URP degli URP
Abbiamo intervistato Nicoletta Levi, una delle responsabili del sito www.urp.it, l'Urp degli urp |
Buogiorno Nicoletta, benvenuta nella Comunità delle Scienze della Comunicazione. Lei fa parte dello staff di www.urp.it , ci può spiegare brevemente in cosa consiste questa iniziativa?
Questa iniziativa nasce da una collaborazione istituzionale fra il Dipartimento della Funzione Pubblica e la Regione Emilia Romagna. Si tratta di un progetto finalizzato a sostenere le attività di comunicazione pubblica sul territorio nazionale con un occhio di riguardo agli Uffici per le Relazioni con il Pubblico. Il focus sugli Urp nasce infatti dal contesto istituzionale in cui l'idea prese corpo ovvero su impulso della Commissione per gli URP, istituita con la direttiva del Presidente del Consiglio del 1995.
Da allora le cose sono molto cambiate: da un lato la legge 150 ha sistematizzato la materia e ha individuato diverse strutture organizzative deputate alla gestione delle funzioni di comunicazione istituzionale; dall'altro la realtà organizzativa stessa delle pubbliche amministrazioni restituisce un quadro di grande complessità nella gestione delle funzioni di comunicazione istituzionale, complessita' che rende impossibile ascrivere ai soli Uffici per le Relazioni con il Pubblico la gestione delle attività e dei prodotti di comunicazione. Anche il nostro progetto sta assumendo quest'ottica: nel corso di quest'anno avvieremo una indagine nazionale per verifcare e analizzare i modelli organizzativi delle funzioni di comunicazione, con un particolare riferimento al coordinamento, e capire come e' possibile gestire le diverse funzioni di comunicazione in ambito pubblico.
Quali sono i riscontri ed i feedback che il Vostro lavoro ha avuto fino ad oggi, c'è una buona risposta da parte delle Istituzioni accademiche, sociali e politico-amministrative?
Il nostro feedback e' costituito soprattutto dalla partecipazione degli operatori che in questi anni siamo riusciti a coinvolgere e a far interagire. la partecipazione al nostro progetto è per noi molto soddisfaciente e sintomo dell'interesse verso questo tipo di iniziative che si sente soprattutto all'interno delle amminsitrazioni pubbliche, fra quanti lavorano e sono quotidianamente a contatto con problematiche di tipo professionale. Non esiste un sapere scientifico unico e certo su questa materia e, inoltre, la stragrande maggioranza degli operatori della comunicazione pubblica ha una formazione sul campo, frutto di anni di esperienza, fatiche e auto-formazione.
Sono questi saperi, nelle sue diverse forme, e queste diverse identità che trovano in UrpdegliUrp una occasione di confronto, sistematizzazione, socializzazione e quindi messa a valore. In questi anni UrpdegliUrp è servito soprattutto a questo e oggi vanta una delle comunità di pratica più interessanti nel panorama istituzionale pubblico.
Quante persone sono coinvolte oggi in questo progetto? Avete delle partnership con altri siti che trattano questi argomenti e/o con associazioni di categoria?
Il nostro progetto non ha formalizzato partnership oltre quella fra le due istituzioni "proprietarie" e cioè Dipartimento della Funzione Pubblica e Regione Emilia Romagna.
Abbiamo un rapporto particolare con alcune realta', come nel caso delle 9 citta' italiane che a suo tempo parteciparono al progetto pilota del Dipartimento della Funzione Pubblica per la costituzione di sportelli polifunzionali della Pubblica Amministrazione, e collaboriamo a progetti specifici interni al Dipartimento, come nel caso del programma Cantieri, o alla Regione Emilia Romagna, come nel caso del progetto URPeRETE.
Siamo comunque aperti ad ogni forma di collaborazione con quanti si occupano, come noi, di comunicazione pubblica e di innovazione della Pubblica Amministrazione convinti che la comunicazione sia una leva strategica del processo di miglioramento dello Stato, delle sue articolazioni istituzionali e dei rapporti tra istituzioni e cittadini.
