La Rete e la libertà
La prof. Oliverio Ferraris è già stata gradita ospite di Comunicazione e intendiamo continuare la riflessione con cui si concludeva la precedente intervista:“Anche internet ha bisogno di un minimo di regolamentazione? oppure qualcosa di veramente anarchico può finalmente vedere la luce?”
Prof. Oliverio, quanta anarchia e quanta regolamentazione esistono dunque in internet?
Inizialmente la situazione, come tutte le cose che nascono ex novo, era prevalentemente anarchica, era uno spazio di libertà completamente non regolamentato, poi gli stessi utenti hanno incominciato a proporre una forma di etichetta la cosiddetta netiquette, ossia le norme a cui uno si dovrebbe attenere entrando in contatto, scrivendo, entrando in una chat o prendendo parte ad un gioco di ruolo. Per quanto riguarda i giochi di ruolo ad esempio, esiste una codifica molto precisa e spesso anche una rigida gerarchia da rispettare.
Esistono, accanto ad aspetti negativi come la diffusione di software non autorizzati, anche aspetti positivi: persone che rispondono a dei gruppi di discussione in cui qualcuno ha un problema o ricerca qualcosa (una medicina, un centro specializzato per una particolare malattia, un libro raro ecc.), fino alla diffusione di programmi che vengono ceduti liberamente attraverso la rete. Ci sono regole sulla pirateria - p.es. diffusione di musica in violazione dei diritti di copyright - che implicano il pagamento di un piccolo costo anche se la cosa non ha risolto del tutto i problemi. C'è poi la questione della pedofilia e dei siti pornografici: in questi casi man mano l'intrusione delle polizie è diventata più pesante, con la chiusura di alcuni siti, la ricerca delle persone che andavano su determinati siti, di quanti scaricavano materiale, vendevano materiale in rete e così via.
Nel complesso quella che esiste è una "buona anarchia": il navigatore è libero dai vincoli e può navigare in libertà? oppure è in un mare senza riferimenti?
Ci sono aspetti positivi di questa libertà, come la possibilità di comunicare in tempo reale in ogni parte del mondo o di fornire informazioni che certa stampa o certa televisione ufficiale può - per motivi di opportunità, politici, di regime ecc. - cercare di nascondere o di addomesticare; come per ogni mare però bisogna anche sapere navigare, bisogna sapere dove andare, avere dei punti di riferimento, saper dove cercare altrimenti non soltanto si possono fare degli incontri sgraditi, ma si può perdere una grande quantità di tempo senza raggiungere l'obiettivo. C'è bisogno di una logica, c'è bisogno di conoscenze e c'è anche bisogno di fare affidamento: per esempio, se degli hackers si facessero la guerra a vicenda riempiendo la rete di trappole, come i pirati di un tempo, diventerebbe molto difficile navigare. La libertà è legata alle opzioni, ossia alla possibilità di trovare delle cose in rete abbastanza facilmente e rapidamente attraverso dei motori di ricerca sempre più selettivi che catalogano, fanno categorie, indicano settori specifici: tutto questo implica una razionalità. Ad esempio, se io pongo al motore di ricerca la domanda "vacanze in montagna" mi possono venire dei siti commerciali, se invece pongo la domanda "vacanze in montagna ecologiche" è più facile che mi vengano siti legati all'ecologia. E' la selettività della domanda che affina la scelta; ma per fare una domanda selettiva bisogna avere già un certo numero di conoscenze, un quadro concettuale di riferimento, bisogna essere in grado di individuare e differenziare le varie tematiche.
Naturalmente andando sui vari siti si può incontrare molta pubblicità, che può rallentare le operazioni, distrarci, obbligarci a vedere immagini che altrimenti non guarderemmo e che possono infastidirci. In genere senza pubblicità sono i siti istituzionali, che possono però essere percepiti come noiosi quando manca una grafica o un impianto accattivante. La maggior parte dei siti non istituzionali sono basati essenzialmente sulla pubblicità: tutti i media della carta stampata, ad esempio, hanno aperto dei siti di questo tipo.
Ma la conoscenza, diciamo la familiarità col mezzo, possono aiutare a sviluppare la libertà in Rete?
Non credo, o meglio dipende. Proprio in questi giorni abbiamo sotto gli occhi l'esempio di quei "crackers" che invitano i pirati della rete a misurarsi, il 6 luglio (2003), in una gara di abilità che consiste nel modificare il maggior numero di siti Internet. L'obiettivo dichiarato di chi ha indetto la "gara" è quello di riuscire a danneggiare almeno 6.000 siti web nel giro di sei ore. Questi "guastatori" che per puro divertimento e gusto della sfida cercano di mandare in tilt il traffico Internet possono creare danni ingenti ad un'infinità di enti e di persone. Naturalmente essi hanno grande familiarità con il mezzo, usano però questa loro capacità come un'arma offensiva.Regolamentare è possibile e/o auspicabile?
E' difficile regolamentare anche se si cerca di farlo. Per esempio, in molti siti pornografici si può entrare soltanto dopo che si è acquistato un modulo particolare; tuttavia molti siti porno sono liberi e facilmente accessibili. Ciò significa che se un genitore vuole evitare che i propri figli approdino a determinati siti deve mettere dei filtri e naturalmente deve avere anche delle competenze che gli consentano di muoversi sulla rete, di capirne i meccanismi e le diverse opportunità.
Una domanda azzardata: la tv lascia molto a desiderare in fatto di qualità, che ne sarà della Rete?
E' probabile che si troverà una grande quantità di spazzatura a fronte di una minoranza di siti puliti. Questi però continueranno ad esistere. La pulizia la dà la cultura, la preparazione, la correttezza, il senso morale, la voglia di comunicare, la danno i siti istituzionali, la danno organizzazioni di volontariato, no profit, l'impegno civile; tutto il resto è generalmente commerciale.
Nella rete c'è di tutto. La rete può essere usata per molti motivi diversi e opposti: per la propria formazione culturale, come fuga nel fantastico, per isolarsi in un mondo parallelo e semplificato rispetto a quello reale, per fare nuovi incontri, per ampliare i propri orizzonti, per fini erotici, per trovare immagini, musica, informazioni, libri ecc. La rete può essere usata per fini sani e per fini patologici, può essere usata da pacifisti come da terroristi. Gli utenti sono molto diversi tra loro e diverse sono le loro caratteristiche cognitive, culturali, emozionali, motivazionali. Anche nel mondo reale abbiamo questa varietà.
E dalla varietà si può solo imparare. Grazie professoressa, alla prossima chiacchierata.