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Avatar - La parola del mese di Dicembre

03/01/2009 8285 lettori
4 minuti

La voce, di origine sanscrita, indica nell’induismo la discesa e la manifestazione nel mondo, per la durata di una vita umana, di un essere immortale, e designa attualmente nella lingua del Web l’immagine virtuale, anche animata, che è possibile restituire di sé durante una conversazione all’interno di uno dei tanti giochi di ruolo virtuali appartenenti all’assortito campionario dei MUD (Multi User Dungeon, Multi User Dimension o Multi User Dialogue): il primo, noto come Adventure, nasce proprio da un gioco di ruolo (Dungeons & Dragons) ideato, nel 1974, da Gary Gygax e Dave Arneson e ispirato al genere fantasy (di autori come Jack Vance, Fritz Leiber, etc.); la presenza di halflings (gli hobbits di John Ronald Reuel Tolkien) e ancora di nani, orchi, elfi, etc., rende gli scenari di D&D assai vicini a quelli del Signore degli Anelli.
Il prestigioso MIT di Boston, sotto la guida di Rosalind Picard, ha intanto già progettato gli affective avatar, destinati ad attribuire un volto al computer di casa attraverso una complessa serie di strumentazioni (mouse e tastiere “ipersensibili”, dispositivi applicati al corpo e altro): dal sentic mouse, “che nasconde un misuratore elettronico di alcalinità per stabilire il grado di sudorazione”, al Blood Volume Pressure (BVP), “un sensore dall’aspetto di un orecchino da infilare a uno dei lobi dell’orecchio per misurare la pressione cardiaca”; dai particolari occhiali “attrezzati con sensori per monitorare non solo il movimento dei lobi oculari, ma anche del volto, al Galvanic Skin Response (GSR), “un braccialetto (o un cavetto da infilare a un piede) che analizza la pelle e deduce, seconda la variazione del ph, lo stato emotivo” (Marco Gasperetti Marco, Il computer dei sentimenti, www.apogeonline.com).

Massimo Arcangeli