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La comunicazione trasparente.

20/09/2007 7720 lettori
5 minuti

Dal primo gennaio 2005, l'amianto è vietato in tutta l'unione europea. Questa notizia può suscitare la gioia e l'amarezza. La gioia di un'interdizione che è intervenuta in seguito ad una lotta lunga e difficile delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di vittime. L'amarezza, perché i ritardi accumulati prima dell'interdizione totale dell'amianto provocheranno la morte di centinaia di migliaia di persone. Ma la pagina non è girata per tanto. Le quantità massicce di amianto utilizzate in Europa tutto lungo il XX° secolo continueranno ad uccidere delle decine di migliaia di persone ogni anno durante i due prossimi decenni. Tanto che in Europa dell'ovest, i periti dell'unione europea hanno calcolato che i tumori causati dall'amianto saranno all'origine di circa 500.000 decessi durante i primi trenta anni del nostro secolo. L'eredità dell'amianto e, in particolare, l'eliminazione degli scarti e la rimozione dell’amianto di edifici implicano dei rischi importanti per i lavoratori e le popolazioni. 

 

 

 

Il loro costo considerevole dovrebbe bastare a mostrare l'inconsistenza degli argomenti degli industriali contro la sostituzione degli agenti cancerogeni nei processi di produzione. Peraltro, le lezioni politiche a tirare dei dibattimenti sull'amianto restano attuali. L'elaborazione di una nuova regolamentazione dei prodotti chimici nell'unione europea (ricerca) cozza contro gli stessi ostacoli che hanno provocato dei ritardi nell'interdizione dell'amianto. L'argomento dei costi ed il ricatto all'impiego continua ad essere opposto ad una protezione efficace della salute dei lavoratori e della popolazione. L'amianto non appartiene certamente al passato nel resto del mondo. In Europa hanno una responsabilità particolare nella battaglia per un’interdizione mondiale dell'amianto.

 

 

 

A Como: Ticosa a rischio. L'amianto ritrovato in Ticosa dopo la demolizione dovrà essere rimosso.

 

 

 

A Milano Promossa da Metropoli Agenzia di Sviluppo, BIC La Fucina, Sodalitas, Università IULM, Provincia di Milano, Regione Lombardia e sponsorizzata da ATM, Autogrill, Bureau Veritas Italia, Coop Lombardia, Edison, Provincia di Milano-Settore Attività economiche e innovazione, l’edizione 2007 si aprirà giovedì 27 settembre alle ore 9.30 con il convegno internazionale “Dal dire al fare”: come agire e come comunicare la Responsabilità Sociale”. Temi principali di quest’anno saranno, infatti, lo sviluppo sostenibile del territorio e la comunicazione trasparente, approfonditi attraverso il confronto con le più innovative realtà imprenditoriali europee.

 

 

 

Nei due giorni della rassegna il dibattito verterà inoltre su ipotesi e idee per future azioni responsabili. All’interno dei numerosi laboratori tematici saranno affrontati argomenti quali l’attenzione verso l’ambiente e la comunità locale, l’integrazione sociale e il supporto all’imprenditoria etnica, la diffusione di una cultura imprenditoriale attenta alle risorse umane, l’educazione al consumo consapevole.

 

 

 

In linea con l’intento di promuovere un territorio socialmente responsabile attraverso comportamenti concreti da parte di aziende, enti e istituzioni, i promotori di DAL DIRE AL FARE si sono impegnati a ridurre al minimo l’impatto dell’evento sull’ambiente, aderendo al progetto Impatto Zero® e scegliendo fornitori socialmente responsabili per la realizzazione dei materiali.

 

 

 

Il programma dettagliato degli incontri è disponibile sul sito www.daldirealfare.eu Ingresso libero per i visitatori, è gradita la registrazione al convegno di apertura e ai laboratori.

 

 


Carnevale, F., Chellini, E., Amianto; evoluzione delle conoscenze relative al suo impiego, agli effetti sulla salute e alle misure di prevenzione nei luoghi di lavoro, con particolare riferimento alla situazione italiana, Rassegnadi Medicina dei Lavoratori, n° 29/30, 1993, p. 172-198.

Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.