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DiCinema: la nuova Hollywood

01/09/2008 5637 lettori
3 minuti

Negli anni ottanta il cinema ha subito una transizione di stile narrativo, impostata principalmente sull’immagine del prodotto, nella ricercata cura di un dettaglio che tendeva ad assimilare sempre di più una strumentalizzazione voluta dalla pubblicità e dalle leggi del consumismo. Televisione e cinema sapevano ancora tenere distinte le loro prerogative essenziali, ma quella lenta trasformazione dettata da quel neonato progresso tecnologico cominciava a pretendere quel tocco di glamour in più in un mercato cinematografico che sapeva rinnovare attori collaudati in continua crescita e che sapevano ancora dare il meglio di se stessi sotto le abili mani di registi e soggetti che potevano rivalutare narrativa e immagine al passo coi tempi.  
Adrian Lyne, nato a Peterborough (Inghilterra), il 4 Marzo 1941, rappresenta l’unicità di uno stile che ha miscelato sogni e passioni  capaci di gratificare il sofisticato bisogno commerciale perpetuato dalla macchina promozionale di Hollywood, riflettendosi in quei successi commerciali di pubblico che hanno stabilito nuovi linguaggi di comunicazione di un cinema in grado di rinnovarsi e di soddisfare ogni aspettativa.
Partendo dagli stessi esordi pubblicitari del regista, il primo lungometraggio di Lyne arriva nel 1980 con A Donne con gli amici, una commedia adolescenziale interpretata da Jodie Foster (Scott Baio e Randy Quaid tra i coprotagonisti), accostabile a quel filone che ha fortificato una generazione di attori che hanno saputo mantenere (chi più chi meno) una continuità di popolarità tuttora attiva, partendo tra i più fortunati St. Elmo’s Fire di Joel Schumacher e A proposito della notte scorsa  di Edward Zwick, entrambi interpretati dalla coppia Demi Moore - Rob Lowe, infarciti di buone dosi di  sentimenti, sesso e umorismo che hanno caratterizzato la commedia americana voluta da una generazione X alimentata dai vari Andrew McCarthy, Emilio Estevez, Ally Sheedy  e Molly Ringwald, tra i più celebrati.
Ma il vero successo di Adrian Lyne arriva nel 1983 con Flashdance, dove il gusto della commedia musicale (Jennifer Beals la fortunata interprete) ha saputo fondersi con gli ingredienti classici dati da un buon uso della fotografia e dal ritmo incalzante di veri e propri fenomeni di culto nelle stesse hit abilmente sfruttate; stile precedentemente anticipato nel Fame (Saranno famosi) di Alan Parker con una già collaudata formula di sognante arrivismo guidato dalla stessa Irene Cara, che ha firmato entrambi i temi musicali.
Il più fortunato esempio di erotismo di culto arriva nel 1986, con il celebre 9 settimane e 1/2, trascinato da una inedita coppia che ha segnato gli stereotipi del genere filtrati dal buongusto della commedia drammatica, in Kim Basinger e Mickey Rourke. Una trama devota al cliché della passione, abilmente sottratto a un realismo dove il gusto dell’immagine riesce ad esprimere l’ossessione erotica interpretata dagli attori, veri e propri sex symbol del momento.
Successo bissato abilmente trasportando gli ingredienti e la formula nello psico-tryller diretto un anno dopo, quell’ Attrazione Fatale che ha saputo destare abili polemiche manovrate a dovere sul tema dell’infedeltà coniugale, nella sceneggiatura interpretata da Michael Douglas e Glenn Close (una delle più terribili e riuscite dark lady degli ultimi vent’anni).
Formula recitativa ritoccata ne Il socio e Basic Istinct (quest’ultimo sempre interpretato da Douglas), dove sesso e potere devono trovare quel compromesso che solo nel cinema sa calibrare gli eccessi voluti dal costume e dalla società.
Sottotono rimane il film diretto nel ’90, Allucinazione perversa, interpretato da un Tim Robbins che rimane vittima inconsapevole di una sceneggiatura meno fortunata dei precedenti successi firmati da Lyne. Un giallo-noir che ha attinto da un romanzo di Bierce, in cui le paranoiche allucinazioni del protagonista devono debellare gli spettri ossessivi di un controllo che nei risvolti terroristici e governativi sanno “spaventare” nella giusta maniera.
Per ritrovare il regista  dobbiamo aspettare il più fortunato e ad “ampio respiro di vedute” Proposta indecente, interpretato da un off-sider Robert Redford, in grado di sostenere un abile tocco di raffinato voyeurismo alle spalle di Demi Moore e Woody  Harrelson, giovane coppia messa alla prova da un improbabile gioco di seduzione che si risolve con il rigetto di quella finta aura di amore libero che non ripiega nessun antidoto alla felicità, tutto sotto le collaudate raffinatezze musicali (di successo la hit di Lisa Stansfield) e di scenografia del regista.     
Criticato ma non meno felice dei precedenti successi di Lyne, rimane Lolita, remake del film di Stanley Kubrick del ’62, intepretato dalla coppia Mason - Lyon, riveduti da un misurato e credibile Jeremy Irons e la giovanissima Dominique Swain, accostati alla provata Melanie Griffith nel ruolo della “sfortunata” consorte interpretata nell’originale da Shelley Winters. 
Ultima fatica cinematografica è firmata nel 2002, con L’amore infedele, riportando sugli schermi una felice prova recitativa di Diane Lane, accostata a un ritrovato Richard Gere già collaudato in prove più impegnate (vedi il remake di Vertigo accanto alla Basinger) che riporta il regista a una dimensione più misurata rispetto ai precedenti lavori, ma indiscutibilmente lo ridefiniscono in una dimensione più attuale e non meno densa di segnali elaborati che hanno da sempre rappresentato la serietà di un regista che ha devoluto l’immagine più sofisticata di un cinema capace realmente di dispensare emozioni di alto valore artistico.

Di seguito, tutti i film del regista:

L’Amore infedele (2002)
Lolita (1997)
Proposta indecente (1993)
Allucinazione perversa (1990)
Attrazione Fatale (1987)
Nove settimane e ½ (1986)
Flashdance (1983)
A Donne con gli amici (1980)

Paolo Arfelli
Paolo Arfelli

Nato a Ravenna; ho avuto il piacere di aver frequentato un corso di grafica pubblicitaria tenuto da Umberto Giovannini, presso la T. Minardi di Faenza, dopo il quale intendo affrontare un discorso editoriale che possa completare il cammino professionale che voglio realizzare.

E' da qualche anno che ho il piacere di legare la mia capacità a Comunitàzione, in una collaborazione di testi e argomenti che valorizzano la serietà riposta da Luca Oliverio e il contesto in cui questo portale opera, tra pubblicità, marketing, informazione e tanto altro.

Ho in preparazione alcuni cortometraggi e la realizzazione di un magazine (DC DIRECTOR'S CUT) all'interno di Alphabet&Type®.