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Daredevil: quando la carta diventa celluloide

28/04/2003 37515 lettori
5 minuti


"Non sempre i buoni vincono,
ma non smettono mai di combattere"

Daredevil

Con la recente uscita del film Daredevil, si è ancora accresciuto il numero di trovate editoriali intorno all’eroe cieco di rosso vestito.

Daredevil, personaggio fosco e dibattuto della famiglia Marvel, noto in Italia semplicemente come Devil, è l’ennesimo supereroe con superproblemi.

Al pari degli altri protagonisti della nota casa editrice non proviene da un pianeta sconosciuto ma dalla terra, New York per l’esattezza, e acquisisce le sue qualità sovrumane per caso. Matt Murdock, questo il nome ufficiale dell’eroe, figlio dell’ex pugile professionista "Battling" Murdock, quando è appena adolescente salva un cieco dall’investimento di un camion, ma rimane colpito al viso dal materiale radioattivo trasportato dal mezzo. L’incidente gli sottrae la vista ma, per compenso, rende sensibili in modo soprannaturale le altre sue percezioni sensoriali e lo dota di un radar interno che gli consente di intuire le forme circostanti e di orientarsi nel buio. Anche se la sua vita è cambiata totalmente Matt si laurea in legge, per soddisfare il desiderio paterno. Indosserà per la prima volta l'inconfondibile tuta in spandex purpureo, dell’uomo senza paura, per vendicare la morte di suo padre, freddato dalla malavita per essersi rifiutato di truccare un incontro, e continuerà a vestirla ogni notte per preservare la sua città dalle angherie di gente malvagia scampata alle maglie difettose della giustizia ordinaria. Dunque Devil riesce ad essere avvocato di giorno e giustiziere spietato al calare del sole, abile a sentire i battiti cardiaci dell’interlocutore e intuire in tempo le mosse dell’avversario; ma vive con grande malinconia, sotto il peso d’una doppia identità, che non può essere svelata a nessuno.

È come se fosse contemporaneamente un eroe e un antieroe che si muove sopra e sotto New York, fra le aule di tribunale in cui lavora e il quartiere malfamato di Hell’s Kitchen in cui è cresciuto.
Molti i personaggi di contorno, dal suo miglior amico e socio Franklyn "Foggy" Nelson, alla redenta Elektra, da Wilson Fisk, il signore del crimine di New York, a Bullseye, l'assassino dalla mira infallibile, ecc.

 

Il fumetto

Daredevil fu creato nel 1964 dallo sceneggiatore Stan Lee, già padre dell’Uomo Ragno. Quando fu pubblicato per la prima volta si temette che il personaggio potesse essere offensivo per i non vedenti. Ma furono proprio alcuni di loro, a nome di tutti, a scrivere alla Marvel ringraziandola di aver trovato finalmente un modo per parlare del loro handicap, che non fosse falsa pietà.

Grazie ad abili giochi narrativi Lee crea delle situazioni e poi interviene personalmente inserendo, in didascalia, dei messaggi rivolti a chi lo sta leggendo. Questo espediente rinforza il legame tra autore e lettore e rende il personaggio ancora più credibile e umano, ma nello stesso tempo evidenzia il distacco psicologico dell’autore dalla sua creatura. Lee sottolinea quanto questo giustiziere, che non è un automa, entri in conflitto con se stesso, tanto da indurre l’osservatore a credere che Matt Murdock sia quasi il frutto di uno sdoppiamento di personalità. Persino il lavoro di avvocato è in piena contraddizione con ciò che il suo alter ego fa mentre la città dorme. Come si può essere al servizio della "legge uguale per tutti" di giorno e vivere in base a regole totalmente personali di notte? Il secondo autore di Devil fu Frank Miller, il quale lavorò in modo ancora più approfondito sulla psiche del supereoe mettendo a nudo i suoi dolori più nascosti. A differenza di Lee, Miller preferì identificarsi in pieno con Devil.
Nell’ideazione delle tavole di questo supereroe si sono susseguiti alcuni tra i nomi più importanti del fumetto americano. Fra disegnatori e sceneggiatori si ricordano Peter David, Jack Kirby, John Romita Sr., Bill Everett, Gene Colan, D.G. Cheichester, il regista cinematografico Kevin Smith, John Romita Jr.



