulteriormente, individuando, tra le altre cose, dieci macro-generi della programmazione televisiva, cui destinare almeno il 65% degli spazi annuali fra le ore 6 e le 24 (art.3). Fra le novità (il vecchio contratto prevedeva sei generi) troviamo le “trasmissioni dedicate a tematiche ed eventi di carattere sociale e di pubblica utilità” e “film e fiction di produzione europea”. Particolare attenzione è dedicata a bambini e ragazzi, cui deve essere dedicato il 10% della programmazione annua (art.6), mentre la fascia fra le 7 e le 22.30 deve essere protetta da contenuti violentiInfine è previsto in contratto l'inserimento di una programmazione in lingua straniera, anche se chiaramente non nelle fasce di massimo accolto.Si tratta di uno sforzo notevole e molto apprezzabile, volto a migliorare realmente la qualità della RAI per assicurare un servizio pubblico equilibrato e coerente. Continueremo a seguirne gli sviluppi nei prossimi mesi.
N.B. Dal momento in cui è stato scritto l'articolo le date dell'approvazione del contratto di servizio sono state modificate numerose volte, per darvene conto bisognerebbe mdodificare l'articolo ogni giorno
Per questo ci riseviamo di ritornare sull'argomento quando le cose saranno più definite.
GIANLUIGI ZARANTONELLO (www.gianluigizarantonello.too.it)