A quasi tre anni dall'approvazione della legge 150/2000 come procede secondo Lei il rinnovamento delle Pubbliche Amministrazioni, in particolar modo per quanto riguarda la comunicazione? Cosa funziona e cosa invece è più urgente modificare in questo momento?
A nostro avviso il processo di cambiamento è in atto anche se i tempi con cui tale processo si concretizza e si attua dentro le organizzazioni e nei processi di produzione del lavoro pubblico possono sembrare lenti e complessi. Amministrazioni ed esperienze eccellenti ci sono e sono davvero interessanti, anche nel confronto con il privato.
Nel settore della comunicazione pubblica molte amministrazioni hanno cominciato ad investire e l'investimento riguarda non solo infrastrutture e servizi ma anche competenze e profili professionali, quadro strategico e soluzioni organizzative. Adesso è giunto il momento di tirare le fila e affrontare congiuntamente tutti questi aspetti. Il processo di riforma e le normative che si sono susseguite in questo ambito hanno agito in modo un po' sparpagliato: i nuovi principi del diritto con la legge 142 e la legge 241 del 1990, poi gli Uffici per le Relazioni con il Pubblico con il Dlgs 29 del 1993 e le direttive successive, poi le diverse funzioni di comunicazione e le relative strutture organizzative con la Legge 150 del 2000. In realtà complessità organizzativa e complessità delle funzioni di comunicazione istituzionale, con le loro ricadute in termini di scelte strategiche dentro e fuori dalle amministrazioni, impongono un ragionamento e una riflessione di sistema e che possa mettere a sistema la nuova idea di amministrazione che sottende i singoli passaggi della riforma.
Secondo Lei gli Urp ed in generale le P.A. quanto possono giovarsi delle potenzialità della Rete Internet? Lei crede che tali occasioni siano state pienamente sfruttate?
Credo che i vantaggi siano indiscutibili e che le strade informatiche costituiscano una scelta obbligata per ottimizzare i processi e migliorare la comunicazione e le relazioni con il pubblico. Una scelta obbligata ma non esclusiva: se la rete ha indubbi vantaggi non sostituisce ancora totalmente gli altri media, soprattutto non sostituisce le persone e il valore che le relazioni dirette tra le persone ancora mantengono. Penso soprattutto alle piccole realtà amministrative, che costituiscono la stragrande maggioranza dei Comuni italiani e dove ancora oggi comunicazione politica e comunicazione istituzionale si possono percorrere nelle strade e nelle piazze, nei bar e nei centri dove l'aggregazione e la socializzazione funzionano. Certo Internet può e deve arrivare anche li' e il digital divide deve rimanere una preoccupazione per le amministrazioni pubbliche, ma non credo sia giunto il momento di pensare a una digitalizzazione totale delle forme e dei modi della comunicazione. Soprattutto ritengo debba essere mantenuto distinto l'obiettivo dell'informatica per migliorare i processi di lavoro, ottimizzare i risultati e abbattere i costi (in una parola l'efficienza dell'amministrazione) e quello dell'informatica al servizio della partecipazione, della consultazione e della relazione tra l'amministrazione e i suoi pubblici (in una parola la democrazia dell'amministrare).
Prima di lasciarla Le chiedo un'ultima cosa, quanto spazio occupazionale c'è oggi nel settore pubblico per chi studia comunicazione? E una possibilità che i giovani, a causa della cattiva immagine che hanno della P.A., sottovalutano ingiustamente?
Non credo che siano i giovani in cerca di occupazione a sottovalutarla ma la stessa amministrazione pubblica. Il processo di riforma e l'importanza della comunicazione quale leva per la sua attuazione sono una conquista culturale non sufficientemente diffusa e ancora non totalmente tradotta nelle organizzazioni pubbliche. Da qui la fatica quotidiana del lavoro di molti dipendenti pubblici e un appeal basso della PA per i futuri professionisti. I processi di cambiamento sono lenti ma l'auspicio e' che ci si possa gradualmente arrivare per il bene di tutti.
La ringrazio molto Nicoletta, spero che sarà di nuovo ospite della nostra Community