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Petrarca e il conflitto anima e corpo

16/10/2007 90001 lettori
5 minuti

L'amore di Petrarca per Laura evidenzia un comportamento  caratterizzato da alti e bassi, in cui gli alti sono dovuti al comportamento  da dama di corte, della bella, che frena questi acuti  mostrandosi ritrosa quando gli eccessi del poeta rischiano di influire negativamente sulla sua vita familiare.

 

PETRARCA:
Il conflitto tra anima e corpo
 il contrasto tra anima e corpo si complica in un vero e più moderno conflitto interiore tra il desiderio della bellezza del corpo femminile e il senso di colpa.
Lo splendore di Laura turba i sensi del poeta e nello stesso tempo il sentimento del peccato e della fragilità è motivo di tormento. Mentre nella poesia stilnovistica, e soprattutto in Dante, l’amore viene sublimato in una dimensione spirituale, quasi depurato dalla contaminazione con il corpo a vantaggio delle esigenze dell’anima, in Petrarca non è più possibile conciliare questi due termini subordinando l’uno all’altro. L’anima e il corpo hanno forza e diritti uguali e convivono nella coscienza del poeta sia pur con voci contrastanti (Francesco e Agostino). Da qui l’esperienza del" doppio uomo" che rende contraddittoria la sua vita interiore. Anche dopo la morte di Laura, Petrarca non arriverà mai al disprezzo per il corpo e quindi ad aderire ad una visione ascetica: il corpo viene apprezzato sempre nella sua bellezza anche dopo la morte.
La principale ragione di interesse e di modernità di quest’opera sta proprio nel suo carattere aperto e problematico. Nel Medioevo, il motivo dello smarrimento trova sempre una risoluzione finale che prevede  un ritorno nella logica della virtù e dell’obbedienza alla legge divina. Qui invece permane sino alla fine una sorta di conflittualità interna che sembra ribadire l’incapacità di operare una scelta decisiva.
Nel Secretum si può individuare l’ambiguità petrarchesca
Il tema  è l’ambiguo amore di Francesco per Laura, cioè la sua consapevole attrazione per un corpo, mascherata da ragioni ideali e spirituali.
Il dialogo tra Franciscus e Augustinus, svolto alla muta presenza della Verità, è la lucida analisi del Petrarca.
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Francesco Petrarca nacque ad Arezzo nel 1304, da padre notaio in esilio da Firenze. Ad otto anni si trasferì ad Avignone, dove cominciò i suoi studi. A dodici anni fu inviato all'università di Montpellier per studiare diritto e a sedici all'università di Bologna. A ventidue anni, alla morte del padre, tornò ad Avignone. Questo continuo viaggiare lo portò a contatto con  ambienti culturali, cosa che gli permetterà  di entrare in una dimensione europea. Era  appassionato dei classici antichi, in particolare  Virgilio e Cicerone, la cui lingua aveva a tal punto interiorizzato da scrivere appunti in latino. Allo stesso tempo la sua vita fu condizionata dalla lettura delle Confessioni di S. Agostino.

 Due sono le produzioni : una in latino, alla quale appartengono le Epistule (tra cui l'Ascesa al monte Ventoso), il Secretum, l'Africa, il De vita solitaria, e l'altra in volgare alla quale appartengono il Canzoniere e una serie di opere minori

l 6 aprile 1327 ci fu  l'incontro con Laura nella chiesa di S. Chiara ad Avignone. Proprio a questa donna, vera o fittizia si ispirerà tutta l'opera del Canzoniere. Dopo di che per garantirsi il benessere economico senza lavorare, prese gli ordini minori. In questo periodo si svolsero  i viaggi che si concluderanno attorno al 1336 con il ritiro in otium in Valchiusa, dove compose il De vita solitaria e altre opere in latino e in volgare. Nel 1341 a questo momento di ricerca spirituale si oppose l'incoronazione di poeta in Campidoglio che concretizzò il suo  desiderio di gloria terrena (la stessa Laura può essere intesa come L'aura, ovvero la gloria).

Nel 1343 il fratello Gherardo si ritirò in convento. Questo gli causà una profonda crisi interiore, poiché vide nel fratello un alter ego in cui rispecchiarsi. Ciò lo condusse ad una  revisione della sua vita, e fu sempre più drammatico il dualismo tra il desiderio di amore e di gloria terrena, valori tramandati dalla lettura dei classici, e il desiderio di abbandono spirituale in Dio, insegnatogli dalle Confessioni.

Per questo Petrarca è considerato la vittima del passaggio dalla cultura  medievale alla cultura  umanistica. Dopo la morte di Laura nel 1348, incominciò la sua peregrinazione nelle corti delle varie signorie italiane, senza mai farsi condizionare o esserne influenzato. Morì nel 1374 a Padova mentre leggeva Virgilio.

L'Ascesa al monte Ventoso


La lettera, che fa parte delle Familiari, narra la scalata al monte Ventoso, presso Avignone, compiuta  insieme al fratello. E indirizzata a Dionigi da Borgo San Sepolcro. Il racconto assume un valore allegorico di un'esperienza che deve servire di insegnamento. Ciò che lo spinge è la curiosità di scoprire; ma  anche la volontà "umanistica" di emulare l'esperienza di (Filippo di Macedonia). Il primo significato allegorico dell'ascesa al monte è la conquista del mondo esteriore, poi, raggiunta la meta, si ha un rovesciamento. La vista del mondo esterno, faticosamente conquistata lo spinge ad indagare se stesso, lo scrittore sa vedere a fondo nel proprio animo, mette in luce "quel doppio uomo" che è in lui. Questo passaggio prepara la presa di coscienza centrale di tutta l'esperienza dell'ascesa. Petrarca arriva a capire che la verità abita nell'interiorità dell'uomo. Non è un caso quindi se, nel disegno del racconto sceglie una frase di Agostino come fonte della sua presa di coscienza, avviando così il processo della sua conversione.

Il Secretum


Nel III libro del Secretum Agostino mira a liberare l'animo di Francesco da due errori più pericolosi, l'amore per la gloria e l'amore per Laura. Francesco si difende sostenendo che il suo amore è stato solo spirituale

 

 

Maresa Baur
Maresa Baur

Sono una scrittrice conosciuta nel web per aver pubblicato sette libri con case editrici online. Il mio sito è http;//digilander.libero.it/biribanti.maresa Credo che cliccando sul link possiate apprendere molto di me,quasi tutto. Amo leggere, informarmi ed informare e scrivo come una forsennata come se non avessi il tempo sufficiente per farlo. Ho scritto libri di poesie, racconti, storie fantasy e "thriller". Anche il giornalismo mi affascina. Mi sono diplomata a Cambridge e adoro l'inglese che è sempre stato la colonna sonora della mia vita. Ho insegnato inglese e fatto traduzioni tecniche. La poesia è tuttavia il mio grande amore e ho invaso tutti i siti letterari possibili.La mia passione è scrivere e se non lo facessi più morirei. Mi definisco una folle-saggia con un pizzico di ironia e con questo mi presento. Maresa Baur