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Il web 2.0 può aiutare a migliorare la vita delle persone?

24/11/2008 06:00:00 22919 lettori
4 minuti

 

Una delle sfide più affascinanti che il nuovo web ha deciso di affrontare riguarda la gestione della conoscenza medica e scientifica ossia il medical knowledge management.

Due sono i motivi che mi spingono ad affermare questo: il crescente bisogno di accedere alle informazioni a prescindere dal luogo in cui ci si trova e la necessità di condividere competenze e conoscenze specialistiche che non devono rimanere vincolate ad un particolare centro di ricerca ma diventare patrimonio di tutti.

Per raggiungere questo obiettivo negli ultimi tempi si sono mobilitate diverse organizzazioni, che hanno avviato importanti progetti.

Un'enciclopedia medica a portata di click. Tra questi il più significativo è sicuramente Medpedia, un'enciclopedia on-line collaborativa sullo stile di Wikipedia che contiene 30 mila illustrazioni di malattie, 10 mila medicinali e migliaia di procedure mediche in uso.

Medpedia: enciclopedia medica on-line

Figura 1 - Medpedia search categories

Medpedia è ancora in sviluppo, in beta privata. Vedrà la luce a Dicembre ed è finanziata da Harvard Medical School, Stanford School of Medicine, lo statunitense National Institutes of Health (NIH) e la Federal Drug Administration (FDA). Naturalmente, l'obiettivo non è quello di sostituirsi al medico, ma di diffondere una discreta cultura medica, offrendo un luogo virtuale sicuro e affidabile alla cultura della salute, potenzialmente raggiungibile da chiunque e in grado, quindi, di aiutare anche chi vive nelle zone più povere del pianeta.

Sul sito del Corriere troviamo le dichiarazioni del promotore del progetto, James Currier. Egli spiega che, diversamente da una normale enciclopedia aperta, Medpedia richiede ai contribuenti volontari una specializzazione, ovvero un dottorato o un master:

"Per il momento sul sito ci sono mille pagine, ma le ambizioni sono molto alte. Oltre alle informazioni il progetto delle quattro università contempla anche una sezione ad accesso limitato, riservata esclusivamente ai professionisti del settore, che in queste pagine possono discutere e confrontarsi su questioni più specialistiche. Il progetto sarà lanciato entro la fine dell'anno".

Le dichiarazioni che però riassumono il vero spirito dell'iniziativa sono apparse sul Los Angeles Times :

"La medicina è uno dei campi più giovani e in rapido sviluppo della rete e allo stesso tempo è una delle sue aree maggiormente migliorabili".

Lo scopo quindi è sia divulgativo che scientifico, con maggiore rigore però rispetto al wiki tradizionale.

Accanto a Medpedia, esistono altri progetti che meritano la nostra attenzione.

Collaborare per competere. Un esempio molto valido, sulla scia delle considerazioni di Don Tapscott e Williams Anthony in merito al crescente ruolo del web 2.0 all'interno della ricerca scientifica nel famoso libro Wikinomics, è il sito CollabRx, fondato dal milionario Jay Tenenbaum dopo essere sopravvissuto ad una rara forma di melanoma.
Come suggerisce Gianluigi Zarantonello nel suo articolo "La scienza, il web collaborativo e le malattie rare", grazie a questo spazio online il crowdfunding (la raccolta fondi fatta tramite le donazioni della gente) si è rivelato uno strumento efficace anche per la ricerca medica.

Lo stesso autore, segnala ulteriori forme di collaborazione nella gestione della conoscenza medico-scientifica:

Il primo progetto, Uniamo, è tutto italiano ed è nato col sostegno della Federazione italiana per le malattie rare. Essa mira ad inaugurare in tempi brevi un sito interattivo accessibile anche ai ricercatori con lo scopo di favorire la ricerca di fondi, oltre che lo scambio di conoscenze e best practices. Il secondo, invece, è denominato Open Genius e punta a risolvere l'annosa questione della cronica mancanza di fondi a favore dei progetti di natura scientifica e tecnologica, permettendo alla gente comune di finanziare direttamente le idee dei ricercatori più meritevoli.

Contribuire in prima persona per vincere: il crowdfunding. Questo rivoluzionario modello di finanziamento “dal basso”, già utilizzato per supportare imprese creative in diversi settori (dallo sviluppo di software, alla registrazione di album musicali, alla produzione di film) si basa su un meccanismo molto semplice: raccogliendo i micro-contributi di gruppi molto numerosi che condividono un medesimo interesse, è possibile accumulare una quantità di risorse sufficienti a realizzare le proprie idee.

Il potere del crowdfunding

Figura 2 - The Power of Crowdfunding

A garanzia dei propri investimenti va detto che è possibile monitore i risultati degli studi sostenuti con il proprio contributo (così da avere la certezza che le cifre donate non vengano sprecate o mal impiegate).

Socializzare e condividere. Infine bisogna ricordare alcuni esperimenti nell'ambito dei social networks che stanno raccogliendo i primi frutti a livello scientifico. L'adozione di strumenti consolidati come Research Gate e Prometeonetwork e la nascita di nuovi progetti volti a favorire il dialogo tra mondo accademico e industria, come l’italiano Biott, non possono che costituire una riprova del successo che questi approcci stanno dimostrando (vedi Panorama).

Verso un'economia basata sulla conoscenza. Una riflessione per concludere: è chiaro che la strada da percorrere è ancora tanta, tuttavia queste testimonianze concrete fanno ben sperare per il futuro. Un futuro in cui l'economia dovrà confrontarsi con l'utilità e l'etica del suo agire. Un'economia fondata sulla conoscenza e non più sul profitto fine a se stesso, con un occhio di riguardo alla collaborazione e alla condivisione del sapere.
Andrea Bichiri
Andrea Bichiri

Diplomato nel 2003 presso il Liceo Scientifico. Ha conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione nel 2008 con una tesi sul rapporto tra Web Semantico e business aziendale.

Attualmente frequenta il corso di laurea specialistica in Scienze e Tecnologie della Comunicazione e dell'informazione dell'Università di Genova.
Amante del giornalismo on-line ha aperto un blog, Business e Conoscenza, e scrive per il portale Crimelist.it.

Collabora inoltre con la start-up romana CST-Advising curando il sito e l'immagine aziendale e dando il proprio contributo a progetti relativi al Web Semantico.