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Marketing management

11/10/2006 7302 lettori
5 minuti

Irene si rivolge ai coetanei poiche’ incerta  nel decidere quale ambito specifico approfondire per lo svolgimento della tesi sul  “marketing”. Si dice poi aperta a idee e consigli da parte di chiunque: dovuto al fatto,io credo, di propendere per “un qualcosa di empirico“. Intelligente l’aprirsi, oltre i ragazzi, verso una qualche esperienza consistente in una conoscenza o pratica acquisita per prove fattene da noi stessi o per averle vedute fare da altri; quindi: almeno un “ragazzo un po’ piu’  grandicello”. Sta a  lei poi approfondire la teoria per lo sviluppo del miglior compendio.

Ed eccomi puntale. Mi propongo  e comincio col dire che qualcosa di empirico e’ desumibile dall'attuazione pratica di un processo, o meglio: il processo, la tecnica, il metodo, l’attivita’, che danno il risultato piu’ efficace. In altri termini: l’applicazione delle “migliori pratiche” che ne consentono  il completamento con pochi problemi e complicazioni impreviste. Per altro e’ da dire che non e’ possibile colmare un’aspirazione con “un qualcosa di empirico“. La storia, tuttavia, è piena di esempi di gente che è poco disposta ad accettare lo standard come migliore pratica. Gli enormi cambiamenti tecnologici dalla rivoluzione industriale testimoniano questo fatto.

 

Riprendo da “invarianza/variazioni - Hieros”.  Tradizionalmente i positivisti, i naturalisti credono che l'individuale sia “qualcosa di empirico”, ma non è così: non è possibile comprendere l'individuo senza un universale. L'individuale è una categoria, un'essenza tanto quanto l'universale, e come tale non è sinonimo di empirico: si tratta di una categoria logica associata all'universale.

 

Fatta la dotta citazione, passo a descrivere qualche esperienza del mio vissuto in ambito aziendale specificatamente alla gestione di cantieri di montaggi industriali. Partecipando a riunioni si e’ solito assistere allo sfoggio, da taluni partecipanti, manager e consulenti, di un ''lessico da management”, mi sono trovato  a notare un certa particolare difficolta’ con espressioni che facilmente si allontanano dalla realtà, e che fanno apparire “esotiche” e lontane da noi le scelte che invece dovrebbero sempre essere fondate sulla comprensione della situazione, e delle ragioni per gli altri. Le parole del management troppo spesso fungono da sostituto della realtà. L’opportunita’ di prestazioni in paesi esteri, e la necissita’ di interagire, per tanto, in lingua inglese, mi ha consentito di familiarizzare con termini quali: Performances, planning, network, scheduling, budget ecc...ecc... La stessa cosa non mi e’ capitata per il termine marketing.

Spesso si fa una gran confusione sul significato di questa parola e, soprattutto, si fa confusione su cosa significhi fare marketing nel concreto del quotidiano aziendale. In verita’ c’era il proposito di approfondire e trovare la spiegazione plausibile che aiutasse a comprendere il significato di marketing e la sua consistente utilita’ per l’azienda. Per il fatto stesso di essere talmente presi dalla “performance”, e dato che la disciplina non fosse di nostra pertinenza si finiva con il lasciare sempre approssimato il concetto di “marketing”.

 

Eravamo oltremodo impegnati nelle azioni da intraprendere per definire il piano di lavoro (giornaliero, settimanale, trimestrale ed annuale); per contenere i costi, migliorare la qualità dell’esecuzione e l’efficacia nel proporre l’azienda, tesa alla possibilita’ di altre acquisizione. Cominciavano i tempi che non si poteva piu’ vivere alla giornata.

Continuo era il contatto con il settore commerciale di sede, per fungere da "interfaccia" tra cantiere e il contesto esterno, osservandone il comportamento e presidiando, almeno in parte, i flussi informativi uscenti  (voluti o non voluti), e incamerando le conoscenze provenienti dall'esterno; tra queste erano compresi i deboli segnali che consentono di comprendere, possibilmente in tempo utile, le modifiche alle “buone pratiche” che si sarebbero dovuti realizzare nel prossimo futuro. Di marketing, per quanto ci riguardava, tutto di la’ da venire.

