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Diaferia ed il piccolo...

01/08/2003 14906 lettori
4 minuti
Il piccolo principe al termine del suo viaggio approdò sull'asteroide 256. Qui seduto ad una
scrivania trovò Pasquale Diaferia...il suo nome non gli diceva nulla, lui veniva dall'asteroide 190 dove la pubblicità ed i ruoli, le agenzie, i creativi beh tutto ciò non esiste... il piccolo si sedette accanto a lui, osservandolo, ed attese con sguardo dolcemente interrogativo che il suo interlocutore iniziasse ad introdursi...
“ecco” disse Diaferia stendendosi sulla sua seggiolina “la tua vera fortuna è che tu questi ruoli non li conosci, e quindi non hai problemi. Noi invece passiamo gran parte del nostro tempo a ripetere alle persone che i ruoli sono qualcosa che impedisce di esprimersi in piena libertà. se il cliente fa solo il cliente, il creativo solo il creativo, succedono sempre e solo le stesse cose, degne dell'asteroide dei dinosauri, quello dove le agenzie multinazionali impongono la loro forza.”
Il principe era sempre + assorto nell'ascolto, poi chiese "ma allora perché non abbattete definitivamente i ruoli? tipo megarivolta dei ruoli? e chi è che dà i ruoli? ognuno se ne dà uno o come funziona?e poi i dinosauri possono diventar mansueti sai..."
Diaferia a questo punto sospirò a lungo: "effettivamente i ruoli li hanno stabiliti i finanziari, quelli che non sono interessati a questo lavoro per le sue capacità espressive, ma solo per la sua capacità di muovere il denaro.
Sono dinosauri molto voraci, difficilmente domabili, se non con una continua fornitura di denaro fresco. Forse bisogna provocare qualcosa di molto simile ad una glaciazione artificiale, in modo da farli fuori definitivamente. Modifichiamo le condizioni ambientali, e loro non potranno più nuocere al nostro lavoro. Ed anche i clienti ci guadagneranno. Per ottenere questo risultato, tutti dovremmo cominciare a lavorare cercando di essere molto meno impiegati, molto più appassionati a questo lavoro ed ai suoi meccanismi. Tutti dovremmo cercare di parlare più chiaramente con quelli che ci fanno lavorare, cioè i clienti, considerandoli meno clienti, e più persone da cui dipende il nostro lavoro, quindi una parte importante della nostra vita. Già questa sarebbe una rivoluzione: E tu sai che su un piccolo asteroide, una rivoluzione è una cosa importante e davvero quotidiana."
Il piccolo principe, diventando sempre più assorto e curioso allora replicò al suo interlocutore: “è vero le rivoluzioni sugli asteroidi sono cose grosse..Però la glaciazione e la morte dei dinosauri non mi sembra una buona soluzione, bisognerebbe imparare a parlare più direttamente, già come forse hai già detto tu…
E poi beh poi mi pare di capire che i ruoli sono un po’ come un vestito, l’unico vestito che si ha e che non puoi toglierti…e qual è il tuo vestito? E ti capita spesso che qualcuno piombi qui sul tuo asteroide a chiederti conto del chi sei e cosa fai?
Diaferia, asciugandosi il sudore che colava sulla fronte (era una giornata molto calda sull'asteroide) rispose: "bello questo tema del vestito. Effettivamente molti preferiscono avere il loro vestitino standard, limita al massimo le emozioni, le sorprese, le decisioni. Il mio vestito è la mia vita, mi ci adatto e non se ne parli più.
Purtroppo io adoro usare i vestiti zeligghianamente: oggi c'è il fuoco e sono pompiere, domani c' il cerino e mi vesto da incendiario.
Un abito borghese per farmi amare dai borghesi, trasgressivo per parlare con i trasgressori, con le gambe nude per giocare coi bambini come te, con le code per poter discutere con i potenti della terra.
Purtroppo non ci sono abiti da dinosauro: O nasci così, o niente. O sei appassionato di denaro, o non puoi parlare con loro. Puoi al massimo cacciarli. Per finire, dedico sempre molta attenzione a chi chiede. Ancor più attenzione a chi fa domande semplici, intelligenti e che permettono di instaurare rapporti. Così ho fatto con molti in precedenza, così spero di continuare a fare, se qualcuno chiederà.
“Anche a me piace cambiare vestito, a volte principe, a volte giocoliere, anche a me piace instaurare rapporti,semplici, intelligenti” ma queste cose il principe non le esternò, le tenne nel suo cuore solitario. Solo disse infine: “Grazie davvero..”