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Lavoro moda e seduzione

30/01/2009 8066 lettori
4 minuti

Una visione che tiene conto in primis la semplice estetica funzionale dell’abbigliamento del lavoro che ha la funzione di assecondare i movimenti del corpo per proteggerlo; una fonte di capacità creativa imperitura per la moda fin dagli inizi del Novecento; un’infinità di citazioni e di richiami nella moda, pur non trattandosi di un excursus storico sull’abito da lavoro, quanto piuttosto di una rappresentazione di analogie e similitudini tra forme e materiali. Un gioco di scambi ed ispirazioni reciproche tra i due mondi. In mostra selezionati da Oliviero Toscani con La Sterpaia Bottega dell’arte della Comunicazione: trecento diversi completi da lavoro, alcuni dei quali con un incredibile impatto visivo. Millecinquecento le immagini, selezionati dall’archivio Corbis, imagin provider del progetto, che si susseguono: dagli scatti agli spezzoni di film e di video in cui è protagonista il mondo del lavoro. Sessanta schermi sospesi, sui quali sono contemporaneamente proiettati foto e video legati al lavoro.
 
Una mostra cheè ancheun invito a riflettere sul tema della sicurezza. Ci sono persone che lavorano in condizioni difficili, pericolose, poco agevoli, estreme, e ci sono aziende che producono capi, accessori e tecnologie per proteggere e tutelare queste persone dai rischi e dai pericoli che corrono. Per questo la mostra dedica un’attenzione particolare alla ricerca, all’innovazione sui tessuti, sui materiali e sul design dell’abbigliamento da lavoro, che per la sicurezza e la protezione di chi lavora è di enorme, talvolta vitale, importanza. E così come la moda si ispira al mondo del lavoro, allo stesso tempo ci sono moltissimi capi d’abbigliamento da lavoro che guardano alla moda per essere indossati più volentieri, proprio da chi deve usarli per proteggersi. A fare da scenografia alla mostra è la stazione Leopolda, un tipico spazio di archeologia industriale, costruito come stazione ferroviaria e successivamente riconvertita a officina meccanica, che mantiene inalterate le atmosfere e le strutture del luogo di lavoro.[1]
 
L’abito fa il monaco - secondo Oliviero Toscani - il metalmeccanico, l’avvocato, il rapper, il banchiere, il giudice, il portiere, il marinaio, il minatore…i nostri abiti sono l’immagine e la sicurezza di ciò che siamo e facciamo. L’abito fa l’uomo: diceva Mark Twain. Se vogliamo difendere la nostra incolumità, dobbiamo avere l’intelligenza di non dimenticare mai che siamo vulnerabile: di corpo e di mente
 
 


Salvatore Pipero
Salvatore Pipero

Un processo formativo non casuale, veniva accompagnato dalla strada, quasi unico indirizzo per quei tempi dell’immediato dopo guerra; era la strada adibita ai giochi, che diventava con il formarsi, anche contributo e stimolo alla crescita: “Farai strada nella vita”, era solito sentir dire ad ogni buona azione completata.  Era l’inizio degli anni cinquanta del ‘900, finita la terza media a tredici anni lasciavo la Sicilia per il “continente”: lascio la strada per l’”autostrada” percorrendola a tappe fino ai ventitre anni. Alterne venture mi portano al primo impiego in una Compagnie Italiane di Montaggi Industriali.



Autodidatta, in mancanza di studi regolari cerco di ampliare la cultura necessaria: “Farai strada nella vita” mi riecheggia alle orecchie, mentre alle buone azioni si aggiungono le “buone pratiche”.  Nello svolgimento della gestione di cantieri, prevalentemente con una delle più importanti Compagnie Italiane di Montaggi Industriali, ho potuto valutare accuratamente l’importanza di valorizzare ed organizzare il patrimonio di conoscenze ed esperienze, cioè il valore del capitale intellettuale dell’azienda.



Una conduzione con cura di tutte le fasi di pianificazione, controllo ed esecuzione in cantiere, richiede particolare importanza al rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla corretta esecuzione delle opere seguendo le normative del caso. L’opportunità di aver potuto operare per committenti prestigiosi a livello mondiale nel campo della siderurgia dell’energia e della petrolchimica ha consentito la sintesi del miglior sviluppo tecnico/operativo. Il sapere di “milioni di intelligenze umane” è sempre al lavoro, si smaterializza passando dal testo stampato alla rete, si amplifica per la sua caratteristica di editabilità, si distribuisce di computer in computer attraverso le fibre.



Trovo tutto sommato interessante ed in un certo qual modo distensivo adoprarmi e, per quanto possibile, essere tra coloro i quali mostrano ottimismo nel sostenere che impareremo a costruire una conoscenza nuova, non totalitaria, dove la libertà di navigazione, di scrittura, di lettura e di selezione dell’individuo o del piccolo gruppo sarà fondamenta della conoscenza, dove per creare un nostro punto di vista, un nostro sapere, avremo bisogno inevitabilmente della conoscenza dell’altro, dove il singolo sarà liberamente e consapevolmente parte di un tutto.