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C.A.P.R.I. 2007 ed il Consorzio Capodimonte: lavorare sull’eccellenza

02/10/2007 7325 lettori
4 minuti
Capodimonte rappresenta la nostra storia, la tradizione, il legame con il territorio e la continuità. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che quando parliamo di artigiani di Capodimonte ci riferiamo ad esperti ceramisti che nel corso degli anni hanno imparato, conservato e tramandato i segreti del “mestiere”, facendoli propri a tal punto che oggi vengono dall’estero imprenditori del settore ceramico per apprenderne le “arti”, se di ciò si può parlare. La continuità, è doveroso dirlo, risiede nelle imprese in quanto Capodimonte nasce dallo Stato, con Carlo III di Borbone, ma poi sono gli artigiani che ne conservano i segreti e fanno impresa. Il comparto ha vissuto dei periodi di splendore ma anche dei momenti di grande difficoltà, cosa che è stata la spinta principale all’aggregazione. 7 anni fa abbiamo costituito il Consorzio Capodimonte che oggi vanta circa 25 associati e 10 richieste di adesione. L’obiettivo di allora era la realizzazione del Marchio di tutela, ovvero l’applicazione di una legge del 1990 e che oggi non è ancora portata a compimento. Cosa significa questo? Che le imprese per un lungo periodo non sono state tutelate, che il territorio non le ha riconosciute come elemento di valore, come potenzialità del territorio stesso da salvaguardare e da sviluppare. Oggi, devo dire, le cose sono cambiate, c’è una maggiore attenzione del Pubblico ed una più grande considerazione dal Privato. Tutte queste esperienze ci portano a fare delle riflessioni di vario genere : la prima riguarda il valore dell’aggregazione, la forza del gruppo, il dialogo tra le imprese e tra gli attori territoriali. L’altra è la capacità delle imprese di resistere alle difficoltà esclusivamente attraverso le loro risorse, in termini di know-how, abilità, competenze. È altresì palese che lo sviluppo è frenato se non si crea la sinergia tra le imprese, tra i comparti, tra mondo istituzionale ed imprenditoriale. È per questo che abbiamo accettato volentieri l’invito a C.A.P.R.I. 2007, manifestazione di cui condividiamo i valori. Abbiamo bisogno di mettere in campo le nostre energie, ognuno per il ruolo che gli compete, di confrontarci, di condividere esperienze e di mettere la nostra al servizio della collettività. Non esiste lo sviluppo individuale, noi siamo fermamente convinti che oggi la vera sfida, in termini di competitività, sia affermare il sistema produttivo del nostro paese rispetto a quello di altri, e mi riferisco a quelli asiatici o dell’Europa dell’Est. L’unica possibilità che abbiamo è lavorare non sull’eccellenza, ma sulle eccellenze, unirle e fare sistema. In occasione di C.A.P.R.I. 2007 incontreremo altri imprenditori e politici che condividono gli stessi nostri valori, la cultura del lavoro e la meritocrazia. Primo fra tutti Santo Versace che è un esempio di eccellenza non solo produttiva, ma di gestione imprenditoriale. Ricordo che la sua formula del successo è “lavorare, lavorare, lavorare” , intendendo che il lavoro, l’impegno ed il credere fermamente in ciò che si fa alla fine ripaga, il solo talento e la genialità non sono sufficienti, e noi, in questo, vediamo un punto di contatto, di condivisione molto stretto ed importante.