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del noce innovativo?

14/05/2007 32488 lettori
5 minuti

Che dire di fronte alla sconfitta di continuare a vedere questi grandi strateghi e maghi della televisione di stato inneggiare alla sconfitta parlando di innovazione?

Credo che i pesi e le misure non siano regolati da una brillante autocritica,  ma subiscano piuttosto gli altalenanti umori del direttore, che non sembra capace di trovare il coraggio che ebbe Freccero a suo tempo.

Credo che ci troviamo, ancora una volta, di fronte ad un autoritarismo dittatoriale fatto non dalla competenza di programmare, studiare e produrre, ma fatto solo delle solite "marchette"; appunto le cariatidi televisive... Deliri di onnipotenza e di esseri “supremi unici”, incapaci di mollare e di capire che il loro corso è finito da molto tempo...

Ma si sa: la politica deve mettere il naso (e non solo) anche in queste faccende.

Che risultati si vogliono ottenere con questi metodi? Non possiamo aspettarci niente di positivo; peccato che nessuno, a parte noi, se ne accorga. Il peggio è che chi ha il potere di decidere non ha il coraggio dell’innovazione: non prova a ripartire dal basso con gente come noi, che basa il proprio lavoro sullo studio, sulla ricerca, sulla vera sperimentazione, fatta sulla nostra pelle, a nostro rischio e pericolo, senza sfruttare l’ignaro contribuente, costretto a mantenere questa ciurma di esseri incompetenti e improduttivi con il suo canone.

Ma in quale realtà imprenditoriale, aziendale si vedono cose di questo tipo? Chi, per non perdere il controllo sull’informazione, ostacola la privatizzazione della RAI?

Certo un azionariato diffuso elegge i propri candidati per la guida dei vari settori; sceglie le competenze professionali di maggior valore, non va alle “liste di parcheggio” di chi deve avere “una sistemazione” che gli è “dovuta” per il suo “smarchettamento” di scambio favori.

Vogliamo capire, una volta per tutte,  se è lecito sostenere finanziariamente questo meccanismo che assicura compensi generosissimi a questa gente.

Tre anni fa, era il 4 di maggio del 2004, andai da Antonio Marano, che era direttore di Rai Due, assieme ad Awana Gana; avevamo fatto un format che promuoveva la musica emergente italiana, un format capace poi di attrarre anche la musica emergente straniera, quindi rivendibile anche alle televisioni estere. Non aveva costi produttivi faraonici: era fatto con gente semplice e umile che cercava il suo posto e tentava di vendere la propria musica. Era possibile trattare i diritti sul prodotto, che avrebbero garantito all’azienda e alle varie parti in causa ottimi profitti.

A questo proposito occorre forse ricordare ai miei lettori che nel 2002, Antonio Marano, al momento del suo insediamento come direttore di Rai Due, dichiarava: “PUNTERO’ SUI GIOVANI”. Il venerdì, al posto di “Sciuscià”, misero in onda “Destinazione Sanremo” per lanciare i giovani verso la vetrina dell'Ariston; ma il programma fu un flop e, dopo un misero 2.91% verrà retrocesso alle 17,00. Oltre al raddoppio di Ventura e soci, Marano conferma “Chiambretti c'e e annuncia tanta musica e sport. Obiettivo: riconquistare i giovani-adulti migrati su Italia 1 con una programmazione differenziata e flessibile. Intanto, insieme a “Destinazione Sanremo”, soffriva anche la “Grande notte”: “difficoltà da riposizionamento” - spiegava il direttore - ma anche problemi di budget, tagliato del 13%. Neanche il ritorno dell'informazione in prime time va meglio: l' “Excalibur” di Antonio Socci – (che partì a novembre) - non decollava e venne duramente criticato dall'opposizione. Più avanti finirà anche nel mirino dell'Authority Tlc per un'intervista al premier. Nel frattempo, la direzione di Rai Due si trasferì a Milano con buona parte delle produzioni con l'impegno di trovare nuovi spazi alternativi alla Fiera.

Dopo un’ora e mezza di anticamera ci ricevette per pochi minuti, e ci disse che il format era una “m…a”; una parola che si sente spesso nell’intercalare di queste persone. Allora mi chiedo, ma la sperimentazione, l’innovazione di cui parla il Del Noce dove è? Nel dire che chi si propone è una “m…a”? Sappiamo noi aziende essere solo “m…a”? Proporre solo “m…a”? E allora questi super mega dirigenti che cosa sono? E quello che questi direttori scelgono per le programmazioni editoriali in tv, che cosa sono? E i risultati operativi negativi che spacciano come sforzo di coniugare innovazione e tradizione dello spettacolo del varietà? Ma se il pubblico non lo guarda che cosa vorrà dire?????????

Ah dimenticavo: il buon Marano quel 4 di maggio del 2004 nel pomeriggio venne sollevato dal suo incarico di direttore di Rai Due per andare a dirigere i diritti sportivi. Oggi è ancora direttore di Rai Due che sia forse questa l’innovazione unita alla tradizione di cui parla del Noce?

andrea caldart
andrea caldart

scrivere una biografia è ricordare come si è arrivati fin qui... appunto a scriverla... di interessante di me vi posso dire che: "chi vive senza follia, non è così saggio come crede"!!!
questa è la mia biografia; un pò di follia per cercare la possibile saggezza?, verità?!!!