Why Italy is off line
Della sottovalutazione e del relativo sottodimensionamento della comunicazione on line in Italia ci eravamo già occupati, tra gli altri, la scorsa settimana con riferimenti specifici al settore dell’automotive.
I dati resi disponibili da eMarketer della recente ricerca effettuata dallo IAB a livello europeo forniscono nuovi elementi fattuali di attualità al confronto su questo tema.
Delle tredici nazioni europee prese in considerazione dallo studio l’Italia ha livelli d’investimento complessivo [480 mio di euro] inferiori perfino all’ Olanda. E’ evidente che il problema non risiede dunque nel numero di individui che è possibile potenzialmente colpire con questa modalità/ questo mezzo né nella relativa scarsa diffusione della lingua italiana.
A conferma arriva anche la sintesi dei livelli d’investimento procapite [vd. grafico sottoriportato] che vede il nostro paese, sia attualmente che in prospettiva, ancora una volta fanalino di coda con importi di un decimo rispetto alla Francia.
Anche le previsioni recentemente rilasciate dal Centro studi di Assocomunicazione per l’anno in corso sono, haimè, coerenti con i dati generali e, nonostante percentuali di crescita a due digits, stimano investimenti in comunicazione digitale per 662 mio di euro nel 2007 da parte delle aziende italiane.
In questo contesto e con queste logiche, prospettive e livelli d’investimento anche l’arrivo di corazzate d’autore, al di là delle considerazioni delle perplessità precedentemente espresse sul temaAlle imprese vanno forniti nuovi parametri e nuove metriche e assicurate informazioni di supporto riferibili alla realtà nazionale oltreche allo scenario internazionale se si vuole che esse investano risorse sul web come conferma, anche, Carlo nella sua recente review.
E’ in questa direzione che va inquadrata la proposta di queste settimane relativamente alla quale adesioni, integrazioni, critiche e commenti continuano ad essere aperti ed auspicati.Pier Luca Santoro
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