La situazione di SdC in Italia
Buongiorno Professore. Le chiedo subito ciò che ci sta più a cuore: come vede la situazione di Scienze della Comunicazione in Italia oggi?
Scienze della Comunicazione in primo luogo sta vivendo un processo di stabilizzazione rispetto alle iscrizioni, con un numero di nuovi studenti in diminuzione (da 19998 del 2001 a circa 16.000, ndr.) ed in consolidamento.
In secondo luogo possiamo registrare una netta eccedenza d'offerta di corsi rispetto alla domanda da parte delle Università.
Molti Atenei hanno creato dei percorsi di studi che non hanno alcun radicamento con le realtà produttive del loro territorio, con corpi docenti sprovvisti di curricula specifici rispetto alla comunicazione e programmi e testi inadeguati.
Da questo punto di vista si rende necessario un forte impegno di verifica della qualità da parte del Ministero competente (il Miur), che vada ad indagare sulle caratteristiche di docenti, corsi, testi di studio, programmi.
La mancanza di tali garanzie di qualità è spesso causa di frustrazione da parte di chi frequenta i corsi ed una conseguenza di questa situazione oggi è un'eccessiva mobilità degli studenti, che frequentano un anno o due negli Atenei più piccoli o meno qualificati per poi trasferirsi in altri di maggiore tradizione e qualità.
Terzo aspetto è il consolidamento istituzionale, ormai i corsi in Comunicazione sono un fenomeno affermato a livello nazionale ed una ventina di sedi, le dieci storiche più alcune altre, sono diventate un punto di riferimento riconosciuto per lo studio di queste discipline.
Lei come vede il processo d'unificazione dei programmi e la standardizzazione delle materie, necessari a garantire un certo livello qualitativo ed una certa identità professionale dei laureati di tutt'Italia?
A che punto siamo?
Questo processo sta cominciando a concretizzarsi ed ormai in molti casi i corsi che esistono in Italia si possono raggruppare attorno a due continua, quello della Comunicazione e tecnologia, che comprende i mass-media, i nuovi media ed il giornalismo, e quello della Comunicazione pubblica e d'impresa.
Questi due paradigmi sono ormai divenuti dominanti a livello nazionale, e d'altra parte rispecchiano da vicino i due tipi d'indirizzo che hanno caratterizzato il Vecchio Ordinamento di Scienze della Comunicazione fin dalle sue origini.
A questo proposito Lei come valuta la struttura e le caratteristiche del Nuovo Ordinamento?
E' un fattore di miglioramento e di evoluzione oppure no?
In effetti la struttura del Nuovo Ordinamento si propone come stressante, con tempi molto brevi e concentrati.
In ogni caso, come accadeva anche nel Vecchio Ordinamento, organizzato in triennio comune e biennio di specializzazione, un po' dovunque i tre primi anni del 3+2 presentano programmi piuttosto simili.
E'necessario dunque che in questa fase siano denunciate tutte le difficoltà e le possibili irregolarità nei corsi.
Per quanto riguarda poi le lauree specialistiche di secondo livello oggi a livello nazionale possiamo vantare una discreta esperienza e varietà di scelta.
In questo attuale scenario economico Lei come valuta le possibilità d'inserimento professionale dei laureati in Scienze della Comunicazione?
I dati che abbiamo, che riguardano La Sapienza e qualche altra sede storica come Siena, parlavano per gli anni passati di una situazione incoraggiante: il 65% dei laureati trovava lavoro (o lavori, chiaramente non sempre subito quello della vita) entro un anno, dato tre volte superiore alla media delle facoltà umanistiche.
Certo contava anche l'appeal della novità ed oggi c'è un po' più di saturazione, tuttavia possiamo pensare ad una ripresa sulla scia della legge 150/2000, mentre anche il settore di Internet, nonostante la crisi della New Economy, sembra offrire grandi possibilità ai nostri laureati.
Nel complesso dunque le prospettive attuali non sono esaltanti ma restano in ogni caso discrete, ci stiamo attivando inoltre per creare un osservatorio nazionale sugli sbocchi professionali, sulla scorta di Unimonitor.com (analoga iniziativa di ricerca di La Sapienza di Roma, ndr.), in collaborazione con le associazioni studentesche, specie con Aiscom (Associazione Italiana Sviluppo Scienze della Comunicazione, ndr.), l'unica rappresentativa a livello nazionale.
Lei quanto ritiene importante avere un libero spazio di incontro, dialogo ed interazione fra i comunicatori? Ed in generale come vede la situazione delle attività studentesche?
L'interazione è fondamentale e l'Università a tale proposito deve fare molto di più.
In realtà siamo stati un po' frenati dal desiderio di attivare simili iniziative in collaborazione con le associazioni e gli studenti.
Ci sembrava importante non scavalcarli nel attuare simili politiche, anche perché abbiamo di fronte il successo di Studenti.it, che, anche se questo fatto non è molto noto, è stato creato e gestito prevalentemente da studenti di Scienze della Comunicazione.
Inoltre è estremamente importante ricercare la massima collaborazione fra i diversi spazi oggi esistenti.
In definitiva dunque cosa manca oggi a Scienze della Comunicazione?
Manca il passaggio ad una certificazione della qualità, su cui stiamo comunque lavorando ma che prevede tempi da verificare.
I corsi di comunicazione sono ad alti costi e ad alto livello qualitativo, per questo si rende necessaria una certificazione che li garantisca e gratifichi, anche per il loro riconoscimento all'interno degli stessi Atenei di appartenenza.
Inoltre per il futuro sarà importante creare un Comitato Etico Nazionale, che vada a comprendere i garanti dei diversi corsi.
Prima di salutarLa Le chiedo se c'è qualcosa che vuole dire agli utenti e ai membri di Comunitazione.it, in particolare agli studenti.
Certo. Il primo consiglio è quello di abbracciare gli studi: lo studio è quanto di più gratuito ci sia, dà ricchezza, l'occasione di avere degli anni per studiare è qualcosa di straordinario e da rivalutare rispetto alla società veloce, funzionalista ed individualista dei nostri tempi.
Un secondo spunto poi è gestire L'Università, che oggi è un'istituzione meno autoreferenziale di un tempo e che aspetta che gli studenti la stimolino.
La ringrazio molto Professore, spero di averLa ancora ospite della nostra Comunità.