Bentornato. Accedi all'area riservata







Non ti ricordi i dati di accesso?Recupera i tuoi dati

Crea il tuo account

2 SHARES

Due parole su Puntocom

21/06/2003 4335 lettori
5 minuti
Il Quotidiano della Comunicazione, che ha interrotto le pubblicazioni il 17/02/2003

Buongiorno Dott.Barbieri, le do il benvenuto all'interno della Comunità delle Scienze della Comunicazione.
Molti frequentatori di Comunitazione.it conoscono molto bene Puntocom, in ogni caso ci può tratteggiare brevemente la storia del giornale che Lei ha creato?
 
Puntocom (.COM) è stato progettato nell'anno 2000 nel pieno della manifestazione del fenomeno Internet.
L'attenzione che ho rivolto non era tanto alla speculazione finanziaria, ma soprattutto alla conferma di un primato conseguito e confermato da parte della società della comunicazione.
Il "fenomeno Internet" mi ha soprattutto incuriosito per questa valenza: l'estensione della sfida comunicativa anche nei segmenti (imprese, individui, ecc.) che potevano essere stati trascurati dai media tradizionali.
La convinzione riguardava l'esistenza di una comunità in evoluzione che ponesse un'attenzione particolare a tutto il mondo della comunicazione.
Una comunità in cerca di informazioni puntuali e continue.
Una comunità bisognosa di contesti chiari entro cui collocare fenomeni e notizie.
Ecco perché è nato (febbraio 2001) "il punto quotidiano della comunicazione".

Puntocom era un'iniziativa editoriale funzionante sul piano economico? Da quanto si apprende da varie fonti il giornale aveva raggiunto il pareggio, perché allora è stato chiuso?

Il conto economico era giunto al pareggio alla fine del 2002.
La tensione finanziaria era comunque significativa: gli investimenti per avviare una simile iniziativa (prodotto cartaceo quotidiano a diffusione nazionale) erano stati molto consistenti.
Se da un lato il prodotto dimostrava di aver trovato un suo spazio di mercato, dall'altro occorreva un polmone finanziario in grado di assorbire gli investimenti fatti.
Il cerchio sembrò chiudersi con l'ingresso di un nuovo socio (Hdc, Holding Della Comunicazione) nella società editrice.
Questo socio si è poi sfilato. Il perché non lo posso dire io.
Io posso solo immaginarmelo e non ha nulla a che vedere con i conti del giornale.
E' evidente che il contesto economico di crisi (pubblicità in calo verticale...) non ha favorito l'iniziativa.
Le start up sono particolarmente fragili se attorno a loro c'è un mercato debole.
 
Al di là di tutto che valutazione si sente di dare a proposito di quanto fatto con Puntocom?
Ci potrà essere una nuova iniziativa editoriale simile in un prossimo futuro? Un mercato di sbocco, seppure di nicchia, sembrava esserci...
 
Credo che l'esperienza di ".com" abbia dimostrato l'esistenza di quella comunità di lettori di cui ci immaginavamo l'esistenza.
E quindi puntocom ha vinto la sua scommessa editoriale: era un prodotto che era riuscito a ritagliare un suo proprio spazio di mercato.
Nicchia, sicuramente, ma di mercato.
Il futuro? So per certo che l'esperienza di puntocom è stata guardata con interesse da molti editori. Che possa avere un futuro non ho dubbi.
Che un futuro ci sia (e soprattutto quando) mi è difficile dirlo (anche per la situazione economica che continua ad essere debole).


Lei, anche alla luce della Sua esperienza personale, come valuta la situazione del mondo della Comunicazione in Italia?

La mia ambizione era e resta quella di essere un osservatore (il più attento possibile, ma solo un osservatore) della realtà e della società della comunicazione.
Giudicarla nel suo complesso mi è difficile, anche perché si tratta di una realtà articolata, non sempre coerente.
Resto convinto che una comunità ci sia e come sempre le comunità migliorano con la circolazione
dell'informazione.
Quindi un nuovo ".com" non potrebbe che far bene al mondo della comunicazione.
Che cosa cambiare? Le società evolvono naturalmente: il mondo della comunicazione dovrebbe sentirsi più uguale a tanti altri mondi.
E invece pretende di essere spesso "diverso".

Qual è la Sua opinione sui corsi di laurea in Scienze della Comunicazione e materie simili? Quanto è importante che ci siano persone che studiano comunicazione? Quali saranno, a Suo avviso, le loro prospettive per il futuro?

