Bar Code Revolution
Comunicano la loro identità a un lettore ottico e sono apparentemente tutti uguali, ripetitivi, con barre graficamente a contrasto e numeri che hanno un senso solo per un elaboratore elettronico o per chi ne conosce la codifica. Anche il suono che comunicano al sensore è sempre uguale e ne sanno qualcosa le cassiere dei supermercati.
Si chiamano in diversi modi, codice UPC, EAN, ISBN, ISSN, a seconda del prodotto che devono codificare, e ormai li conosciamo tutti. Sono ovunque e il loro look non cambia molto se non per la sequenza delle barre e la composizione dei numeri che variano in relazione ad alcuni parametri di identificazione, fra i quali quelli che si riferiscono alla categoria di prodotto, alla nazione in cui è stato realizzato ecc. e poi terminano con una cifra di controllo ottenuta con appositi algoritmi.
Sono ormai così presenti ovunque e così scontati da passare quasi inosservati e invece con la Bar Code Revolution si trasformano e si reinventano in maniera originale comunicando in modo personalizzato non solo i dati obbligatori, ma diventando anche simboli dei diversi contesti produttivi e la loro grafica cambia in riferimento a prodotti alimentari, oppure ad accessori per lo sport o per la moda, agli articoli musicali ecc.
Alcuni non si limitano a ridisegnarsi ispirandosi fantasiosamente al prodotto rappresentato, ma osano anche i colori al posto del classico bianco e nero. Molti sono talmente azzeccati e così simpatici e di richiamo da risultare geniali “rischiando” di diventare un vero e proprio marchio che contribuisce all’appeal del packaging del prodotto. Non solo un obbligo dunque, ma anche divertente strumento di comunicazione pubblicitaria.
E per di più questo sbizzarrirsi di forme non ne altera in alcun modo la funzionalità che resta garantita. Nell’attesa di invadere il mercato, l’esercito rivoluzionario dei codici a barre sfila in parata nella piazza web di www.barcoderevolution.com.