Bentornato. Accedi all'area riservata







Non ti ricordi i dati di accesso?Recupera i tuoi dati

Crea il tuo account

2 SHARES

Intervista a Vittorio D'Amore e Giuseppe De Nicola

22/12/2006 11649 lettori
4 minuti

Intervista, di Anna Torcoletti, a Vittorio D’Amore: marketing manager; e Giuseppe De Nicola: Copywriter di Public Image, agenzia di Marketing e Comunicazione.

 

Public Image lancia una nuova sfida, proponendosi con un progetto originale e coraggioso.

L’agenzia ha deciso di sottoporre il proprio lavoro al giudizio di un ampio pubblico differenziato ed afferrato. Il progetto è volto a rendere noti i lavori prodotti dalle agenzie di Marketing e Comunicazione e per sensibilizzare l’ambiente di business sull’importanza del Marketing al servizio della competitività e del fatturato.

D: Com’è nata l’idea per questo progetto?

R: L’idea è nata dalla volontà di sottoporre ad una platea esterna la valutazione del nostro lavoro, giocando con il nostro mestiere e sottomettendoci al giudizio di un pubblico ampio.

D: Poiché non credo che una buona idea come questa possa nascere dal nulla, vi chiedo quali sono le condizioni e le premesse che vi hanno portato all’ideazione di questa iniziativa?

R: Quindici anni di lavoro e la voglia di “parlare” un po’ di noi al mondo (visto che parliamo sempre per conto dei nostri clienti).

D: Che tipo di vantaggi pensate di ottenere, in primo luogo proprio per la vostra azienda e poi rispetto alla concorrenza?

R: Di essere fischiati da tanti e applauditi, magari da pochi, ma in ogni caso che se ne parli.

D: In che modo viene a configurarsi il rapporto con il cliente?

R: La relazione è sempre di più spinta verso una integrazione con gli obiettivi del committente, siano essi commerciali o istituzionali, contestualmente la consapevolezza di una reciproca “alfabetizzazione” ci rende consulenti e apprendisti allo stesso tempo: le teorie e le tecniche della comunicazione e del marketing devono integrarsi con la realtà quotidiana della piccola e della media impresa e alle logiche della legge 150 secondo le interpretazioni del dirigente di turno.

D: Quali differenze ci sono rispetto al modo di lavorare che adottavate in passato?

R: In quindici anni abbiamo visto maturare una consapevolezza sia nelle PMI che negli Enti della comunicazione, nelle prime l’esigenza di sganciarsi da logiche terziste ha creato e rafforzato esigenze di comunicazione ( che si sono evolute dal btl all’advertising, anche se timidamente), nella PA gli indirizzi della legge 150 sono stati recepiti in modo variopinto, per cui il nostro ruolo passa, di volta in volta, da consulente a mero trascrittore di editti a seconda del committente, ma crediamo che anche in questo settore una regolamentazione consapevole dell’uso della comunicazione avvierà una nuova fase nell’uso della stessa.

D: Inoltre vorrei sapere cosa pensate riguardo ad una questione che oggi, viene molto spesso sollevata nel mondo della Comunicazione e più nello specifico in quello della Pubblicità, cioè la carenza di creatività, per cui alcuni pubblicitari d’oltre oceano hanno affermato che non è colpa dei clienti se la creatività non va avanti, ma delle agenzie che sono poco preparate e poco propositive.

R: Lo stress verso il time to market si sente sempre di più, poco tempo per pensare e via sfornare l’idea come se fosse un panino, e l’agenzia diventa un discount creativo.

Il problema esiste ma vedo anche tante piccole agenzie ricche di idee ( botti piccole e vino buono) che riuniscono creativi enduro e pensatori stanchi e si fanno avanti, e poi c’è la rete…

D: Ed infine, l’impostazione della vostra agenzia si avvicina più all’approccio scientifico e meccanicistico di Ogilvy: dove vi è la forte convinzione della necessità di capire profondamente il consumatore e la visione del pubblico come un insieme di persone desiderose di promozione sociale, da spingere a desiderare il prodotto quale simbolo e mezzo d’innalzamento, secondo una tecnica di snob appeal; oppure si avvicina più alla scuola di Bernbach che sostiene: “la pubblicità è persuasione e si dà il caso che la persuasione non sia una scienza ma un’arte” e che la creatività vada applicata ancor prima che al messaggio alla strategia di comunicazione?

R: Nessuno dei tre e tutti e tre, non esiste una regola per una piccola agenzia di provincia, ma tutte sono valide a seconda del cliente e del progetto, nel rispetto degli obiettivi e delle dimensioni del budget.

 

 

Il 30 Dicembre l’agenzia pubblicherà l’esito dell’azione su il MATTINO (ed. Salerno).

 

 

Anna Torcoletti
Anna Torcoletti

Nel cassetto (sempre aperto) un diploma in Scienze del Linguaggio (Senigallia) ed una lauerea triennale in Comunicazione Pubblicitaria, al momento ho deciso di aprirne un altro, si chiama: laurea specialistica in Comunicazione e Pubblicità per le Organizzazioni (Pesaro Studi, sede distaccata di Urbino).
Il mio percorso di studi, come tanti altri studenti, è stato caratterizzato da stagioni estive come cameriera/barista poi in parallelo sono arrivate le ghiotte occasioni, quelle che ti aprono porte inaspettate, quelle a cui dovrai sempre dire grazie per metterti di sporcarti le mani con quel mondo che si chiama "lavoro" che sembra, almeno per il momento, purtroppo, correre in parallelo al mondo "Università". Sto parlando di Comunitazione.it che più del primo amore è fonte inesauribile di spunti ed approffondimenti,è movimento, è partecipazione, è collaborazione, è rete, quindi contatti gli stessi che mi hanno aperto porte diverse più o meno attraenti ma non ce n'è nessuna che non aprirei di nuovo.
Oggi oltre a camminare assieme a Comunitazione dove sono Content Manger e Cordinatrice di Redazione, mi sono trasferita a Bologna dove lavoro presso un'agenzia di Comunicazione Integrata come web 2.0 & social media consultant.
Ogni mattina, dopo aver sognato un giorno di 48 ore, mi sveglio felice di rincorrerne uno di 24, questo finchè riuscirò a cogliere più stimoli possibili e a lasciarmi stupire nel costruirmi passo dopo passo la mia strada.