Il film


Regia e sceneggiatura: Mark Steven Johnson,
Interpreti principali: Ben Affleck e Jennifer Garner (la bella eroina della serie televisiva Alias).
Produzione: Twentieth Century Fox, Regency Enterprises, in unione con Marvel Entertainment Group.

A conti fatti, e contrariamente a quanto ci si aspettava, questo film non ha riscosso il plauso totale del pubblico, o quanto meno ha raccolto pareri assai contrastanti attorno alla sua narrazione. Numerose sono poi le recensioni che non lo descrivono col massimo della gloria. Si legge sul sito di FilmUp "[…]Sinceramente definire questo Devil un supereroe è un pò difficile. Un animale notturno che si nutre di vendetta e dorme in un sarcofago insonorizzato, sembra più un vampiro che altro. Aggiungiamoci che se un fan del fumetto dovesse entrare in sala con l'aspettativa di ritrovarci il suo eroe preferito resterebbe pesantemente deluso.
Devil è cupo e crudele quanto la città che protegge (una New York più simile a Gotham City che alla "Grande Mela"). Elektra è la pallida ombra dell'assassina mortale e sexy che ha infiammato le pagine degli albi e Wilson Fisk / Kingping, in onore al postulato americano nero = criminale, ha cambiato colore di pelle. L'unico che sembra non aver venduto la sua anima alle major, è lo spietato Bullseye che supera di gran lunga il personaggio di carta (e non solo per il fatto che non indossa il ridicolo costume-bersaglio)[…]".

Considerato pieno di falle e mancante di buone scene d’azione, mostra il nostro eroe alcune volte affetto da totale astenia, e quindi incapace di salvare qualcuno, altre pieno di recuperata forza. Qualcuno ha individuato un ipotetico tentativo, per altro fallito, di emulazione del Batman di Tim Burton.

Ci sono però un paio di idee davvero efficaci che vale la pena citare:

  • I titoli di testa sono stati eseguiti con l’effetto delle finestre illuminate dei grattacieli di New York che appaiono simili a caratteri braille e si trasformano poi in lettere.
  • Il senso radar di Devil è stato simulato con un effetto stroboscopico in bianco e nero



Nodo di congiunzione tra fumetto e film

Nel film, ci sono delle comparsate di lusso. Gli autori di questo fumetto prestano il loro volto o il loro nome, più o meno volontariamente: Stan Lee appare, in un piccolo cameo, nel ruolo di un anziano che attraversa la strada sbadatamente e che viene trattenuto in tempo dal bastone di Murdock. Abbiamo un certo 'padre Everett', in omaggio a Bill Everett e un pugile, avversario di Matt, chiamato John Romita. E poi ancora c'è un'assistente di laboratorio che si chiama Kirby, come il celebre Jack (che tra l'altro è interpretato dal già citato regista Kevin Smith). Infine Frank Miller, e altri prestano i loro nomi agli avversari sconfitti sul ring dal padre di Matt.

Loredana Signorelli
Loredana Signorelli

Si laurea in Scienze della Comunicazione nel 2000, con una tesi sul Concetto di tempo in pubblicità. Ha un’esperienza decennale come giornalista, addetto stampa e copywriter (presso agenzie di comunicazione e come freelance).
Ha frequentato agli inizi del 2005 il corso di scrittura creativa comica e umoristica presso il laboratorio “Achille Campanile” di Napoli.
Attualmente collabora con la rivista “Girlfriend” edita dalla H3E-Playpress Publishing, il quotidiano economico “Il Denaro”.