Bentornato. Accedi all'area riservata







Non ti ricordi i dati di accesso?Recupera i tuoi dati

Crea il tuo account

2 SHARES

Un ricordo per Gianfranco Funari

13/07/2008 21886 lettori
5 minuti
Nasce a Roma il 21 marzo del 1932. Il padre è socialista e fa il vetturino e la madre è comunista.
A 16 anni  si trasferisce in via Famagosta al numero  8; poco più in là, al  10, abita Franco Califano, di cui Funari avrà il privilegio di ascoltare la prima canzone. Inizia a lavorare come rappresentante di una società di acque minerali.Dopo aver conosciuto l'ispettore del Casinò di Saint Vincent, inizia a lavorare come croupier.
Si trasferisce poi ad Hong Kong dove lavora per sette anni in un casinò locale.Nel 1967 ritorna a Roma, incontra Luciano Cirri de "Il Borghese" che gli propone di lavorare nel cabaret al "Giardino dei supplizi", noto locale romano: dopo pochi mesi, saggia la posizione di estrema destra che "Il Borghese" mantiene, e decide di andarsene.
Alcuni giornalisti de "Il tempo", insieme a un grosso commerciante di elettrodomestici ed un'agenzia di viaggi avevano nel frattempo preso in gestione il "Sette per otto",locale da cui era uscito Paolo Villaggio: mentre si esibiva qui, Funari viene notato da Oreste Lionello.
Verso la fine del 1968 lo notano anche una signora milanese molto amica di Mina Mazzini e di Gianni Bongiovanni, titolare del mitico "Derby" (tempio milanese del cabaret), che gli propone di trasferirsi a Milano.
Il 30 aprile 1969  fa il suo esordio: sei giorni per 30.000 lire a serata. Per sei anni  si esibisce al Derby come interprete di monologhi centrati sulla satira di costume. Incide un 33 giri, "Ma io non canto... faccio finta"; è regista dello spettacolo "Da dove vieni tu?" interpretato da "I Moromorandi", un  trio composto da Giorgio Porcaro, Fabio Concato e da un terzo ragazzo che oggi è un funzionario delle tasse; dirige anche un altro gruppo di cui fa parte il duo comico Zuzzurro e Gaspare.
Nel 1970 Funari fa il suo debutto in video in "La domenica è un'altra cosa", con Raffaele Pisu. Nel 1974 è la volta di "Foto di gruppo" su Rai Uno di Castellano e Pipolo, sempre con Pisu, in cui Funari ha un angolino per intrattenere il pubblico con un monologo.
Nel 1975 è a Torino per presentare "Più che altro un varietà" per la regia di Piero Turchetti con Minnie Minoprio e il Quartetto Cetra.
Nel 1978 scrive un romanzo, "Famiglia svendesi". Poi recita nel film ad episodi "Belli e brutti ridono tutti", diretto da Domenico Paolella e interpretato da Luciano Salce, Walter Chiari, Cochi Ponzoni, e Riccardo Billi.
Sul finire degli anni '70 ha l'idea di "Torti in faccia", un programma nel quale tre persone discutono con altre tre di opposta categoria (vigili-automobilisti, inquilini-proprietari), che propone a Bruno Voglino, capostruttura di Rai1, risposta: "non è nello spirito della nostra rete". Nel 1979 incontra Paolo Limiti, che allora si occupava dei programmi di Telemontecarlo: "Torti in faccia" va in onda sulle frequenze dell'emittente monegasca dal maggio 1980 al maggio 1981, cinquantanove puntate con grande successo.
Si erge a profeta e paladino degli indifesi, tre stagioni di grande successo, 128 puntate fino al 1984. Pochi mesi dopo Giovanni Minoli gli offre la seconda serata del venerdì. Avendo ancora un contratto con Telemontecarlo il suo passaggio in Rai viene gestito dai vertici di Viale Mazzini e di TMC: la Rai cedeva all'emittente monegasca film e telefilm, in cambio del 10% della proprietà di TMC alla Rai e del suo passaggio in Rai.
Il 20 gennaio 1984 inizia la prima edizione di "A boccaperta" su Rai Due. Nel dicembre dello stesso anno conduce "Jolly goal", gioco a premi con il pubblico, in onda la domenica pomeriggio all'interno di Blitz.
Nel 1987  sposa in seconde nozze Rossana Seghezzi, ballerina della Scala, da cui si separerà nel 1997. Nell'autunno 1987 su Rai Due parte "Mezzogiorno è", programma voluto da Agostino Saccà e Gianni Locatelli. Poi conduce "Monterosa '84" dieci puntate in seconda serata, rassegna degli artisti che hanno lavorato al Derby, fra gli altri Teo Teocoli, Massimo Boldi, Enzo Jannacci, Renato Pozzetto e Diego Abatantuono.
Viene cacciato dopo che aveva invitato La Malfa in trasmissione, benchè gli fosse stato ordinato di non farlo. Gli viene offerto di condurre "Scrupoli" e "Il Cantagiro", ma  rifiuta, preferendo restare un anno senza lavoro. Al suo posto arriverà Michele Guardì.
All'inizio degli anni '90 Funari passa a Italia 1. Nel 1991 parte "Mezzogiorno italiano", nel 1992 "Conto alla rovescia", una tribuna politica alla maniera di Funari, nel periodo delle imminenti elezioni. A chi lo indica come giornalista risponde definendosi "il giornalaio più famoso d'Italia". Con la sigaretta perennemente fra le dita, con abbondante andrenalina, mette alla frusta i politici. Il noto critico Aldo Grasso ha modo di scrivere: "Funari interpreta il suo ruolo come una missione, si vive come il fondatore di una nuova religione catodica: un bravo conduttore di talk show deve essere una spugna. Io assorbo tutto e sono in grado di ributtare il tutto nel momento ideale. Il concetto base del talk show è il seguente. Chiamare gente qualunque, dare un tema, e farglielo svolgere indipendentemente dal linguaggio che questa gente usa".