Io credo che non si tratti di una moda, ma di un sintomo di quella società della comunicazione di cui parlavo prima.
Sicuramente si tratta di un'evoluzione ancora disordinata, didatticamente non sempre coerente.
Ma lo studio della comunicazione resta un imperativo.
Così come resta fondamentale che gli studi vengano trasferiti attivamente nella pratica professionale
(nelle diverse professioni della comunicazione) e nell'impresa.
 
Per concludere c'è qualcosa che vuole dire ai membri ed agli utenti di questa Comunità Virtuale delle Scienze della Comunicazione?

Preferisco ascoltare piuttosto che esternare. Per carattere e per mestiere.
Mi piacerebbe quindi restare in contatto con chi lo vuole, per contaminarci
un po'.
Le vostre conoscenze accademiche devono diventare materia di chi esercita professione e impresa, così come queste attività devono essere studiate da chi ha acquisito metodo e competenza per ordinare la comprensione e il giudizio.
Come si dice in questi casi con una espressione un po' trita: teniamoci in contatto (m.barbieri@laprovincia.it).

La ringrazio molto Dott.Barbieri, spero che la nostra Community possa essere un mezzo per realizzare quell'ascolto e quel contatto di cui Lei parla.

GIANLUIGI ZARANTONELLO

Gianluigi Zarantonello
Gianluigi Zarantonello

 

Gianluigi Zarantonello, laureato in Scienze della Comunicazione (indirizzo Comunicazione Istituzionale e d'Impresa),

-Nato a Valdagno(VI), ora vivo tra Milano e Padova.

 

 

Formazione

  • 2004: Mi sono laureato in Scienze della Comunicazione a Padova con 110 e lode, indirizzo comunicazione istituzionale e d'impresa.

    La tesi di laurea aveva come titolo "La valorizzazione del territorio come strategia competitiva nel mercato globale del lusso. I casi Artigiana Sartoria Veneta, Salviati e Cipriani Industria" (consulta la tesi su Tesionline).

Esperienze professionali

  • Da novembre 2016 ad oggi sono Global Digital Solutions Director presso Valentino e sono a capo a livello global della direzione che si occupa dei progetti di innovazione e di digital transformation, lavorando trasversalmente in cooperazione con i team IT, HR, Marketing e le line of business in genere.
  • Da dicembre 2014 a ottobre 2016 sono Responsabile del coordinamento web e digital technology (quello che viene definito oltreoceano Chief Digital Officer) presso OVS Spa e seguo lo sviluppo, la governance e tutte le attività a cavallo tra il business e l'IT per garantire la digitalizzazione dei brand OVS, Coin, Coincasa, Upim, Excelsior Milano, Iana, Eat's, Blukids, Shaka Innovative Beauty.
  • Da Marzo 2012 a Dicembre 2014 sono Digital Marketing Manager presso Gruppo Coin Spa e seguo attività di webmarketing e digital marketing istituzionali e di quelle per i brand del Gruppo: Ovs, Coin, Upim, Excelsior Milano, Iana. Definisco la strategia e le attività  sul digitale in cooperazione con il marketing e l'IT e rispondendo al direttore generale.
  • Da Settembre 2006 - Marzo 2012 lavoro come dipendente con funzione di Web Marketing Manager presso la Coin Spa e, all'interno della Direzione Marketing, seguo i progetti su Internet ed i nuovi media dell'azienda (compresi i brand Upim e Excelsior Milano).
  • Da Novembre 2005 a Settembre 2006 ho svolto un'attività in proprio di consulenza e di supporto nelle funzioni marketing, comunicazione e commerciale per diverse aziende di vari settori.
  • Da Settembre 2004 al 1 novembre 2005 ho ricoperto l'incarico di Responsabile Marketing di AGE (Agenzia Giornalistica Europa) dopo essere stato referente commerciale per il Triveneto.
  • Da Luglio 2003 a Dicembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Responsabile del progetto per www.connecting-managers.com dopo essere stato Community Manager e Responsabile della Redazione.
  • Da Ottobre 2002 a Settembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Senior Web Content Manager di www.comunitazione.it 

Vedi Curriculum >>

Viviamo in un mondo in cui la differenza fra fisico e digitale ha perso di significato. Lavoro ogni giorno per essere pronto alle sfide della digital and business transformation e mi piace scriverne qui, sul mio blog e sul mio canale Telegram.

Per le mie altre esperienze si veda il sito personale alla voce curriculum.