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Felice Scirè: pittore di carretti siciliani

26/03/2007 16009 lettori
3 minuti

Capelli bianchi, occhi sorridenti e baffi tremendamente simpatici: è Felice Scirè, pensionato campobellese, pittore di carretti siciliani. Ultra settantenne, irradia un’energia invidiabile. Col pennello tra le mani e col grembiule pasticciato ci invita ad entrare in casa. Ed ecco un’esplosione di colori…quadri da lui dipinti su tutte le pareti, tubetti di colore socchiusi sparsi sul tavolo da lavoro, pennelli di ogni misura, svariate tavolozze e poi, all’angolo della stanza, la sua più grande passione: i carretti siciliani. Alcuni sono pronti, da consegnare agli acquirenti; uno aspetta di essere completato. Vi è un modellino in scala che ha tutta l’aria di essere riservato ad un emigrante, a colui che il destino ha spinto lontano dalla sua terra. A casa potrà osservarlo e sentirà tutta la Sicilia, con i suoi panorami aspri e i suoi profumi misteriosi. Nelle sponde, nelle ruote, in ogni singola parte troviamo infatti i colori del meraviglioso sole siciliano. Vi sono raffigurati personaggi appartenenti alla tradizione cavalleresca, alla mitologia, alla storia. E’ un vero e proprio libro figurato  ambulante! Il nostro amico ci fa da cicerone per quella casa che ha le sembianza di una galleria d’arte. Ci mostra i suoi traguardi: a una parete ecco ritagli di giornali ormai ingialliti. Non riusciamo a leggere… ci avviciniamo. I titoli sono scritti in tedesco! Si avvicina e ci racconta “Ho avuto successo nella mia vita e ho girato il mondo – ci dice con l’orgoglio negli occhi. Ho vissuto in Svizzera, in America ma è in Australia che ho avuto maggiori soddisfazioni. E’ lì che ho venduto tutti i miei quadri in pochi giorni ed ho riscosso popolarità”. Ma andiamo alle origini. Felice Scirè, figlio d’arte, a soli dieci anni manifesta l’interesse per la pittura e trascorre tutto il tempo con il padre. “Mi regalò il libro della Gerusalemme Liberata, senza immagini. Ogni giorno mi faceva leggere alcune pagine e dopo due ore veniva, mi chiudeva il libro e mi diceva di disegnare quello che avevo letto. Cercavo di tracciare le espressioni dei volti, le azioni…La fantasia doveva correre per forza ed a volte volavano certi sberloni…La mano è più grossa della testa, dove sono le proporzioni? – mi gridava mio padre. Oggi, a distanza di sessant’anni lo ringrazio perché è a lui che devo il mio successo”. L’aria primaverile ci spinge ad uscire di casa anche se ci lasciamo alle spalle un autentico arcobaleno. Ecco parcheggiata un’auto, una vecchia chevrolét di tre metri e sessanta. Un capolavoro! “Ho comprato quest’automobile nel ’64 in Australia. Avrei voluto dipingerla un giorno, a mò di carro e nel ’92 finalmente ci sono riuscito”. Per le vie di Zurigo e Sidney Felice Scirè viaggia al volante della sua auto attirando l’attenzione dei passanti incuriositi e meravigliati. “La macchina è tuttora perfettamente funzionante”, - tiene a precisare. Felice Scirè è proprio innamorato del suo lavoro, della sua arte. “La pittura è la mia amante, la mia mamma e la mia sposa. Mi proponessero in cambio tutto il mondo, se un demone o un angelo mi desse in cambio tutto, io gli direi vai via, io mi tengo la pittura!”


Citate dalla stampa specializzata, le sue opere figurano in collezioni, pinacoteche ed enti pubblici e privati. E’ presente nei più qualificati annuari e cataloghi d’arte moderna e contemporanea. Se la quantità di opere vendute può rappresentare il successo o il fallimento di un pittore, Scirè ha avuto tutto il successo che meritava, perché i suoi quadri sono stati quasi tutti acquistati.

 

Elisa Giacalone
www.reporteritinerante.ilcannocchiale.it


(questo è uno dei primi articoli che ho pubblicato quando ho cominciato a scrivere, cioè poco più di cinque anni fa. E' stato pubblicato su "L'occhio", un mensile di informazione, cultura, economia, turismo e sport. E Felice Scirè è stato davvero un personaggio. Mi è rimasto impresso per la sua solarità -sembrava un personaggio dei fumetti- per la sua vita così "vissuta", testimoniata da tantissime foto in bianco e nero che abbiamo visto e commentato insieme nel suo laboratorio... Davvero un bel ricordo!)

Elisa Giacalone
Elisa Giacalone

Nata nel 1980, si è laureata a Palermo nel 2004 in Lettere Moderne con una tesi sperimentale dal titolo "Tra giornalismo e letteratura: l'attività giornalistica di Goffredo Parise". E' specializzata in Filologia Moderna e insegna Italiano e Storia in un istituto superiore. Ha cominciato la sua attività giornalistica a diciannove anni in un mensile, «L’Occhio», nel quale ha lavorato due anni a tempo pieno. Si è occupata di reportage turistici, di attualità e di qualche inchiesta. Successivamente l’esperienza dei quotidiani: «La Sicilia» e «La Repubblica» (redazione di Palermo). Ha collaborato con un altro quotidiano, stavolta locale, “Marsala c’è” (pubblicato anche on line, www.marsalace.it) dove si è occupata di cronaca. Ha partecipato a vari concorsi letterari distinguendosi quasi sempre nelle prime posizioni. Ha lavorato come giornalista radiofonica a Radio Italia Anni 60, una delle emittenti dipendenti da Radio Italia Solo Musica Italiana. Ha anche condotto un programma d'informazione e intrattenimento incentrato sulle interviste. Ha vissuto a Londra per alcuni mesi per una workexperience nel settore "Giornalismo" e ha realizzato un progetto di ricerca (in lingua inglese) dal titolo "The evolution of blog and its impact on the journalism profession: an exploratory approach". Attualmente si divide tra il lavoro di insegnante a scuola e la passione del giornalismo e della letteratura che porta avanti attraverso la radio, le collaborazioni giornalistiche e attività culturali varie. Ha anche un blog (www.reporteritinerante.ilcannocchiale.it) dove è possibile leggere i suoi reportage di viaggio e non solo.