Nell'estate 1992, reo di avere espresso il suo disagio all'interno della  Fininvest, viene allontanato a seguito di una polemica con Silvio Berlusconi.
L'anno seguente, vinta la causa con il gruppo Fininvest, torna a Rete 4 per presentare "Funari news", prima parte in onda prima del TG4 di Emilio Fede, e "Punto di svolta", seconda parte in onda dopo il TG4. Ma ancora in Fininvest dura poco e deve nuovamente cambiare editore.
Dopo una breve e sfortunata parentesi alla direzione del quotidiano "L'Indipendente", e il fallimento delle trattative con l'azienda di Stato e i grandi network, approda su Odeon TV per presentare il programma del mezzogiorno "L'edicola di Funari" e la striscia quotidiana "Funari live" nel tardo pomeriggio.
Nel 1996 un fugace ritorno a Rai Due, la domenica pomeriggio come conduttore di "Napoli capitale", talk-show politico che offre ai candidati alle elezioni un'arena per sfogare frustrazioni e rancori. Conclusosi anzitempo il contratto con la Rai, Funari riparte con "Zona franca", quindi conduce "Allegro... ma non troppo" sugli schermi di Antenna 3 Lombardia. Qui inizia a frequentare Morena Zapparoli, figlia del suo psicanalista, che sposerà otto anni dopo.
Nel marzo 1997 Gianfranco Funari torna a far parlare di sè: annuncia che intende candidarsi sindaco di Milano con una "Lista Funari". Per qualche settimana i sondaggi danno Funari al quarto posto. Si reca ad Hammammet a trovare Bettino Craxi per chiedere consigli sull'attività politica Milanese. Al ritorno deciderà per il ritiro dalla corsa alla poltrona di sindaco.
Nel 1998 Funari si dedica al cinema, compare in "Simpatici e antipatici" diretto da Christian De Sica.
Subisce un intervento chirurgico al cuore con applicazione di by-pass nel 1999. Dopo l'intervento la salute diventa il punto di partenza per un attacco alla sanità pubblica durante la trasmissione del sabato sera "Per tutta la vita" condotta da Fabrizio Frizzi.
Ritorna nuovamente a Mediaset nel 2000: Funari viene invitato come guest-star nel programma "A tu per tu", condotto da Maria Teresa Ruta ed Antonella Clerici. A una tavola rotonda vi sono gli ospiti e un argomento: Funari è un gigante al cospetto delle due conduttrici e dopo qualche puntata non è più l'ospite bensì il padrone. Funari ritrova i fasti di un tempo nella fascia oraria in cui in passato ha dato il meglio di sè, quella delle casalinghe. Ma il programma si esaurisce nel corso di una stagione e Funari viene di nuovo ricacciato verso emittenti minori.
Nelle stagioni successive è a Odeon con "Funari c'è", poi con "Stasera c'è Funari", poi con "Funari forever". Si presenta in video con un nuovo look: barba, bastone. Più gli si spara addosso, più lui si rialza, urla, inveisce, ride. E' accompagnato dalla sua banda storica: il giornalista Alberto Tagliati, il comico Pongo, la fidanzata Morena.
L'abilità come conduttore è il fermarsi sulla soglia del suo sapere per lasciare spazio al sapere dell'altro:grazie a un fiuto infallibile, ha capito tutti i rituali della tv generalista e, in più, a differenza di altri conduttori, sa quando bisogna comportarsi da "ignorante" per rispettare l'altrui pensiero.
Alla fine del 2005, in un'intervista, fa gran parlare di sè lanciando un appello in cui dice di essere ormai prossimo alla morte e in cui invita i giovani a non fumare: "Ho cinque by pass, ragazzi, vi prego, non fumate. Non fumate!".
Dopo dieci anni di assenza torna in Rai nel 2007 per il varietà del sabato sera di Raiuno, l'attesissimo (e temutissimo, per il carattere spregiudicato) programma "Apocalypse Show".
Muore all'ospedale San Raffaele di Milano il 12 luglio 2008.
Altro personaggio che scompare e con lui rimane la tristezza di un epoca finita  da ricordare.
Maresa Baur
Maresa Baur

Sono una scrittrice conosciuta nel web per aver pubblicato sette libri con case editrici online. Il mio sito è http;//digilander.libero.it/biribanti.maresa Credo che cliccando sul link possiate apprendere molto di me,quasi tutto. Amo leggere, informarmi ed informare e scrivo come una forsennata come se non avessi il tempo sufficiente per farlo. Ho scritto libri di poesie, racconti, storie fantasy e "thriller". Anche il giornalismo mi affascina. Mi sono diplomata a Cambridge e adoro l'inglese che è sempre stato la colonna sonora della mia vita. Ho insegnato inglese e fatto traduzioni tecniche. La poesia è tuttavia il mio grande amore e ho invaso tutti i siti letterari possibili.La mia passione è scrivere e se non lo facessi più morirei. Mi definisco una folle-saggia con un pizzico di ironia e con questo mi presento. Maresa Baur