Tutto è iniziato con le trottole.
Tutto è iniziato così, con le trottole. Perché sono state proprio le immagini delle trottole ad aver incoraggiato la pubblicità sulle schede telefoniche. "Se ti gira di colpire, se ti gira di cambiare, se ti gira di incuriosire, se ti gira di spiccare, se ti gira di spaziare - La pubblicità gioca una nuova carta".
I ragazzini in vacanza, quando ero piccina anche io ('95-'99), passavano il tardo pomeriggio tra i cestini. Gironzolavano attorno alle cabine telefoniche pubbliche, buttando l'occhio sul display del credito, aspettando che le 2500, 5000, 10000 e le rarissime 15000 lire si esaurissero. "Telefono pubblico: un grande valore d'uso" - fu il primissimo slogan apparso sopra le tesserine magnetiche. I genitori intanto impazzivano, inorriditi dalle mani dei loro figli che frugavano nella spazzatura, o sotto i telefoni pubblici, pur di aggiudicarsi una di quelle pubblicità.
Scambiavamo tra di noi la pubblicità. E partecipavamo ai concorsi. Strappando i triangolini dalle schede, ed attaccandoli su un apposito album, fioccavano i premi sicuri (cappellino e marsupio) e quelli ad estrazione (il mitico scooter). Poi arrivarono i gratta e vinci, i giochi enigmistici.
Ma è l'avvento dei grandi marchi commerciali sulle schede magnetiche (primissimi Misura, Tantum Verde, Armani, L'Oreal) che appassionò davvero i ragazzini, spingendoli al collezionismo maniacale. Questo perché la tiratura delle schede, dichiarata sul fronte, era molto più bassa di quella delle schede che reclamizzavano prodotti e servizi Telecom, di oltre un milione.
C'erano poi quelle che promuovevano i film (es. Pocahontas, Il Quinto Elemento), quelle celebrative (es. dei 250 di Vittorio Alfieri), quelle sociali (es. per l'uso dei preservativi, per la Lega del Filo d'Oro, la Croce Rossa, Uniceff). C'erano i giocatori Panini con lo stesso layout delle figurine classiche, quelle delle regioni italiane, e c'erano quelle dei grandi eventi (es. Universiadi, Ostensione della Sindone). Alcune addirittura trasponevano spot televisivi, come la simpatica multisoggetto autocelebrativa con vari personaggi (es. le tre suore, il capotreno, la coppietta attempata) che gridavano quanto fosse meravigliosa la scheda telefonica.
Le valutazioni variavano anche in base alle dimensioni dei loghi nelle varie edizioni, l'orientamento orizzontale o verticale dell'impaginazione, le sfumature dei colori, gli errori di stampa. Era questa la pubblicità da collezione in edizione limitata di una decina di anni fa. Quasi come le promocard di oggi, ma con il valore aggiunto del "ritrovamento" casuale.
Se diamo per assodato che "marketing virale" è tutto ciò che stimola le persone a trasemettere un messaggio, allora forse fu questo, anche se inconsapevole, il vero principio in Italia. Ed allora, erano davvero azzeccati quegli slogan che invitavano a colpire, cambiare, incuriosire, spiccare, spaziare come una trottola. Mancava una sola voce a quella prima campagna pubblicitaria: Se ti gira di contagiare.