Second Life V.M. 18 anni. I casi di pedofilia nel mondo virtuale 3D
Second Life si sta imponendo come il pane mediatico di quotidiani, riviste, trasmissioni televisive e radiofoniche, siti Web.
Oltre alla pura attività ludica e agli esperimenti didattici e di marketing aziendale, tuttavia, Second Life offre opportunità per consumare atti di vandalismo e pedofilia.
Come specchio sperimentale del reale, in fondo, non c’è da stupirsi: il mondo virtuale 3D con oltre 7 milioni di residenti dà la possibilità di costruire una realtà alternativa visibile attraverso il monitor del personal computer. Ciò implica che l’identità del possessore dell’avatar residente in Second Life rimanga celata, quindi non è particolarmente difficoltoso accedere per violare la legalità e la morale.
Sotto mentite spoglie, alcuni adulti modificano l’avatar conferendo sembianze infantili e alcuni minorenni, per i quali esiste la versione “Second Life Teen” dedicata esclusivamente ai ragazzi dai 13 ai 17 anni, contravvengono alle regole imposta da Linden Lab ed entrano in Second Life fingendosi maggiorenni.
Tanto la mimesi quanto la finzione virtuali meritano sicuramente riflessioni costruttive in ambito di comunicazione, marketing, didattica e nuovi modi di interrelazione; nonostante tutto simulare un ruolo virtuale, immaginato o emulando quello reale, può condurre con una certa facilità a esprimere comportamenti distruttivi, eticamente scorretti o sessualmente anomali. Ed ecco che trovano spazio malviventi, criminali, terroristi, guerrafondai e pedofili (virtuali, ma rimane il ragionevole – quanto inquietante - dubbio che parte di questi ultimi non “faccia finta”. Non ci si improvvisa pedofili).
“Giocare” a fare sesso con bambini e lolite (occorre precisare dalle sembianze tali) in pixel ha un costo mediamente assai basso poiché le cifre per prestazioni sessuali di questo genere si aggirano intorno a poche centinaia di L$ (linden dollars, la valuta di Second Life. 1.000 L$ equivalgono a circa 4,05 dollari statunitensi. I L$ si possono guadagnare lavorando in Second Life oppure si possono acquistare con carta di credito o account PayPal). Più alto è invece il prezzo per vedere o ricevere filmati pedopornografici che riprendono abusi su bimbi e ragazzi (reali) nella casella di posta elettronica. Il giro di affari avrebbe come scopo quello di accumulare denaro virtuale da convertire in denaro reale dal momento che esiste il mercato di cambio che consente di eseguire l’operazione.
Questo è quanto è stato trasmesso in un servizio giornalistico della TV tedesca Report Mainz (in Germania il possesso di materiale pedopornografico, anche virtuale, è punibile con un massimo di tre anni di detenzione); sembra che, in seguito alla trasmissione, due persone siano state definitivamente “bannate” (radiate) da Second Life (tuttavia è semplice creare un nuovo account gratuito per riaccedere alla piattaforma sotto altre spoglie). L’Asssociazione Famiglie di Francia contemporaneamente chiede una duplice azione giudiziaria contro Linden Lab, l’azienda creatrice di Second Life, e i provider francesi. Insomma, anche in Europa è “allarme Second Life”. Oltreoceano l’FBI dichiara di essere già operativa con avatar in incognito e la polizia canadese si preparando a fare scendere in campo gli avatar con distintivo e divisa. Si sta così aprendo in tutto il mondo la ricerca di indizi di reato per contrastare il fenomeno; le pene naturalmente saranno reali come sempre accade con questi tipi di crimine.
Linden Lab corre ai ripari. Philip Rosedale, fondatore e amministratore delegato dell’azienda di Second Life, preannuncia una serie di sistemi di verifica che consentano l’accesso ai soli utenti maggiorenni, tra cui l’identificazione mediante passaporto, carta d’identità o patente di guida. Ma questa metodologia potrebbe non offrire garanzie certe poiché l’ostacolo sarebbe facilmente aggirabile fornendo i dati dei documenti di altre persone.
La piaga del nuovo mondo, se da una parte costituisce un pericolo concreto, rischia però di intaccare parte dell’immaginario collettivo poiché c’è chi intende mettere in cattiva luce o demonizzare Second Life.
Come in “real life”, il dovere di tutti i cittadini di Second Life è segnalare qualsiasi tipo di abuso o illegalità (è sufficiente cliccare con il tasto destro del mouse su un avatar o un oggetto e scegliere la voce Report Abuse); il dovere dei genitori e dei tutori è di prestare attenzione ai minori dai 13 ai 17 anni che navigano nel Web e che accedono anche a Second Life, eventualmente accertandosi che facciano uso della piattaforma “Second Life Teen” (interdetta a bambini al di sotto dei 13 anni e ai maggiorenni, da tempo non più riservata ai soli residenti di USA e Canada. Un ottimo metodo è creare account utente con password differenziati per i membri della famiglia: senza i privilegi di administrator i bambini non possono scaricare software); il dovere delle forze dell’ordine sarà quello di fare rispettare la legge.
Il reportage sui casi di pedopornografia in Second Life di Report Meinz (in lingua tedesca).
Traduzione in lingua inglese del reportage di Report Mainz.
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Arianna Bernardini
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