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Iperbole o misura? Esuberanza o proporzionalità?

19/07/2007 7631 lettori
4 minuti

Fantastico! Sensazionale! Fondamentale percezione cosciente prodotta da stimoli esterni o interni. Coscienza di una modificazione dello stato psichico. Impressione indefinibile o incerta, percezione indeterminata. Iperbole o misura? Esuberanza o proporzionalità? Gli Impressionisti salutano Como con un nuovo record di ingressi, oltre 80mila. Il finale, come sempre, è stato vissuto tra musica, fuochi d'artificio e spettacoli teatrali. Villa Olmo, chiusa la mostra. La festa di colori accende la notte. Una grande mostra e un finale "ottocentesco" alla sua altezza. Che notte la notte di Villa Olmo con la festa di chiusura della rassegna «Gli Impressionisti i simbolisti e le avanguardie» visitata da 80 mila persone. Danze, musiche, scene teatrali, fiaccole e fuochi d'artificio. Como ha salutato ieri sera le 120 opere della collezione del museo nazionale di Belgrado e con la leggerezza delle ballerine che danzavano nella fontana di Villa Olmo, con la dolcezza della musica di un pianoforte a coda, con la drammaticità del teatro e con la maestosità dei fuochi artificiali le ha virtualmente riaccompagnate in Serbia, da dove non partiranno mai più. La collezione del principe Paul Karandordevic, infatti, è stata esposta per la prima volta in Italia proprio in riva al lago e, dal prossimo anno, resterà a Belgrado nel nuovo museo in fase di completamento. Questi alcuni commenti riportati sui giornali locali[1]. Tramite lo stesso mezzo, così si esprime l'assessore alla Cultura Sergio Gaddi: «In termini di risultato abbiamo battuto anche importanti rassegne non solo di Lugano, ma anche di Milano e ci siamo collocati stabilmente nella top ten italiana. Abbiamo raggiunto risultati analoghi a quelli di Milano senza avere gli stessi mezzi economici. Il vero indice di qualità delle nostre mostre è stato l'effetto della propaganda, ovvero del gradimento del pubblico. Non abbiamo fatto grossi investimenti promozionali, ma il passaparola della gente ci ha premiato ancora una volta»


Complice l’araldo di turno, il giornale la Provincia di Como, ebbi l’ardire, di rilanciare, tramite un testo su comunitàzione.it il battage promozionale e di marketing che annunciava l’evento. Feci uso di una riflessione: l’insieme di attività che mirano ad influenzare la scelta, (leggi marketing), e la connessa promozione dell’evento sono sufficienti per sensibilizzare il tessuto cittadino e quindi «creare un clima in cui la città riscopra il valore della cultura»? Miravo a un duplice scopo: sollecitare la messa in pratica di un buon processo di creazione di conoscenza e ridare attualità anche ad una particolare rivelazione di « bisogni insoddisfatti».

Con la stessa presunzione riporto, a seguire, i primi paragrafi del saggio, sulla mostra di Como, dello storico Luciano Caramel[2]: «La diffusa e fortunata denominazione di evento è del tutto impropria per questa mostra, per le connotazioni del termine, fin dalla sua etimologia (dal latino evenire, accadere) puntato nella direzione della flagranza dell’avvenimento, appunto, con quanto di immediato, nonché di transeunte e di provvisorio esso comporta. Nella primaria levatura degli artisti e nell’alta qualità dei dipinti proposti, la rassegna non si risolve, infatti, in una sequenza di opere capolavoro, o presunte tali, tra loro collegate solo, o principalmente, dall’obbiettivo di offrire l’occasione per un godimento estetico generico, circoscritto solo a singole pitture, magari legate da pretesti tematici vaghi e inconsistenti. Né ha la moderata ambizione della monografia, retaggio, come il privilegiare il singolo capolavoro, di una concezione di matrice idealistica del fare e fruire l’arte, fuori delle più vaste implicazioni umane, storiche, culturali che rendono ogni lavoro diverso e autonomo per il congiungersi dell’apporto e delle doti individuali di ciascun autore con lo “spirito del tempo”, la “volontà” o “potenzialità d’arte” (il Kunstwollen), teorizzata sul finire dell’Ottocento dal grande storico dell’arte austriaco Alois Riegl come espressione della sostanza storico-culturale di un’epoca e di un popolo che si realizza nella forma, nello “stile” attraverso l’intenzionalità dell’artista, non con svolgimenti meccanici subordinati positivisticamente alle tecniche e alle materie. Di qui, e con tale ricchezza di implicazioni e di livelli di lettura, il percorso della mostra, evidenziato nel titolo, dove il richiamo a “impressionisti, simbolisti e avanguardie” non è costituito dall’accostamento.(…)».

Stante la problematica argomentazione introduttiva, riportate le dotte considerazioni e qualche fervore passionale, prima di concludere con un’istanza, intendo dare atto, quanto meno, di avere avuto l’opportunità di una certa «iniziazione». La pittura ha un'innegabile facilità di fruizione rispetto alle altre forme artistiche, ciò nonostante un matematico e fisico del XIII secolo, Witelo, sostiene che «l'occhio non può comprendere la forma vera delle cose con il semplice sguardo, ma sì con l'intuizione diligente». Confacenti occasioni ed una dedita attenzione cominciano a consentirmi un «godimento estetico generico» pur se limitato a particolari opere. Lontano ancora dall’essere in grado di trovare quel «punto archimedeo», individuato il quale tutto diventa più facile.

L'obiettivo della ricerca e' creare nuovi modi di fare e fruire l'arte, proponendo soluzioni innovative, interazione e informazione approfondita. Pur dando merito di indefessa solerzia del nostro Assessore/Curatore e ascrivendogli la chiara propensione ad un certo tipo di ricerca – peraltro, immagino, contornato da un entourage di tutto rispetto – tocca rilevare la carenza di relazione e di interazione con la cittadinanza. Un progetto artistico che collega opinion leaders e operatori culturali, coinvolgendo una vasta e attiva comunità di persone a sperimentare direttamente percorsi creativi, approfondire conoscenze, trovare informazioni sempre aggiornate sulla scena culturale contemporanea, contribuisce in maniera determinante per «creare un clima in cui la città riscopra il valore della cultura».

Concludo con una delle tante dichiarazioni di questi giorni: «Questa è stata la sfida più difficile - ha commentato l'assessore curatore - perché per la prima volta abbiamo tentato la strada della collezione di artisti. Il risultato clamoroso sta a significare che il nostro ciclo è completo. Con questa quarta esperienza è chiaro come si sia imboccata la strada del non ritorno perchè finalmente è evidente come questa sia l'economia del futuro che Como non può permettersi di ignorare». Nella ricerca del senso della misura e della proporzionalità prendo atto del risultato e del significato addotto e faccio istanza affinché l’intrapresa orientata alla cultura possa essere l’economia del futuro basata su un sistema produttivo e competitivo il cui successo e la crescita sono la conseguenza, trasparente e partecipata, di aver saputo investire nei propri cittadini.



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[1] – Il corriere di Como e la Provincia –

[2] http://www.clponline.it/docs_cms/A1F6876C-BC47-98AE-8E3D46ED183FAEF6/saggio_Caramel.doc

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.