 

Ora e’ giunto il pensionamento: con tanta disponibilta’ di tempo, ho ripreso la ricerca di quel “lessico da management”, che tanto mi ossessionava, per ricondurlo con la caparbieta’ che mi e’ solita, ad una declinazione piu’ familiare. Ora tutto mi  pare piu’ semplice e comprensivo tant’e’ che sono giunto al convincimento, a proposito di marketing, che la sua efficacia sta nella proposizione di una “Buona Pratica”: redigere la migliore offerta, seguirne passo passo l’evoluzione apportando ogni aggiunta e/o correzione; allegare e/o redigere le specifiche richieste e necessarie.

Ad acquisizione avvenuta: utilizzare il capitolato contrattuale contestuale al progetto da eseguire; redigere un breakdown (elenco di attivita’ elementari);  dal capitolato tecnico, realizzare un elaborato reticolare con i vincoli del capitolato commerciale e delle norme da applicare. Il risultato, un programma reticolare: dettagliato dalle attivita’ elementari alla singola unita’ produttiva, distinto per centri di costo che dopo le verifiche ed approvazioni di competenza diventa elaborato esecutivo ed operativo, e canovaccio per la redazione del budget. Un concetto di marketing, non  incentrato sulle ricerche di mercato, ma finalizzato a vendere subito al meglio una procedura esecutiva basata sull’evidenziazione dell’applicazione delle “Migliori Pratiche” durante lo svolgimento delle stesse.

 

Con riferimento alle mie ricerche, ripoto a seguire, una divergenza, almeno sull’origine, contenuta in due affermazioni a proposito di marketing, comunque interessanti:

 

           ...Diciamo subito che il marketing nasce negli Stati Uniti come ricerca di mercato per rilevare le informazioni utili (quote di mercato, comportamenti di acquisto dei consumatori, punti di forza e di debolezza della concorrenza, motivi per i quali i consumatori privilegiano i prodotti della concorrenza piuttosto che i nostri prodotti, ecc.) a rafforzare il processo decisionale in merito, ad esempio, alle azioni da intraprendere per definire il piano annuale delle vendite (cioè, il budget), per migliorare la qualità dei prodotti e l’efficacia della pubblicità, per elevare la quota di mercato, e così via...

           ...Marketing (abbr. mktg, un termine anglosassone) è un ramo della scienza economica che si occupa dello studio descrittivo del mercato e dell'analisi dell'interazione del mercato, degli utilizzatori con l'impresa. Il termine marketing prende origine dall'inglese market cui viene aggiunta la desinenza del gerundio per indicare la partecipazione attiva, l'azione sul mercato stesso...

 

A conclusione alcune definizioni del marketing: diverse sono le definizioni possibili del marketing, a seconda del ruolo che nell'impresa viene chiamato a ricoprire in rapporto al ruolo strategico, al posizionamento dell'impresa nel suo ambito competitivo.

 

La definizione principe viene da Philip Kotler, riconosciuto all'unanimità quale padre della materia:

           marketing: processo sociale e manageriale diretto a soddisfare bisogni ed esigenze attraverso processi di creazione e scambio di prodotto e valori. È l'arte e la scienza di individuare, creare e fornire valore per soddisfare le esigenze di un mercato di riferimento, realizzando un profitto: delivery of satisfaction at a price.

           marketing management: consiste nell'analizzare, programmare, realizzare e controllare progetti volti all'attuazione di scambi con mercati-obiettivo per realizzare obiettivi aziendali. Esso mira soprattutto ad adeguare l'offerta di prodotti o servizi ai bisogni e alle esigenze dei mercati obiettivo ed all'uso efficace delle tecniche di determinazione del prezzo, della comunicazione e della distribuzione per informare, motivare e servire il mercato.

 

Winer fornisce un'altra definizione:

           marketing: l'insieme delle attività che mirano a influenzare una scelta del consumatore o cliente.

 

Un'altra definizione: il marketing è la scienza che consente a un'impresa di produrre quello che si vende e di vendere quello che si è prodotto realizzando profitto.

 

 

 

 

Biblografia

http://www.comunitazione.it/comunita.asp?id_area=150&mac=5

 

invarianza/variazioni - Hieros

 

http://www.sapereperfare.it/articolo.php?id=348

http://it.wikipedia.org/wiki/Marketing

http://en.wikipedia.org/wiki/Best_practice
Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.