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Spamming: ucciderà davvero l'e-mail?

01/11/2003 5872 lettori
5 minuti

Penso che nessun utente di Internet possa dire di non aver mai ricevuto un'e-mail che non aveva richiesto, specie se di tipo commerciale.
Per molto tempo però questo è stato poco più che un fastidio, che si poteva eliminare con la semplice cancellazione della mail e poi, chissà, uno di quei rari messaggi poteva anche essere interessante.
Pochi avevano sentito lo strano termine "spamming".

Oggi sfido chiunque usi quotidianamente la posta a leggere davvero tutto quello che arriva nelle nostre caselle: tanto per darvi un'idea negli USA il 50% (!) di tutto il traffico e-mail è dato da spamming, il che equivale a 4,9 triliardi di mail l'anno, col modico danno (causato soprattutto dal tempo perso) di 8,9 miliardi di dollari.
Insomma, non parliamo solo di un fastidio ma di una vera e propria emergenza.

Come fanno tanti sedicenti, e normalmente anonimi, spammers ad avere i nostri indirizzi?
Anche per questo esistono dei software, detti "spambots", che, proprio come fanno i motori di ricerca per le pagine, scandagliano la Rete in cerca di indirizzi e-mail, compresi quelli lasciati su blog e chat.
Negli USA, a sentire la Federal Trade Commission, chi lascia un suo recapito e-mail in una chat riceverà il primo messaggio spazzatura entro circa nove minuti (!).

Gli ISP gestori di posta elettronica normalmente compiono operazioni di filtraggio, arrivando ormai a bloccare tra il 50 e il 70% di posta in entrata, ma in ogni caso difendersi, nella situazione attuale, è difficile: come riporta Time un tizio negli USA riusciva da solo, con tre pc domestici, a mandare quasi un miliardo di mail l'anno.

Vorrei anche ricordare che questi comportamenti sostanzialmente uccidono il mailing commerciale professionale, che rispetta le regole, e rendono sostanzialmente inefficaci le campagne di questo tipo.
Oggi il tasso di risposta a simili iniziative è dello 0,1%, contro il 10% di pochi anni fa, ed è un vero peccato perché l'e-mail resta un mezzo che consente grande personalizzazione, capillarità, velocità di invio e di risposta, costi quasi nulli.

Il problema fondamentale, come al solito, è la mancanza di precise normative su Internet, che è causata da carenze dei legislatori, spesso poco competenti in materia, ma in parte anche da una certa reticenza, da parte di utenti e operatori sul Web, a disciplinare un media da sempre molto libero.
Tuttavia ormai il problema spamming è reale e anche gli americani, seppure poco amanti delle regolamentazioni governative, sarebbero favorevoli per il 75% a rendere lo spamming illegale (Fonte: Harris Poll, 2003).

Per quanto riguarda l'Unione Europea diverse direttive sono state dedicate al tema dell'e-commerce e delle transazioni sul Web e all'interno di queste disposizioni si è sancito che non è lecito inviare comunicazioni commerciali non richieste e che il fatto gli utenti non chiedano la sospensione dell'invio dei messaggi non equivale ad un silenzio-assenso.

L'alternativa ad accordi legislativi internazionali può essere quella di far pagare i messaggi e-mail inviati, ma per lo sviluppo della Rete questa cura, come ricorda la prof.ssa Mandelli (Studio "Spambots all'attacco. Chi è il killer della killer application di Internet?") rischia di essere peggiore del male.

GIANLUIGI ZARANTONELLO

 


 

Gianluigi Zarantonello
Gianluigi Zarantonello

 

Gianluigi Zarantonello, laureato in Scienze della Comunicazione (indirizzo Comunicazione Istituzionale e d'Impresa),

-Nato a Valdagno(VI), ora vivo tra Milano e Padova.

 

 

Formazione

  • 2004: Mi sono laureato in Scienze della Comunicazione a Padova con 110 e lode, indirizzo comunicazione istituzionale e d'impresa.

    La tesi di laurea aveva come titolo "La valorizzazione del territorio come strategia competitiva nel mercato globale del lusso. I casi Artigiana Sartoria Veneta, Salviati e Cipriani Industria" (consulta la tesi su Tesionline).

Esperienze professionali

  • Da novembre 2016 ad oggi sono Global Digital Solutions Director presso Valentino e sono a capo a livello global della direzione che si occupa dei progetti di innovazione e di digital transformation, lavorando trasversalmente in cooperazione con i team IT, HR, Marketing e le line of business in genere.
  • Da dicembre 2014 a ottobre 2016 sono Responsabile del coordinamento web e digital technology (quello che viene definito oltreoceano Chief Digital Officer) presso OVS Spa e seguo lo sviluppo, la governance e tutte le attività a cavallo tra il business e l'IT per garantire la digitalizzazione dei brand OVS, Coin, Coincasa, Upim, Excelsior Milano, Iana, Eat's, Blukids, Shaka Innovative Beauty.
  • Da Marzo 2012 a Dicembre 2014 sono Digital Marketing Manager presso Gruppo Coin Spa e seguo attività di webmarketing e digital marketing istituzionali e di quelle per i brand del Gruppo: Ovs, Coin, Upim, Excelsior Milano, Iana. Definisco la strategia e le attività  sul digitale in cooperazione con il marketing e l'IT e rispondendo al direttore generale.
  • Da Settembre 2006 - Marzo 2012 lavoro come dipendente con funzione di Web Marketing Manager presso la Coin Spa e, all'interno della Direzione Marketing, seguo i progetti su Internet ed i nuovi media dell'azienda (compresi i brand Upim e Excelsior Milano).
  • Da Novembre 2005 a Settembre 2006 ho svolto un'attività in proprio di consulenza e di supporto nelle funzioni marketing, comunicazione e commerciale per diverse aziende di vari settori.
  • Da Settembre 2004 al 1 novembre 2005 ho ricoperto l'incarico di Responsabile Marketing di AGE (Agenzia Giornalistica Europa) dopo essere stato referente commerciale per il Triveneto.
  • Da Luglio 2003 a Dicembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Responsabile del progetto per www.connecting-managers.com dopo essere stato Community Manager e Responsabile della Redazione.
  • Da Ottobre 2002 a Settembre 2004 ho ricoperto il ruolo di Senior Web Content Manager di www.comunitazione.it 

Vedi Curriculum >>

Viviamo in un mondo in cui la differenza fra fisico e digitale ha perso di significato. Lavoro ogni giorno per essere pronto alle sfide della digital and business transformation e mi piace scriverne qui, sul mio blog e sul mio canale Telegram.

Per le mie altre esperienze si veda il sito personale alla voce curriculum.