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La notizia costruita

13/06/2006 14155 lettori
3 minuti
Ogni cattiva notizia è una buona notizia. O almeno questo è quello che pensa qualsiasi giornale (qualsiasi sia il formato adottato). Ma cos’è, più precisamente, una notizia? Sicuramente non la realtà. Il fatto, l’accadimento reale è il diamante “grezzo” sottoposto al lavoro delle redazioni, lavorato rispettando scrupolosamente le esigenze di produzione e le necessità tecnico-organizzative del lavoro giornalistico. Ciò che leggiamo, ascoltiamo o vediamo nel prodotto di informazione confezionato è cronaca. Fatto giornalisticamente modificato, non esperienza del fatto stesso. Informazione mediata, più o meno ad arte. Esistono diversi criteri di notiziabilità di un evento; e in seguito, tra gli eventi idonei a diventare notizia, viene praticata un ulteriore scrematura in base a scale di priorità che classificano una notizia più interessante rispetto ad altre. Va ricordato che le fonti di giornali si sono, nel tempo, più o meno istituzionalizzate, creando una rete informativa “standard” che porta poi l’informazione ad essere reiterata in canali televisivi, giornali, radio e rete. A definirlo in questi termini, il mestiere del giornalista sembra un lavoro di routine inserito in un ingranaggio che permette il funzionamento del sistema ad intervalli regolari. Poche inchieste, poco approfondimento, meglio garantire un’informazione qualitativamente inferiore ma che possa interessare a tutti. Non stupisce, allora, che la condizione in cui versa la carta stampata sia sempre più critica: l’utente ha fame di notizie, e se costretto a scegliere tra un ventaglio di notizie uguali, preferisce i contenuti televisivi dal momento in cui sfruttano il fascino dell’immagine e dell’audio permettendo all’ascoltatore una fruizione passiva e distratta. E’ indicativo il dato che emerge sull’analisi dei quotidiani locali: alcuni riescono a registrare anche un utile in bilancio, riversando le attenzioni del lettore su temi (seppure locali) ignorati dalle maggiori testate nazionali.
thomas pepe
thomas pepe

Lavoro come copy e content manager per H-Art, una agenzia di WPP. Lavoro a Roma, e come freelance, ovunque ci sia una presa elettrica e possibilmente un sole caldo.
Parlo inglese e italiano, ho il pc dai tempi del Commodore e navigo da sempre. Ho tanti interessi, vai su www.unuomochiamatocontatto.blogspot.com per conoscermi meglio.